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Cultura | 14 dicembre | 12:00

"È forse questo smarrimento il segno del mio avvenuto tradimento?" 998 foto raccontano il territorio dell'Appennino centrale colpito dal sisma

Il fondo è pubblicato sul sito dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione. I fotografi di Patrimonio in comune hanno lavorato in tre aree geografiche, la Valle del Chienti, la Valle del Nera e la Valle del Tronto, che hanno come fulcro il Monte Vettore

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Sequenza sismica" è il fondo di 998 fotografie pubblicato sul sito dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione del ministero della Cultura: la campagna è stata realizzata su commissione dell’ICCD e il titolo del progetto è lo stesso che l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha affidato agli eventi sismici del 2016-17, che hanno colpito l'Appennino centrale, a cavallo tra le province di Macerata, Perugia, Ascoli Piceno, Rieti, L'Aquila e Teramo. 

 

Un gruppo di fotografi, che insieme hanno assunto la denominazione di PIC (Patrimonio in Comune), ha lavorato tra dicembre 2023 e maggio 2024 in seguito all'individuazione di tre aree geografiche di intervento, la Valle del Chienti, la Valle del Nera e la Valle del Tronto, che hanno come fulcro il Monte Vettore, la cima più alta dei Monti Sibillini. Di PIC fanno parte Stefano Ciocchetti, Davide Franceschini, Vanja Macovaz e Mauro Pennacchietti.

 

Il gruppo, in particolare, ha investigato lo stato conservativo dei centri abitati di Arquata del Tronto, Montegallo, Montemonaco, Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita, Camerino, Pievetorina, Norcia, Castelluccio di Norcia, Campi Grisciano, Accumoli, Amatrice e di tutte le loro frazioni.

 

"Per ogni sito, seguendo direttrici topografiche, sono state eseguite riprese aeree delle zone rosse, delle loro contestualizzazioni sul territorio e successivamente le pose da terra, da diversi punti di vista, delle singole strutture più rilevanti. Tutti i blocchi della campagna - spiega il testo che accompagna la pubblicazione sul sito dell'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione - sono stati preparati attraverso una documentazione preliminare sui principali soggetti di ripresa e il previo contatto con le singole amministrazioni comunali e con le caserme dei Carabinieri e Guardia Forestale, per ottenere i necessari nullaosta".

 

 

Le competenze in seno al gruppo di lavoro hanno consentito di individuare anche in loco ulteriori rilevanze. La campagna di documentazione fotografica costituisce per PIC un unicum rispetto alla suo focus - concentrato sulla documentazione preventiva rispetto ai disastri - ma per contrasto avvalora con tutta la sua drammatica evidenza l'urgenza di un intervento organico e propedeutico necessario a qualsiasi opera di pianificazione e messa in sicurezza di questa vasta area del Centro Italia. I fotografi di Patrimonio in comune ritengono che "una perdita di tale entità priverebbe in prospettiva l'intera storia materiale e immateriale italiana della sua memoria, del suo tessuto connettivo e della possibilità di mantenere viva la complessa e stratificata trama di relazioni culturali, geografiche e produttive da cui origina, trae senso e unicità".

 

Silvia Sorana è di Visso (MC), uno dei centri dell'Alta valle del fiume Nera più colpiti dalla sequenza sismica. Vi ha sede il Parco nazionale dei Monti Sibillini. Ancora oggi il suo centro storico è un'immensa zona rossa, inaccessibile. Sorana, che è editrice e libraia a Matelica (MC), ha sfogliato "Sequenza sismica" a partire dalla ricerca di quelle che ritraggono il posto in cui è nata: "Scorro le 246 immagini di un paese che fatico pure io a riconoscere. Intere file di abitazioni e palazzi sono state abbattute. Una archeologia angosciante alla ricerca di qualche segno utile a farmi sentire che sono ancora capace di riconoscere tutto, al primo sguardo. In alcune fatico tantissimo. Dove era qui, e qui, e qui? Mi chiedo. È forse questo smarrimento - commenta - il segno del mio avvenuto tradimento? Della perdita definitiva, del mio essere diventata straniera alla mia casa, alla mia piazza, ai miei vicoli? Chiudo un istante gli occhi (e sì, quanti istanti) riesco a sentire il freddo umido di ogni vicolo che ho percorso infinite volte a tutta velocità, con la pelle d'oca per il freddo, anche ad agosto. Sento chiaro l'odore delle cantine umide, dei salumi a stagionare, del formaggio".

 

"Ogni tanto - conclude - torna a farmi male questo paese".

 

 

Foto d'apertura: Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, Visso - Teatro, Vista, 2024, SS000592, PIC – Patrimonio in Comune (PIC - Patrimonio In Comune - Ciocchetti, Stefano - Franceschini, Davide - Macovaz, Vanja - Pennacchietti, Mauro

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