"Perché tieni aperto anche quando nevica?" La missione della Libreria Alpe Colle che, a quota 1200, offre una seconda vita a un vecchio alpeggio
"A un certo punto, all’improvviso, ho sentito bussare", racconta il libraio Marco Tosi. "Quell'episodio ha offerto un senso profondo alla mia attività"

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
“Perché tieni aperto anche quando nevica?”
Per una libreria che si affaccia su un vecchio alpeggio, a quota 1238 metri, non è semplice attrarre clienti in caso di maltempo così, quando sono andato a trovare Marco Tosi, mi è venuto quasi spontaneo rivolgergli questa domanda.
“Il perché l’ho capito io stesso qualche tempo fa, un giorno che nevicava bene, a falde larghe”, ha iniziato a raccontare per appagare la mia curiosità.
“Ovviamente erano tutti rintanati in casa, sia i turisti che gli ormai rari abitanti di queste montagne. Così mi sono seduto davanti alla stufa e ho colto l’occasione per godermi un libro nella quiete ricamata dalla neve”.

“A un certo punto, all’improvviso, ho sentito bussare. Sono andato ad aprire convito fosse un escursionista in cerca di un riparo e, in effetti, in un primo momento sembrava fosse proprio così. È entrato un signore ben intabarrato, incrostato di neve dalla testa ai piedi. Quando gli ho domandato se aveva bisogno di qualcosa mi ha risposto, con un tono di voce sorprendentemente normale: ‘Sì, vorrei acquistare un paio di libri. Con questo tempo mi sa che il fine settimana io e mia moglie lo passeremo a leggere’. Viveva a un’ora di cammino dalla libreria. Ha pagato ed è rientrato a casa”.
“Quell'episodio ha offerto un senso profondo alla mia attività perché, se è vero che per trattenere le persone in montagna servono soprattutto i servizi essenziali per un vivere dignitoso, sono altrettanto convito che pure l’offerta culturale possa giocare un ruolo importante nelle dinamiche sociali delle terre alte”.
“Lo sono anch’io”, ho risposto una volta terminato il racconto.
La Libreria Alpe Colle (ne abbiamo parlato QUI e QUI)si trova in un alpeggio di passaggio che per secoli ha collegato il Lago Maggiore con le montagne cannobine e con la Valle Intrasca. Apre ad aprile e chiude a dicembre.

“Com’è andata quest’anno la stagione? Con che parola la riassumeresti?”, ho chiesto a Marco, qualche giorno fa, al telefono.
“Comunità”, ha risposto convinto, per poi aggiungere, offrendo sostanza al termine: “Ci pensavo in questi giorni: se lo scorso anno avessi dovuto trovare una parola per sintetizzare la stagione avrei scelto ovviamente il termine novità essendo la prima volta che tenevo aperto fino a dicembre. Quest'anno invece sceglierei appunto la parola comunità. Una comunità che stiamo costruendo settimana dopo settimana: da una parte continuano ad arrivare nuove persone e dall'altra chi è passato l'anno scorso torna a trovarci. Infine, come hai avuto modo di toccare con mano ad ottobre quando sei venuto a trovarci, stiamo coltivando comunità con le persone del posto, con chi vive i paesi e gli alpeggi intorno all'Alpe Colle. Queste persone sempre più riconoscono nel progetto della libreria un punto di riferimento per il loro tempo, per trovare momenti di socialità, per perdersi nei libri o gustare una birra artigianale e conoscersi. Costruire senso di appartenenza attraverso il dialogo”.
“Sì”, ho pensato una volta riagganciato il telefono, “la cultura può avere un ruolo importante per il futuro dei territori montani”.