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Sport | 27 giugno | 08:38
scritto da Sofia Farina e Pietro Lacasella

La mezzofondista italiana Nadia Battocletti, campionessa europea nei 5000 e nei 10000 metri piani a Roma 2024, racconta a L’AltraMontagna la sua preparazione in vista delle Olimpiadi di Parigi e il suo rapporto con i territori montani. L’abbiamo incontrata sull’Altopiano dei Sette Comuni, al Rifugio Campolongo, dove si sta allenando insieme al padre Giuliano.

 

Dal perché ha scelto l’Altopiano per prepararsi, al percorso che l’ha portata a vincere gli Europei; dalla sua connessione con i rilievi, ai suoi studi; dall’impatto dei cambiamenti climatici sugli allenamenti, al ruolo sociale degli atleti. Una chiacchierata da cui emerge un passaggio particolarmente significativo:

 

“Io penso che l’atleta sia una figura che deve fare un po’ da simbolo e allo stesso tempo da perno. Nel senso che dev’essere una persona pronta sia con il fisico, che mentalmente a determinati sforzi e competizioni. Dev’essere pronto e preparato tutto l’anno. Un atleta però è anche una persona e quindi deve avere tanti valori, soprattutto nel momento in cui arriva all’interno di manifestazioni con la tv e i giornalisti, che sono il canale di collegamento tra lui e il resto del mondo. E quindi vedere uno sportivo forte e al contempo umile, rispettoso ed educato, alza ancora di più il suo valore come persona”.

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