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Attualità | 26 settembre | 08:02

Vittorio Feltri getta veleno sui ciclisti il giorno del compleanno dei Michele Scarponi: "Mi piacciono solo quando vengono investiti". Una coincidenza che sottolinea la pericolosità di certe affermazioni

Mentre Vittorio Feltri dichiarava "I ciclisti? Mi piacciono solo quando vengono investiti", Michele Scarponi - uno dei più grandi interpreti del ciclismo contemporaneo - avrebbe compiuto 45 anni. Avrebbe, perché non c'è più. Il 22 aprile 2017 è stato, appunto, investito

scritto da Pietro Lacasella

Mentre Vittorio Feltri - direttore editoriale de Il Giornale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia - dichiarava "I ciclisti? Mi piacciono solo quando vengono investiti", Michele Scarponi - uno dei più grandi interpreti del ciclismo contemporaneo - avrebbe compiuto 45 anni. Avrebbe, perché non c'è più. Il 22 aprile 2017 è stato, appunto, investito.

 

Per chi, come me, è nato a metà degli anni Novanta, nomi come Bartali, Coppi e Gimondi rappresentano l’eco lontana di un passato grandioso, facendosi emblema di un ciclismo più semplice e, forse per questa ragione, più complesso. Un ciclismo che molti definiscono “eroico” creando un interessante parallelismo con l’attività alpinistica che precedette la seconda guerra mondiale. 

 

Come dicevo, le epopee di quei campioni italiani per la mia generazione sono un’eco, un’emozione indiretta trasmessaci dai racconti dei nostri genitori o dei nostri nonni.

 

Le prime “emozioni dirette” le abbiamo vissute da bambini con il grande Marco Pantani, e le più recenti grazie a Vincenzo Nibali

 

Tuttavia, a farmi innamorare di questo sport è stato Michele Scarponi negli ultimi anni della sua carriera: nonostante fosse un “semplice” gregario, si arrampicava sui pendii con una facilità disarmante. I pochi che riuscivano a restargli a ruota di solito occupavano le posizioni più prestigiose della classifica generale. Scarponi era una persona umile e altruista. Un grande gregario deve per forza essere altruista. Di conseguenza non vinceva molto. Tuttavia faceva vincere. Correva per gli altri, anche se aveva tutte le carte in regola per essere il primo a tagliare il traguardo. 

 

Per fortuna non sono soltanto i trofei a decretare la grandezza di un atleta: così Scarponi è entrato nella storia del ciclismo come migliore attore non protagonista.

 

Ecco, la logica "feltriana" dovrebbe aver quindi apprezzato la sua tragica scomparsa - come scritto, fu investito mentre pedalava - e questo dice tutto su Vittorio Feltri: un personaggio che non solo mina l'incolumità di chi va in bicicletta con parole velenose, ma scredita periodicamente il mondo del giornalismo.

l'autore
Pietro Lacasella

Antropologo e scrittore interessato ai contesti alpini. Nel 2020 inizia a curare il blog Alto-Rilievo / voci di montagna. Ha lavorato per il Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua. Ha riorganizzato e curato i contenuti della testata online del Club alpino italiano Lo Scarpone. Oggi collabora con Il Dolomiti curando il quotidiano online L’AltraMontagna. Ha pubblicato Sottocorteccia, un saggio-diario sull’emergenza bostrico scritto a quattro mani con Luigi Torreggiani. Ha curato Scivolone olimpico, un volume sulla vicenda della pista da bob in programma di realizzazione a Cortina.

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