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Attualità | 24 gennaio | 22:07

"Gli animali selvatici vanno apprezzati da lontano con lo sguardo". Il caso del lupo confidente di Pozza di Fassa

In questi giorni sta girando un video che mostra un lupo che si avvicina a una donna mentre spinge un passeggino presso le piste da sci di fondo nei pressi di Pozza di Fassa. Molte le testimonianze - foto e video - che da diverso tempo documentano la presenza di un lupo dal comportamento anomalo. L’Ufficio Grandi Carnivori della Provincia Autonoma di Trento è attualmente impegnato in sopralluoghi per monitorare la situazione

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

In questi giorni è diventato virale un video che mostra un lupo che si avvicina a una donna mentre spinge un passeggino presso le piste da sci di fondo nei pressi di Pozza di Fassa. Non sono poche le testimonianze - foto e video - che da diverso tempo documentano la presenza di un lupo dal comportamento anomalo.

 

Per comprendere meglio questa dinamica abbiamo intervistato Laura Scillitani, zoologa che attualmente lavora presso il MUSE come comunicatrice del progetto LIFE WolfAlps EU, la quale ha fatto chiarezza sul comportamento dell’animale: “Il lupo nel video mostra un comportamento anomalo. Non è infatti inusuale osservare un lupo che passa vicino a strutture antropiche in presenza di poche persone (o nessuna) durante le ore notturne, ma questo esemplare invece pare avere un atteggiamento di richiesta e attenzione seppur con la coda tra le gambe che indica timore, e questo è un comportamento anomalo che va attenzionato. Non ci sono fonti ufficiali e riscontri oggettivi, quindi nessuna certezza, ma ci sono delle testimonianze di alcune persone che avrebbero visto dare da mangiare al lupo”.

 

La divulgatrice scientifica sottolinea dunque l’importanza di riportare alle autorità competenti casi di questo tipo e non pensare di agire da soli per due principali ragioni: “Innanzitutto non bisognerebbe cercare di allontanare l’animale autonomamente per evitare che l’animale reagisca in modo inaspettato, le attività di dissuasione devono essere svolte da chi ha competenza in merito e sa come gestire la situazione. Il secondo motivo - che può sembrare meno importante - è che è fondamentale raccogliere informazioni il più possibile precise sulla frequenza del fenomeno. Archiviando diversi dati sulla frequenza di questo tipo di comportamenti possiamo capire se l’esemplare è un giovane in dispersione più bold (tradotto letteralmente: “audace”, ”spavaldo”), o confidente (un esemplare fortemente abituato alle persone), e questo è fondamentale per applicare la procedura di gestione più idonea seguendo il documento di riferimento redatto dal Large Carnivore Initiative for Europe LCIE, ripreso e adattato alla zona alpina da LIFE WolfAlps EU utilizzato anche da ISPRA. Non comunicare eventi di questo tipo rende difficile comprendere a pieno la situazione e rallenta le azioni di intervento, poiché a seguito di segnalazioni di questo tipo l’approccio più usato dall’Ente gestore per capire la dinamica è attuare un monitoraggio per raccogliere maggiori informazioni”.

 

Sono diversi gli articoli che scrivono che questo lupo verrà rimosso, Scillitani fa chiarezza sulle procedure in merito: “L’azione gestionale da intraprendere non deve essere per forza la rimozione, esistono dei criteri di valutazione che servono a comprendere la situazione attraverso l’analisi dei comportamenti del lupo che permettono di valutare il rischio di abituazione dell’animale. Per esempio, se un lupo viene avvistato per diversi giorni a meno di 30 metri da case abitate bisogna prima di tutto analizzare la situazione e cercare eventuali attrattivi e rimuoverli (per esempio fonti di cibo), dopodiché se il comportamento persiste vengono effettuate azioni di dissuasione e viene considerata la cattura per il posizionamento del radiocollare per monitorare con migliore precisione la situazione. Se l’esemplare mostra atteggiamenti aggressivi nei confronti dell’uomo, come nel caso di Vasto in cui il lupo ha ripetutamente aggredito delle persone senza motivo, l’azione gestionale da intraprendere è quella della rimozione".

 

 

La tabella riporta le indicazioni del Protocollo LCIE sulla “Gestione dei lupi confidenti” (2019) implementata da LIFE WolfAlps EU con le indicazioni di Reinhardt et al. (2020).

 

Cosa si può fare per prevenire queste situazioni? “Come in tutte le situazioni prevenire è meglio che curare: quando c’è un comportamento anomalo è più complicato studiare e intervenire, mentre con semplici accorgimenti è più semplice prevenire situazioni di questo tipo. Per esempio, non bisognerebbe mai avvicinarsi volontariamente ad un animale anche se l’esemplare non mostra paura. Questo vale anche per altri animali, come il recente caso del cervo confidente a Cortina d’Ampezzo che poteva ferire accidentalmente qualcuno con il palco. Gli animali selvatici vanno apprezzati da lontano con lo sguardo. Dare da mangiare è un’altra cosa da evitare, la natura fa il suo corso e può essere più nocivo che benefico in quanto gli alimenti umani non sono idonei all’alimentazione degli animali, ma soprattutto perché se un animale selvatico perde la capacità di alimentarsi autonomamente in quanto supportato da cibo artificiale datogli dalle persone non solo incorre nel rischio di diventare problematico ma perde anche il suo naturale comportamento rendendolo per sempre dipendente dalle persone”.

 

Un lupo confidente non diventa automaticamente un animale pericoloso per l’uomo, ma un’animale selvatico (qualsiasi esso sia) che tollera la vicinanza dell’uomo può potenzialmente reagire in modo imprevedibile ai nostri comportamenti. Vi è quindi una riflessione da fare sulla responsabilità delle nostre azioni nell’indurre comportamenti anomali negli animali selvatici. In molti casi i lupi che mostrano atteggiamenti di confidenza nei confronti dell’uomo hanno subito un processo di abituazione indotto dall’uomo stesso, anche tramite l’utilizzo di cibo come attrattivo. Vi è una differenza sostanziale tra animale domestico e selvatico: il primo è stato selezionato dall’uomo nel corso dei secoli per diverse caratteristiche, tra cui la docilità per favorirne anche la gestione, il secondo invece non ha mai subito un processo di selezione e domesticazione il che lo rende, per l’appunto, selvatico. Dobbiamo quindi tenere a mente questa differenza e rispettare la giusta distanza per tutelare non solo noi, ma anche l’essenza della fauna selvatica. Come ci insegna il Piccolo Principe, si corre sempre un rischio quando si addomestica qualcuno.

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