Pista da bob a Cortina ad ogni costo, l'Italia alle Olimpiadi giovanili non ha atleti per skeleton e bob. Bellutti: ''Cesana insegna, è stato un fallimento''

Antonella Bellutti, due ori olimpici nel ciclismo su pista, nel 2002 partecipò con Gerda Weissensteiner alle Olimpiadi di Salt Lake City nel bob a due. "Possiamo vederla da due punti di vista: ci sono pochi atleti perché manca un centro di riferimento oppure non ha senso avere un centro di riferimento perché ci sono pochi atleti? Dunque la mancanza di una struttura è la causa o una conseguenza dell'esiguo numero di praticanti? I numeri, però, dicono che non ha senso costruirla"

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Cortina sì, Cortina no, Cortina bum" canterebbero Elio e le Storie Tese. Storia di un pastrocchio all'italiana, dove chi ci capisce qualcosa non è bravo. Di più.
La situazione attuale è questa: Salvini esulta perché è stata presentata un'offerta per costruire la pista da bob, slittino e skeleton in versione "light" per la quale si è speso in maniera incredibile (e, trattandosi di un'opera pubblica, verrà costruita indipendentemente dai Giochi Olimpici), Zaia è contento ma dice che la pista si farà solamente se a Cortina si disputeranno le Olimpiadi, la Santanché parla di "orgoglio italiano, mica vorrete che andiamo all'estero", il sindaco di Cortina (che poi dovrebbe gestirsi tutto il "mappazzone", per dirla alla Barbieri) ha affermato di non dormirci la notte pensando ai costi da sostenere per mantenere la struttura (salvo, poi, dichiarare ieri che "è un giorno di sole per Cortina"), il presidente del Coni Malagò afferma che "il problema è solo politico", ma poi dovrà essere lui a parlare e convincere il Cio che, in quanto "proprietario" delle Olimpiadi, ha l'ultima parola, dopo aver ribadito - anche pochi giorni fa - come il Comitato Olimpico Internazionale sia sempre stato chiaro e contrario alla costruzione di una nuova struttura.
Ecco, appunto, al di là dei Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026, ha senso in Italia - ad oggi - costruire una pista da bob, slittino e skeleton?
Proprio pochi giorni fa il Coni ha presentato in pompa magna la spedizione che, da oggi, difenderà il tricolore alle Olimpiadi Giovanili che si disputano a Gangwon, in Corea del Sud: la pattuglia azzurra è formata da 74 atleti, che gareggeranno in 13 delle 15 discipline in programma.
Le uniche due senza alcuna presenza italiana saranno proprio il bob e lo skeleton. E, per quanto riguarda lo slittino, al via ci saranno cinque atleti, tra l'altro tutti provenienti dalla provincia di Bolzano, tre dei quali sono "figli d'arte".
Ecco, allora, che la domanda sorge spontanea. Ammettiamo che il Cio dica "sì, la pista di Cortina va bene: ci avete convinto" e che la struttura venga realizzata entro i termini fissati, al termine dei Giochi Olimpici cosa ne sarebbe della pista "light"? Massimo rispetto per tutte le discipline sportive, anche quelle "di nicchia", ci mancherebbe, ma poi avrebbe senso realizzare un centro federale (tra l'altro in una zona estremamente periferica: visti i numeri e la provenienza degli atleti, a quel punto meglio realizzarlo in Alto Adige) per dei movimenti che, obiettivamente, hanno numeri estremamente risicati?
Il quesito è tutt'altro che peregrino e, allora, meglio girare la domanda a chi queste discipline le conosce benissimo. Antonella Bellutti, dopo aver vinto due medaglie d'oro olimpiche nel ciclismo su pista (ad Atlanta '96 e Sidney 2000), nel 2001 si lanciò in una nuova avventura che, all'epoca, poteva apparire folle. Assieme a Gerda Weissensteiner, campionessa olimpica a Lillehammer '94 e due volte iridata nello slittino, decisero di cimentarsi nel bob a due, con l'obiettivo di conquistare la qualificazione per le Olimpiadi di Salt Lake City dell'anno successivo. Ci riuscirono, dopo aver partecipato al circuito di Coppa del Mondo e conquistarono un onorevolissimo settimo posto.
"Altri tempi - racconta -. Noi utilizzammo un bob "usato" dei fratelli Huber, ci spostavamo utilizzando un camioncino e, ricordo perfettamente, che ogni volta bisognava compiere sforzi immani per caricare e scaricare il mezzo. Nazioni come Stati Uniti. Germania, Paesi Bassi e Gran Bretagna, paesi dove questo sport era molto praticato, seguito e sostenuto, avevano staff e strutture di alto livello e qualificarono addirittura team alle Olimpiadi. Noi allenarci abbiamo girammo le piste di mezza Europa, perché in Italia non c'era un centro tecnico federale dedicato".
Ecco, appunto: quella di Cortina non potrebbe diventare la pista di riferimento per il movimento nazionale. Insomma, il nuovo centro tecnico federale.
"E perché non è stato fatto nel 2006 con la pista di Cesana Pariol? Il problema è proprio questo: l'occasione si era presentata non un secolo fa, perché stiamo parlando del recente passato e, invece, ad oggi quella struttura versa in totale stato di abbandono: è un vero e proprio "pugno nello stomaco". Perché adesso dovrebbe andare diversamente, considerato anche che il numero dei praticanti è calato. Ad oggi sono pochissimi gli atleti che praticano bob, slittino e skeleton, questo è fuori da ogni dubbio. Sono sport estremamente costosi e pericolosi, se non svolti in condizioni di completa sicurezza. E le condizioni di massima sicurezza non si possono trovare ovunque, ovviamente. La pista c'era già, ma nessuno è stato capace di utilizzarla e di tenerla viva. Dopo le Olimpiadi di Torino non è stata utilizzata nemmeno un giorno. A Cortina accadrebbe la stessa cosa".
E' proprio impossibile rilanciare le tre discipline?
"Stiamo parlando di sport particolari, complicati, costosi. Per un bob, vado a spanne, si spendono dai 30mila ai 100milla euro, ai quali bisogna aggiungere il costo dei pattini. E poi per creare un movimento serve programmazione, promozione - che non è certamente semplice - e la componente tecnica, che deve essere obbligatoriamente di alto livello. Mi chiedo, ad esempio, come sia possibile che un'atleta del calibro di Gerda (Weissensteiner, ndr) non sia all'interno della federazione con un ruolo importante. Possiamo vederla da due punti di vista: ci sono pochi atleti perché manca un centro di riferimento oppure non ha senso avere un centro di riferimento perché ci sono pochi atleti? Dunque la mancanza di una struttura è la causa o una conseguenza dell'esiguo numero di praticanti? Ognuno può pensarla come vuole, ma i numeri dicono che non ha senso costruire oggi una pista a Cortina".
Come andrà a finire secondo lei?
"Non lo so, ma la questione è ormai completamente politica, come ha detto anche Malagò. Leggo interviste in cui viene dichiarato che non disputare le gare a Cortina rappresenterebbe un danno per la località. Ma chi parla ha mai visto, dal vivo, una gara di bob, slittino o skeleton? Non si vede veramente nulla: nel caso del bob si sente solamente un rumore tremendo, per slittino e skeleton solamente qualche fruscio. Ed è uno sport anche poco televisivo. Sa cosa potrebbero fare? Le gare le facciano a St Moritz e mettano nel centro di Cortina un bel maxischermo con la trasmissione in diretta degli eventi, circondati dalla meravigliosa ospitalità locale".