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Alpinismo | 20 novembre | 06:00

Dall'abete ai fiocchi: l'inesorabile crisi dei simboli del Natale. Quanto riusciranno a resistere?

Forse sopravviveranno ai cambiamenti climatici proprio sotto forma di decorazioni. Si accenderanno tutte le sere dell'anno, come fossili luminosi, non più per invitare all'acquisto, ma per testimoniare un tempo che stiamo contribuendo a cambiare; per evidenziare le conseguenze della civiltà dei consumi

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Sono almeno due settimane che il Natale ha iniziato a manifestarsi sotto forma di decorazioni luminose, in alcuni casi ibridandosi con Halloween e le sue zucche di neon.

 

Zucche tardive e abeti prematuri, come a passarsi il testimone in una gara concentrata sul consumo. Sì, perché gli addobbi Natalizi oggi servono principalmente da promemoria al consumatore: "Il 25 dicembre si sta avvicinando, devi iniziare a comprare i regali, non dimenticartene!"

 

"Tra un po' inizieremo a vedere i primi fiocchi di neve baluginare quando ancora cantano i grilli", riflettevo a fine ottobre, osservando gli operatori di un piccolo comune montano mentre li installavano sui lampioni.

 

Eppure gli addobbi natalizi - quando non scadono nel pacchiano - non mi dispiacciono. Soprattutto se riescono a portare un po' di luce nelle aree marginali.

E forse li apprezzo ancora di più oggi, perché hanno un sapore nostalgico, malinconico, che sa di passato. 

 

Il ventaglio simbolico del Natale è infatti composto da elementi fortemente condizionati dai cambiamenti climatici. Due su tutti: i fiocchi, naturalmente, ma anche l'abete.

 

Il riscaldamento globale non sta solo accorciando la durata dell'inverno e alzando la quota neve, ma è anche un pericoloso nemico per il simbolo del Natale per antonomasia: l'abete. Con l'aumento delle temperature, ad esempio, si sta registrando un drastico incremento delle epidemie di bostrico.

 

Quanto riusciranno a resistere i simboli del Natale? 

 

Forse sopravviveranno ai cambiamenti climatici proprio sotto forma di decorazioni. Si accenderanno tutte le sere dell'anno, come fossili luminosi, non più per invitare all'acquisto, ma per testimoniare un tempo che stiamo contribuendo a cambiare; per evidenziare le conseguenze della civiltà dei consumi.

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