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Attualità | 30 gennaio | 13:40

Pista da bob, Tajani dice: "Io tifo Italia! O Cortina o Cesana'' ma è davvero così che si sta dalla parte degli italiani?

"Oggi in Consiglio di ministri si approveranno norme sulle Olimpiadi invernali del 2026", twitta il vicepremier Antonio Tajani, per poi aggiungere: "Io tifo Italia!"

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Oggi in Consiglio di ministri si approveranno norme sulle Olimpiadi invernali del 2026. Non è accettabile che le gare di bob si svolgano fuori dall'Italia. La scelta è obbligata: o Cortina o Cesana. Faremo di tutto per raggiungere l'obiettivo. Io tifo Italia!"

 

Così ha Twittato il vicepremier Antonio Tajani, evidenziando il desiderio di realizzare un nuovo impianto a Cortina o di riutilizzare quello di Cesana Pariol, abbandonata a pochi anni dall'edizione olimpica di Torino 2006 dopo essere costata ben 110 milioni di euro.

 

 

Sembrerebbe una questione di tifo, quindi, ma come a molti è ormai noto le logiche del tifo a volte rischiano di superare i confini dell’obiettività per abbracciare quelle sportive: ci si identifica ad esempio nello stemma della squadra del cuore, difendendola a tutti i costi, per fedeltà di appartenenza. La si adora, come fosse una pagana divinità (da qui, non a caso, deriva la dicitura «fede calcistica»).

 

Nel tifo tutto questo risponde ad un'esigenza precisa, generando emozioni, orgoglio e talvolta un profondo avvilimento in caso di insoddisfazione. È giusto che all'interno del mondo dello sport rimanga viva una dimensione personale: se ne fosse privato perderebbe, appunto, quella componente emotiva che lo inserisce nel campo del sentimento, dove la ragione cede il passo agli impulsi.

 

Quando si entra nel mondo della politica, tuttavia, soprattutto se le scelte hanno un respiro comunitario, è necessario provare ad adottare uno sguardo imparziale.

Se da un lato Cesana propone un impianto che è già andato incontro al fallimento, dall’altro Cortina rischia di ospitare un’infrastruttura impattante sia in termini economici, che paesaggistico-ambientali. Inoltre, la pista in programma di realizzazione a Cortina, anche nella sua nuova veste light solleva numerose perplessità: i tempi risicati per ultimare l'opera, il rischio per gli atleti (esposti a una pista che, a causa dei tempi ristretti, verrà messa a disposizione per i test event a ridosso delle Olimpiadi), gli elevati costi di manutenzione annua, l’impatto paesaggistico, ma soprattutto il futuro dell'impianto a Olimpiadi terminate.
Lo spettro della pista di Cesana, realizzata per Torino 2006, costata oltre 100milioni e abbandonata a pochi anni dall’inaugurazione, si aggira infatti minaccioso nella conca ampezzana, togliendo il sonno persino al sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi.

 

Viene dunque spontaneo chiedersi: investire così tanti soldi pubblici per uno sport praticato da una manciata di atleti significa tifare per l’Italia o contro l’Italia?
Non sarebbe forse più "patriottico" utilizzare – come suggerito dal Comitato Olimpico Internazionale – le strutture già esistenti e magari utilizzare i finanziamenti destinati al bob per offrire agli abitanti dei territori montani maggiori servizi per un vivere dignitoso?

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