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Ambiente | 02 novembre | 18:00

Il piacere inquietante offerto dallo zero termico a 4000 metri: si passeggia allegramente in maniche corte mentre i ghiacciai fondono a novembre

Le temperature sono di svariati gradi al di sopra delle medie climatiche stagionali, eppure percepiamo una sensazione di benessere, riflesso nitido di una società che per godere nel presente è disposta a sacrificare il futuro

scritto da Pietro Lacasella

Il contesto è di quelli che seguono una bella passeggiata: voci schiette e rilassate, unite attorno a un tavolo in legno su cui posa una bottiglia di vino friulano e qualche formaggio.

Come spesso accade quando si parla del più e del meno, a un certo punto siamo arrivati a commentare le temperature. 

 

"Fino a qualche anno fa - ha ricordato quello tra noi con la memoria più lunga - il primo novembre, festa di Ognissanti, rappresentava l'occasione per indossare il cappotto nuovo". 

 

Torno con i pensieri a qualche ora prima e mi viene da sorridere. Un sorriso amaro, naturalmente, sfumato in un istante.

Passeggiavamo infatti tra boschi e pascoli incolti con un abbigliamento pressoché estivo. In salita, dove lo zaino si appoggia alla schiena, la maglietta beveva sudore. Avanzavamo tra larici, abeti, salici e prati con felpa legata in vita. Il cappotto? Nel bagagliaio della macchina.

 

Se non fosse stato per le tonalità autunnali, sarebbe stato facile confondere le stagioni, scivolando con i sensi in un’estate ormai lontana.

 

Arrivato a casa ho recuperato un approfondimento a cura della meteorologa Sofia Farina (che abbiamo pubblicato su L’AltraMontagna venerdì scorso) dedicato alle temperature particolarmente miti che stanno avvolgendo le Alpi. Nei dati riportati, le percezioni hanno preso concretezza: avevamo infatti camminato in una giornata torrida, con lo zero termico oltre i 4000 metri (a novembre). E lo avevamo fatto con grande spensieratezza, commentando solo di tanto in tanto il piacevole calore che rinfrancava le braccia scoperte.

 

Le condizioni che abbiamo osservato negli ultimi giorni – informa Farina – e che ci aspettiamo dai prossimi guardando agli output dei modelli meteoclimatici sono da piena estate, non da inizio novembre, e infatti le carte dell'anomalia termica sono tinte di colori caldi, che segnalano temperature di svariati gradi al di sopra delle medie climatiche stagionali”.

 

Di conseguenza, mentre camminavamo allegramente, una larga parte dei ghiacciai alpini spandeva acqua nelle valli in una fusione tardiva. Questa consapevolezza è ora fonte di inquietudine, soprattutto perché quel calore era appunto piacevole. Un piacere profondo, che si rinvigoriva di passo in passo fino a trasformarsi in un benessere effimero, riflesso nitido di una società che per godere nel presente è disposta a sacrificare il futuro.

 

Provare piacere per una situazione anomala non è normale: eppure è una dinamica pervasiva, che rallenta la comprensione dell’emergenza climatica.

l'autore
Pietro Lacasella

Antropologo e scrittore interessato ai contesti alpini. Nel 2020 inizia a curare il blog Alto-Rilievo / voci di montagna. Ha lavorato per il Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua. Ha riorganizzato e curato i contenuti della testata online del Club alpino italiano Lo Scarpone. Oggi collabora con Il Dolomiti curando il quotidiano online L’AltraMontagna. Ha pubblicato Sottocorteccia, un saggio-diario sull’emergenza bostrico scritto a quattro mani con Luigi Torreggiani. Ha curato Scivolone olimpico, un volume sulla vicenda della pista da bob in programma di realizzazione a Cortina.

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