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Sport | 15 gennaio | 19:30

"Amarezza per un'occasione persa". Dolomiti Bellunesi escluse dal Giro d'Italia 2025. Senza Cortina la provincia non esiste?

Negli ultimi mesi era stata ventilata una possibile tappa con arrivo a Cortina d’Ampezzo, saltata poi per motivi politici o meglio, per la presenza di “troppi cantieri” nella conca ampezzana. La rinuncia di Padrin e della Regione Veneto può evidenziare una scarsa lungimiranza e mette al centro della discussione la considerazione politica di Cortina e del resto del territorio bellunese. Alessandro Del Bianco: "Propongo che si apra da subito una discussione chiara e trasparente su come utilizzare il Fondo Grandi Eventi, assicurandosi che gli investimenti abbiano un impatto duraturo e positivo sul territorio"

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La rotatoria davanti alla sede di MVC Group (gruppo Karpos, Castelli e Sportful) a Fonzaso sarà l’unico posto in cui i bellunesi potranno vedere transitare la carovana rosa nel 2025 nella propria provincia.

L’uscita delle tappe del Giro d’Italia 2025 ha fatto notare una grande area esclusa dalle tappe che negli ultimi anni aveva fatto emozionare gli appassionati di ciclismo: le Dolomiti Bellunesi.

Negli ultimi mesi era stata ventilata una possibile tappa con arrivo a Cortina d’Ampezzo, saltata poi per motivi politici o meglio, per la presenza di “troppi cantieri” nella conca ampezzana.

Come si legge nel Gazzettino del 14 gennaio, il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, spiega l’assenza del Giro in provincia dichiarando che “Non si può pretendere di avere ogni anno il Giro d'Italia in provincia. Dobbiamo guardare avanti, già lavoriamo per il Giro 2026”. L’anno dei Giochi Olimpici Invernali che vedranno proprio in Cortina d’Ampezzo la grande protagonista dolomitica. Padrin, insieme al sindaco di Cortina Lorenzi e alla Regione Veneto, aveva deciso che nessuna tappa sarebbe passata in territorio bellunese nel 2025 per via delle difficoltà organizzative e logistiche. Sembra però che senza la perla delle Dolomiti il resto della provincia non esista per l’amministrazione provinciale e regionale che ha deciso di gettare la spugna ed escludere tutto il territorio bellunese. 

 

 

I costi delle tappe bellunesi

 

Fare passare la carovana rosa nei propri territori ha un costo. Le ultime edizioni hanno portato parecchi introiti nelle casse di RCS (che organizza il Giro) da parte della provincia di Belluno. Nello specifico:

Per capire l’ammontare dei costi, la partecipazione a Casa Sanremo del 2023 è costata alle casse bellunesi circa 231.800€ mentre al cinquantesimo anniversario della morte di Dino Buzzati sono stati destinati solo 17.000€ e al premio Pelmo d’Oro 2023 20.000€.

Secondo Alessandro Del Bianco, segretario del PD per la provincia di Belluno, "il Fondo Grandi Eventi è alimentato dai fondi dei comuni confinanti e, con ogni probabilità, sarà confermato anche negli anni a venire. Tuttavia, al di là dei costi legati al Giro d’Italia, è necessario interrogarsi su come sono stati gestiti i soldi di questo fondo, perché alcune decisioni lasciano perplessi. Possiamo concordare sul fatto che il Giro rappresenti un’opportunità di promozione per il territorio, ma la vera questione è capire con quali criteri vengono prese le decisioni".

 

Se la tappa del 2025 è saltata su decisione del presidente della Provincia e del Sindaco di Cortina, una proposta attuale da subito arriva proprio da Del Bianco: "Propongo che si apra da subito una discussione chiara e trasparente su come utilizzare il Fondo Grandi Eventi, assicurandosi che gli investimenti abbiano un impatto duraturo e positivo sul territorio". In questo modo l'assemblea dei sindaci del bellunese potrebbe intervenire su quali grandi eventi finanziare e su come gestire i fondi per la promozione del territorio, includendo anche aspetti culturali (come le grandi mostre che normalmente vengono organizzate fuori dai confini bellunesi) e naturali che attualmente sono sopraffatti dagli aspetti sportivi.

 

 

Senza Cortina le Dolomiti non esistono?

 

Roberto Toigo, segretario generale della UIL Veneto, ha affermato al quotidiano IlDolomiti che l’occasione mancata segna una scarsa lungimiranza politica. "Comprendo che in vista delle Olimpiadi, ci possano essere numerosi cantieri che intralciano la viabilità, ma l’appuntamento annuale del Giro è un momento di grande attesa per il nostro territorio e per la nostra gente: uno strumento affinato nel tempo che impreziosisce e dà valore al nostro Veneto e, pertanto, anche alle nostre splendide e ineguagliabili Dolomiti". Sempre dalle pagine del Gazzettino, Alessio Cremonese, amministratore delegato del gruppo MVC Group, dichiara che "resta l'amarezza per un'occasione persa". Sembra che se il Giro non può arrivare a Cortina allora si debba rinunciare a tutto, come se Passo Giau, il Pelmo, Alleghe, il Cadore, l’Agordino o l’Alpago fossero una sorta di montagna “di riserva” rispetto alla conca ampezzana.

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