"Mi sono trovata addosso 27 zecche durante un'escursione (FOTO): ogni volta che abbassavo lo sguardo ne toglievo due o tre"
Il racconto di una biologa e consulente tecnico faunistico: "Mi sono trovata addosso oltre 20 zecche in totale. Percorrendo un tratto di circa 4 chilometri, e controllandomi di continuo, ogni volta che abbassavo lo sguardo ne trovavo e toglievo due o tre. Con le temperature miti, capita che questi fastidiosi artropodi siano attivi anche in inverno"

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
MASSA. Si è ritrovata addosso 27 zecche nel corso di una passeggiata nel Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, Paola Fazzi, biologa e consulente tecnico faunistico che lavora per la realtà che sorge in Toscana. Tutto è successo negli scorsi giorni, quando la donna ha fatto una passeggiata nel verde, in una zona fra i 200 e i 400 metri di quota.

"Mi sono trovata addosso oltre 20 zecche in totale - riferisce, intervistata da L'AltraMontagna -. Percorrendo un tratto di circa 4 chilometri, e controllandomi di continuo, ogni volta che abbassavo lo sguardo ne trovavo e toglievo 2 o 3". La biologa, "abituata e molto attenta al problema", conosce bene i fastidiosi artropodi: "Succede praticamente ad ogni uscita dalla primavera all’autunno di ritrovarsi delle zecche addosso: ora, con gli inverni miti, capita che siano attive (addirittura) tutto l'anno".
Normalmente le zecche (che possono comunque "mordere" in ogni periodo dell'anno) sono infatti molto più attive con l'arrivo della bella stagione, durante la quale le condizioni di temperatura e umidità sono più favorevoli. Probabilmente a causa delle alte temperature registrate in quest'ultimo scorcio d'inverno però gli artropodi sono già molto presenti. Non soltanto sulle Alpi Apuane ma anche in altre zone d'Italia, Trentino compreso: basta spulciare qualche pagina Facebook dedicata alla montagna o alle escursioni 'outdoor' per scoprire che, già da settimane, sono davvero molte le segnalazioni condivise sui social.
Come sottolinea Fazzi, "è importante fare attenzione dopo ogni uscita (e durante), portare vestiti lunghi e controllarsi bene al ritorno a casa - tiene a sottolineare -. Se attaccate, è necessario rimuoverle meccanicamente entro 12 ore per ridurre il rischio di trasmissione di malattie molto gravi. E' bene inoltre non usare liquidi o sostanze oleose per staccarle perché le zecche potrebbero rigurgitare il contenuto e trasmettere patogeni".
E prosegue: "E' necessario controllare nei giorni successivi l'eventuale comparsa di eritemi rossi con centro chiaro o sintomi febbrili che potrebbero indicare la malattia di Lyme (patologia molto pericolosa per l'essere umano): in tal caso, bisogna tempestivamente rivolgersi al medico. Può essere utile - conclude - portarsi durante l'escursione un rotolo adesivo da passare sui vestiti per rimuovere facilmente anche le zecche più piccole. Per chi abita o frequenta aree endemiche per la Tbe (encefalite virale da zecca), è fondamentale vaccinarsi (MAGGIORI INFORMAZIONI QUI)".