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Ambiente | 30 novembre | 06:00

Avete mai visto morire una farfalla? Pochi istanti prima di andarsene, lotta contro il destino con una tenacia sorprendente e offre un paragone calzante

L’attuale situazione dei ghiacciai alpini ricorda gli ultimi minuti di vita di una farfalla. Naturalmente i tempi geologici non sono paragonabili a quelli biologici, ma per fortuna le metafore riescono a creare delle connessioni tra mondi all’apparenza lontanissimi

scritto da Pietro Lacasella

Avete mai visto morire una farfalla? Qualche anno fa ho casualmente assistito agli ultimi minuti di vita di una farfalla. Un’esperienza nuova, eppure si dice che vivano poco, qualche ora, un giorno, una settimana: non dovrebbe essere insolito vederne una morire. 

 

Una farfalla, pochi istanti prima di andarsene, lotta contro il destino con una tenacia sorprendente. Per un attimo riesce perfino ad avere la meglio: si agita in modo scomposto per opporsi alla gravità mortale del suolo. Sale in cielo per poi crollare, stremata. Pensi che non si alzerà più e invece, scattosa, non demorde. Vuole ingannare il destino, vuole sentire per l’ultima volta, tra le ali polverose, il piacere del vuoto. Un’ultima ascesa in un mare di vento e di libertà. Poi le forze svaniscono e cade per sempre, appagata da una vita breve, ma ricca di significato.

 

L’attuale situazione dei ghiacciai alpini ricorda gli ultimi minuti di vita di una farfalla. Naturalmente i tempi geologici non sono paragonabili a quelli biologici, ma per fortuna le metafore riescono a creare delle connessioni tra mondi all’apparenza lontanissimi.

 

I dati parlano chiaro: sulle Alpi, con una crescita delle temperature maggiore di circa il doppio rispetto alla media globale, si sta registrando un’evidente diminuzione dei ghiacci perenni. A questo fenomeno si aggiungono inverni sempre più brevi e una quota-neve ogni anno più alta.

 

Proprio come la farfalla, anche il ghiacciaio è una creatura viva. Nasce d’inverno, entra a far parte di un corpo più grande e accogliente, e inizia a camminare. A differenza del Purgatorio dantesco, tuttavia, trova la redenzione verso il cielo - sotto forma di vapore - man mano che perde quota.

 

I ghiacciai, oggi, stanno morendo: i sicari, è triste ammetterlo, siamo soprattutto noi, con le nostre politiche aggressive. È necessario rendersene conto in fretta per riuscire, nuovamente, a spiccare il volo.

l'autore
Pietro Lacasella

Antropologo e scrittore interessato ai contesti alpini. Nel 2020 inizia a curare il blog Alto-Rilievo / voci di montagna. Ha lavorato per il Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua. Ha riorganizzato e curato i contenuti della testata online del Club alpino italiano Lo Scarpone. Oggi collabora con Il Dolomiti curando il quotidiano online L’AltraMontagna. Ha pubblicato Sottocorteccia, un saggio-diario sull’emergenza bostrico scritto a quattro mani con Luigi Torreggiani. Ha curato Scivolone olimpico, un volume sulla vicenda della pista da bob in programma di realizzazione a Cortina.

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