"Per rimanere in Appennino mi sono fatta andare bene qualsiasi lavoro". Spesso bisogna rinunciare per restare: "Non cambierei questi luoghi con nulla al mondo"
Editoriale / Ci vorrebbero tante Cecilia per arginare il problema dello spopolamento delle aree interne, ma il cambio di rotta individuale rimarrà sempre un’eccezione fino a quando non sarà accompagnato da un cambio di rotta politico

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
A novembre, la nostra giovane realtà editoriale si è arricchita di una novità: l’arrivo di Cecilia Molinari, una ragazza dell’Appennino che sta frequentando un master in comunicazione scientifica e che ha deciso di scegliere L’AltraMontagna per svolgere il tirocinio.
Si è trasferita quindi a Trento, perché nell’epoca dello smartworking l’apprendistato in presenza è un passaggio indispensabile del percorso, e con grande rapidità ha iniziato ad assorbire le dinamiche che caratterizzano questo lavoro.
Lei si è trovata bene con noi (ma magari lo dice soltanto perché è una persona estremamente educata!), noi ci siamo trovati bene con lei, anche sotto il profilo umano.
Avendo la possibilità/necessità di ampliare la rete dei collaboratori, avevamo pensato che Cecilia potesse essere senza dubbio una risorsa sulla quale investire, tuttavia ieri ha deciso di salutarci con un’email che, nel buio del dispiacere, ci ha offerto una luce speranza. Anzi, penso che questa speranza l’abbia donata alle Terre alte ed è per questo che mi permetto - in seguito al suo consenso - di riportare alcuni passaggi di una conversazione privata.
Con trasparenza, schiettezza e, per fortuna, senza troppi giri di parole, ci ha spiegato che non riesce a lasciare il suo Appennino. “Ogni volta che torno a casa mi dico: ‘Come si sta bene qui, non cambierei questi luoghi con nulla al mondo’”.
Cecilia lavora come guida escursionistica, ma non è un mestiere facile, perché alterna periodi pieni a stagioni vuote. E quei vuoti a volte possono incidere in modo non indifferente sulle finanze personali. È quindi necessario integrare:
“Per rimanere in Appennino mi sono fatta andare bene qualsiasi lavoro. Quello di Trento, de L’AltraMontagna, è un lavoro gratificante e il gruppo di lavoro che ho trovato è straordinario, ma andare via dall'Appennino è per me diventato uno scoglio non più superabile. E l'ho realizzato soprattutto ora, a 34 anni”.
Perdiamo quindi una collaboratrice che nel tempo avrebbe sicuramente portato un valore aggiunto al progetto. È tuttavia una sensazione di rammarico che salutiamo con il sorriso, felici di non aver 'strappato' da un territorio di montagna una persona che lo abita con rispetto, etica e consapevolezza e che, ne siamo certi, a quel territorio saprà dare tanto.
“Ci vorrebbero tante Cecilia per arginare il problema dello spopolamento delle aree interne”, mi è venuto quasi spontaneo pensare, una volta completata la lettura dell’email. Poi, riflettendoci, ho aggiunto con un po’ di amaro in bocca: “Il cambio di rotta individuale rimarrà sempre un’eccezione fino a quando non sarà accompagnato da un cambio di rotta politico”.