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Attualità | 18 febbraio | 18:26

IL VIDEO. Tutti in fila: coda chilometrica sull'Alemagna al rientro da Cortina e pensare che c'è chi vuol spendere 100milioni per una pista da bob

Mentre c'è chi pensa di spendere oltre 100milioni di euro per una pista da bob il cui destino pare già segnato, per arrivare (e andarsene) da Cortina è sempre un calvario. Anche oggi una coda chilometrica tra Penarolo di Cadore e Longarone

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

''L'Alemagna è una strada che così come è oggi non è in grado di sopportare flussi di traffico come quelli visti nel ponte dell’Immacolata, ma che potrà sicuramente funzionare meglio quando saranno completate tutte le varianti, sia quelle di Longarone e di Cortina, per le quali il ministro mi ha confermato che si sta concludendo l’iter autorizzativo, sia quelle della Valboite''. Con queste parole il presidente della provincia di Belluno e sindaco di Longarone Roberto Padrin l'11 dicembre scorso commentava l'ennesima coda infinita che ha bloccato l'Alemagna per ore e ore a scendere da Cortina verso Longarone e poi più giù ancora.

 

 

 

 

Oggi la giornata non era di quelle da grande appuntamento (anche se ce ne sarà uno molto importante, domani, la manifestazione di protesta contro la realizzazione della pista da bob delle olimpiadi) eppure la coda si è materializzata lo stesso. Tutto fermo da Perarolo di Cadore a Longarone: 15 chilometri da percorrere in circa un'ora di tempo (stando alle stime ottimiste dei navigatori).

 

La comunità della zona è esasperata da tempo. Le promesse negli anni sono state tante (su tutte quella che con i Mondiali di Cortina del 2021 finalmente l'Alemagna sarebbe stata all'altezza). I risultati, però, sono sempre stati gli stessi. L'Alemagna non è all'altezza nemmeno di smaltire il traffico del turismo canonico dell'Ampezzano e del Cadore

 

E spendere oggi oltre 100milioni di euro per una pista da bob che nessuno userà (non per cattiveria ma perché in Italia chi pratica questo sport sono poche decine di persone) che rimarrà in capo delle comunità locali che dovranno spendere centinaia di migliaia di euro solo per mantenerla attiva, con il disastro di viabilità e di infrastrutture che ha la zona è davvero ingiusto. Un'ingiustizia di proporzioni olimpiche. Le promesse anche questa volta ci sono e sono tante. Se il destino della pista da bob pare già segnato sulle infrastrutture si nutre speranza: ai posteri l'ardua sentenza. 

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