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Attualità | 20 maggio | 19:00

L'effetto "wow" al Giro d'Italia non arriva senza una nuova strada asfaltata. Il caso di Livigno e del Mottolino

Non è la prima volta che per creare l'effetto “wow” all’arrivo del Giro d’Italia si sceglie di asfaltare delle strade bianche. Lo scorso anno fece molto discutere la decisione della Regione Friuli Venezia Giulia di asfaltare la strada forestale che portava al Monte Lussari. Quest’anno l’ “upgrade” di asfalto arriva all'imbocco e nella parte finale della strada che porta al Mottolino

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Chi abita in montagna sa quanto sia emozionante ospitare il Giro d’Italia nei propri territori. O meglio, chi abita in montagna sa quanto sia importante il Giro d’Italia per la sistemazione delle strade comunali che magari necessiterebbero di anni per la loro manutenzione.

 

La tappa del 19 maggio, Manerba del Garda - Livigno, è stata la prima vera e propria tappa montana di questo Giro 2024 dove gli ultimi chilometri nel comune di Livigno, dominati da Tadej Pogačar, si sono sviluppati tra  la quota 2200 di Eira e i 2400 metri del Mottolino su una nuova lingua nera d’asfalto creata proprio per l’occasione.

 

L'organizzazione, archiviato il passaggio sul Passo della Forcola, ha modificato il percorso della quindicesima tappa arrivando in cima al Mottolino. Il comune, che non brilla per le scelte ambientalmente ponderate, ha poi asfaltato l'ultimo tratto per il passaggio della carovana rosa. 

 


Tadej Pogačar in arrivo al Mottolino. Foto Livigno.eu
Tadej Pogačar in arrivo al Mottolino. Foto Livigno.eu

Non è la prima volta che per creare l'effetto “wow” dell’arrivo del Giro d’Italia si sceglie di asfaltare delle strade bianche. Lo scorso anno fece molto discutere la decisione della Regione Friuli Venezia Giulia di asfaltare la strada forestale che portava al Monte Lussari.

 

Quest’anno l’ “upgrade” di asfalto arriva per l'imbocco e la parte finale della strada che porta al Mottolino e anche quest’anno ci si chiede se queste sono le ricadute che dei grandi eventi, come il Giro d’Italia, possono lasciare sui territori. 

 

La bicicletta, simbolo di un modo di vivere la montagna e la mobilità in modo dolce e decarbonizzato viene strumentalmente utilizzata per “valorizzare” luoghi alpini che potrebbero essere raggiunti tranquillamente anche senza l’uso di una strada asfaltata. La continua ricerca da parte delle amministrazioni di portare in televisione e sui social un arrivo tappa che deve rimanere indimenticabile si scontra con il senso del limite e della sportività che la bicicletta impone

 

Una discussione sull'impatto che i grandi eventi come il Giro (o le Olimpiadi) hanno sui territori montani e sui limiti che vogliamo, o non vogliamo, imporre allo sport in relazione al territorio circostante sarebbe auspicabile. Discussione che viene sempre rinviata a favore di un sensazionalismo giustificato dalla valorizzazione del territorio stesso. 

 

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