Contenuto sponsorizzato
Alpinismo | 17 settembre | 10:00

Reinhold Messner e Nives Meroi: un anniversario comune che ha influenzato il volto della montagna contemporanea

Oggi, 17 settembre, compie gli anni Reinhold Messner, forse l'alpinista più famoso al mondo. Il 17 settembre compie gli anni anche Nives Meroi, che con il marito, Romano Benet, ha scalato tutti i 14 Ottomila, senza l'ausilio di ossigeno supplementare e di portatori d'alta quota. Una data, due alpinisti, 14 montagne, aria rarefatta, orizzonti verticali e ghiacci perenni (almeno così dicono)

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Oggi, 17 settembre, compie gli anni Reinhold Messner, forse l'alpinista più famoso al mondo, tant'è che il suo nome viene spesso utilizzato per indicare una spiccata abilità in ambiente alpino. Un po' come Bolt per qualificare chi è dotato di gambe rapide, oppure Pelé per chi ci sa fare con il pallone.

 

Questa incredibile popolarità fu probabilmente acquisita da Messner grazie a un primato importante: è stato il primo uomo a scalare tutti i 14 Ottomila.

 

Da molti idolatrato, da alcuni guardato con invidia, da pochi giudicato con obbiettività. Non puoi biasimarlo senza cedere al fascino di una vita ricca di esperienze eccezionali; non puoi stimarlo senza inciampare in sfumature contraddittorie.

 

Il 17 settembre compie gli anni anche Nives Meroi. Con il marito, Romano Benet, ha pure lei scalato tutti i 14 Ottomila, senza l'ausilio di ossigeno supplementare e di portatori d'alta quota. È stata la prima coppia a riuscire nell'impresa.

 

La sua storia riflette una passione per la montagna unita da un desiderio di condivisione: una rarità in un mondo fatto di tanti solisti e di poche orchestre.

 

Una data, due alpinisti, 14 montagne, aria rarefatta, orizzonti verticali e ghiacci perenni (almeno così dicono).

 

Due alpinisti che - volendo chiudere con una riflessione di carattere antropologico - hanno indubbiamente influenzato lo sguardo di molti italiani (e non solo) sui rilievi. Questi exploit atletici, che interessino meno, che piacciano o meno, hanno infatti contribuito a costruire uno sguardo sui territori montani che tutt'oggi perdura nella società.

 

Ha preso forma un sentimento collettivo che invita a salire sempre più in alto: così spesso si scala per inerzia, senza riuscire a mettere a fuoco le ragioni che invitano a prendere quota.

 

Questa percezione comunitaria è quindi un'importante fibra umana della trama sociale che offre un volto alla montagna contemporanea.

 

Sorge spontanea una domanda: a vostro parere questa fibra si sta usurando oppure l'approccio alpinistico è ancora dotato del vigore che l'ha caratterizzato negli ultimi decenni?

 

In copertina la fotografia di Reinhold Messner è di Ronny Kiaunlehn

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Cultura
| 21 gennaio | 08:15
Durante il discorso di insediamento, ha promesso che il monte Denali (con i suoi 6190 metri d'altezza il più alto del Paese) tornerà a chiamarsi come stabilito nel 1917. Ecco i motivi
Idee
| 21 gennaio | 06:00
Promosso dal gruppo di lavoro Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano e giunto nel 2025 alla quarta edizione, il premio chiede alle sezioni CAI di segnalare figure emblematiche nel preservare saperi e tradizioni dei paesi montani
Ambiente
| 20 gennaio | 19:19
 Specialmente tra la dorsale abruzzese e quella umbro marchigiana abbiam vissuto dei valori termici davvero molto bassi, con temperature che a 2000 metri hanno sfiorato anche i -12°C. Nel video siamo sul Vettore (Parco Nazionale dei Monti Sibillini immortalato da Paoloantonio D’Ettorre)
Contenuto sponsorizzato