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Cultura | 08 luglio | 06:00

Ci sono panchine e panchine giganti: a progetti disneyniani si oppongono iniziative che si integrano armonicamente nel paesaggio

(L'editoriale) Per fortuna le idee sobrie e coerenti con il carattere del territorio non sono poche e nemmeno isolate. Se a volte passano inosservate è proprio per la loro capacità di inserirsi nell’ambiente con rispetto

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

A volte mi accorgo che gli interventi di cattivo gusto balzano all’occhio con maggior facilità rispetto a quelle iniziative orientate a tutelare e valorizzare gli equilibri paesaggistici. Penso sia normale: alla fine la voce stonata è quella che nel coro si nota di più.

 

Per fortuna, però, le idee sobrie e coerenti con il carattere del territorio non sono poche e nemmeno isolate. Se a volte passano inosservate è proprio per la loro capacità di inserirsi nell’ambiente con rispetto.

 

Tempo fa, con un articolo intitolato “Sotto la panca la montagna crepa”, prendevo le distanze dalla proliferazione incontrollata delle panchine giganti (o big bench) che si sta verificando sulle nostre montagne: con le loro tonalità improbabili - scrivevo - sono una distorsione disneyniana della vita, in perfetta continuità con la programmazione turistica degli ultimi settant’anni, dove le peculiarità locali sono spesso state sacrificate per offrire al turista un’esperienza molto ludica e poco educativa. 

 

Oggi volevo invece tessere un elogio a tutti quei progetti che sanno inserirsi nel paesaggio in punta dei piedi, integrandosi armonicamente con la sua fisionomia, con i suoi materiali, con i suoi colori e, perfino, con i suoi odori. 

 

Questi interventi, nella loro raffinata semplicità, sono la dimostrazione concreta che l’offerta turistica si può sviluppare con eleganza, senza riempire il territorio di elementi vistosi, pacchiani ed eccessivamente appariscenti

 

Ovviamente la sensibilità estetica non è una dote innata, ma una qualità che va coltivata nel tempo: uno sforzo necessario se non si desidera rimanere la voce più stonata del coro.

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