Una delle più belle pagine scritte sul Natale: "Vidi sulla neve lungo i reticolati, pestata con i piedi, questa frase: 'Fröhliche Weihnachten'"
Dal racconto "I giorni del Nord-Est II", in "Uomini, boschi e api", di Mario Rigoni Stern, si può leggere una delle più belle pagine scritte sul Natale

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Dal racconto I giorni del Nord-Est II, in Uomini, boschi e api, di Mario Rigoni Stern, si può leggere una delle più belle pagine scritte sul Natale. La riportiamo:
"L’alba del 25 dicembre 1943, dopo una notte quasi insonne e molto fredda, fu molto strana perché in quell’aria lattiginosa e gelata si udí d’un tratto un chiaro suono di campane. Forse quel suono veniva dal campanilino di legno? O dagli altoparlanti dei Lager? O dalla mia immaginazione? Insomma erano pur sempre campane che suonavano a festa.
Ma quel mattino divenne più silenzioso degli altri: né Pëtr né Ivan, al di là della parete che ci divideva, né il mio compagno che fingeva di dormire sul saccone di trucioli, dicevano una parola. Mi alzai, accesi la stufa, scaldai l’acqua, con pazienza e con la lametta che non tagliava e con poca saponata mi rasai la barba, e dopo, per quel giorno, mi passai sulle guance alcune gocce di acqua di colonia: pensando a quello che avrebbe dovuto essere il mio Natale, una settimana prima avevo scambiato con un marinaio di passaggio due lamette da barba nuove con un quarto di bottiglietta di acqua di colonia.
Prima di mezzogiorno la guardia venne a chiamarci per la zuppa; e fu allora che vidi scritto sulla neve lungo i reticolati, pestata con i piedi, questa frase: "Fröhliche Weihnachten" (Buon Natale).
(...) Nel tardo pomeriggio, dopo aver fumato la machorka, Nikolaj Kremenčuk intonò sottovoce la malinconica canzone della betulla e, finita la canzone, arrivò furtivo Pëtr con la balalajka. Suonò mettendo allegria e straziando l’anima; poi ci raccontò di suo nonno deportato in Siberia che prendeva i lupi con le trappole e li strozzava con le mani nude. Ma da lontano, mentre raccontava, sentimmo la voce abbaiante del Lagerfeldwebel Braum; contemporaneamente entrò spaurita la sentinella tedesca: – Presto! Presto! Tutti fuori! Se ne andarono precipitosamente. Sulla porta Anatolij Simioncev mi mise in mano qualcosa. Braum ci fu addosso e come capitava distribuì pugni e calci, impugnò anche la pistola, ma non sparò. Ritornò il silenzio e venne la sera. Sul cartoncino che Anatolij mi aveva messo in mano erano disegnate una montagna verde, un cielo azzurro con le stelle e, in basso, una casupola con la scritta in oro Buno Natale".
Un particolare ringraziamento va a Giuseppe Mendicino per la segnalazione.
Fotografia in copertina di Adriano Tomba