La transizione energetica parte dalla montagna. Storia della prima comunità energetica delle Dolomiti Bellunesi
Il comune di San Gregorio Nelle Alpi, 1536 abitanti, ha aperto la finestra verso un futuro rinnovabile per tutti i comuni alpini con la formalizzazione della prima comunità energetica rinnovabile (CER) delle Dolomiti Bellunesi

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Lo sappiamo ormai da tempo: l’uso smodato dei combustibili fossili sta aumentando le temperature medie globali e sta mettendo in crisi le economie alpine ancora dipendenti dal turismo invernale. Sono tutte conseguenze che vediamo con i nostri occhi, non serve parlare dei nostri figli o nipoti per esserne preoccupati.
In questo quadro climatico, quello energetico è uno dei settori più problematici: la sua produzione deve essere decarbonizzata (ovvero resa indipendente dai combustibili fossili) il più velocemente possibile. Ora, la bella notizia è che già oggi abbiamo tutte le soluzioni e che anche i piccoli comuni montani, alpini o appenninici, possono essere parte integrante di questo processo, come sta facendo il comune di San Gregorio Nelle Alpi, 1563 abitanti, il primo in provincia di Belluno ad aver ufficialmente formalizzato l’associazione per diventare una comunità energetica dal nome “M. Pizzocco”, come la cima che lo sovrasta.
Per capire meglio le implicazioni di questa scelta, proviamo a spiegare cosa sono le comunità energetiche rinnovabili (CER). Si tratta di un modello di gestione energetica che favorisce la condivisione dell’energia elettrica tra singoli, amministrazioni, industrie e comuni limitrofi (il limite è quello della cabina primaria). Le CER sono uno strumento per decarbonizzare la nostra rete elettrica e per svincolarsi dall'uso dei combustibili fossili. Proprio la parola condivisione è alla base della nuova idea di consumo energetico che i soci della CER dovranno sperimentare: utilizzare energia quando è disponibile (il caso più semplice è immaginare di spostare i consumi durante le ore di picco della produzione di energia rinnovabile) e condividere eccessi e necessità. Non solo: gli incentivi economici derivanti dalla CER ricadono sul territorio e non sono suddivisi tra i soci. Non si entra in una comunità energetica per fare profitto ma per garantire il benessere della comunità.
I benefici sul territorio, anche per i piccoli comuni sotto i 5000 abitanti come San Gregorio, sono molteplici: lotta alla povertà energetica (specialmente per le famiglie che hanno difficoltà a pagare le bollette di luce e riscaldamento), risparmi in bolletta per gli aderenti e benefici ambientali e sociali al territorio.

Il lavoro della giunta del comune bellunese è partito appena dopo le amministrative del 2022 quando ancora le CER non erano definite normativamente. Il processo, che ha coinvolto i cittadini come parte attiva, si è composto da una fase di illustrazione e studio (con assemblee aperte sulla discussione dei pro e dei contro per la formazione di una CER territoriale) e di una parte di stesura dello statuto della CER stessa da parte della amministrazione. Il modello di CER adottato dal piccolo comune di San Gregorio è il modello definito da ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani) ed è già stato proposto in altre 60 realtà sparse su tutto il territorio italiano.
Il punto forte e innovativo del modello di comunità energetica definito da ANPCI sta nella distribuzione dei benefit a livello territoriale: essere soci della comunità energetica porterà dei maggiori benefici alle famiglie in povertà energetica, agli edifici storici (con difficoltà ad installare il fotovoltaico su coperture vincolate) e per i piccoli commerci di vicinato. Senza dimenticare i vantaggi in bolletta per tutti gli aderenti che contribuiscono attivamente alla CER tramite la produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Come spiega Enrico Lanciano, assessore all’energia e all’ambiente “ANPCI propone un servizio di supporto ai piccoli comuni che è gratis. Il costo per formalizzare la CER “M. Pizzocco” è stata di appena 200 euro per la registrazione dell’associazione, un contributo prezioso per i piccoli comuni che non possono permettersi di avallare grandi progetti”.
Con queste premesse, l’invito ad ogni comune montano ad informarsi e a formalizzare delle comunità energetiche è d’obbligo. La transizione energetica delle terre alte spetta ai piccoli comuni che, come San Gregorio, hanno le capacità e le possibilità per mettere in piedi un modello energetico che guardi al futuro. Non tutti i territori possono permettersi di contare su impianti fotovoltaici privati, sul senso di comunità o su amministrazioni attente alla questione climatico-ambientale. Per questo motivo è importante iniziare a muoversi, anche come singoli cittadini, per formalizzare le comunità energetiche e richiederle alle proprie amministrazioni. Come ha detto il sindaco di San Gregorio Nelle Alpi, Nicola Vieceli, “la necessità di essere una comunità energetica è scaturita anche dall’andamento del costo dell’energia che negli ultimi anni ha colpito particolarmente i piccoli comuni come il nostro”. Probabilmente molti piccoli comuni montani si ritroveranno nelle parole di Vieceli: comunità di energia rinnovabile significa soprattutto bilancio comunale e quando ci si slega dal fossile si è anche indipendenti rispetto gli andamenti del sistema geopolitico. Non potendo impattare a livello mondiale la risposta delle CER è la migliore scelta che possiamo fare per il nostro futuro e la nostra comunità.
I progetti per il futuro di San Gregorio? Lanciano spiega che “a San Gregorio attualmente la copertura delle rinnovabili al 44%. Vorremo arrivare al 70% entro 5 anni tramite un “Piano Comunale Energia e Clima” . Il comune sta cercando di impegnarsi per installare 100kW sugli edifici pubblici, come l’asilo, la scuola elementare, il bar comunale o la sede degli alpini”. San Gregorio ha aperto la finestra verso un futuro rinnovabile per tutti i comuni alpini e non. Ora sta a tutti noi tenere aperta quella finestra e pretendere un futuro rinnovabile.