(IL VIDEO) Ciclista attaccato dai cani pastore non cede alla tentazione di scappare in bici: "Se dovessero farmi cadere non avrei più modo di difendermi"
Risulta particolarmente interessante un recente video, dove un ciclista offre una dimostrazione chiara del comportamento da tenere in caso di incontro con i cani da guardiania: "Quando hanno capito che non avevo paura e che non ero un pericolo mi sono rimesso in sella"

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Negli ultimi anni ci siamo abituati a parlare di coesistenza osservando in modo particolare i rapporti tra società e grandi carnivori. Eppure questo termine dovrebbe trovare un’applicazione più ampia in territori plurali come quelli montani, caratterizzati da un ventaglio di presenze - e di conseguenza di specifiche necessità - spesso compresse nello spazio minuto offerto dalle valli.
Non sono dunque insolite dinamiche di conflittualità tra esseri umani e fauna, tra specie vegetali e fauna (pensiamo ad esempio quando la presenza massiccia di ungulati può ostacolare la rigenerazione dei boschi) o tra esseri umani e altri esseri umani.
A tal proposito, la frequentazione via via crescente dei territori montani ha reso sempre più marcati gli attriti tra lavoratori e turisti. Come abbiamo riportato in un recente articolo a firma di Cecilia Molinari, infatti, le attività ludico-sportive oggi si alimentano anche di spazi fino a poco tempo fa ad utilizzo esclusivo dei residenti.
Perciò è necessario ricalibrare le proprie abitudini a partire dai nuovi scenari che si stanno profilando, per evitare incomprensioni o, peggio, spiacevoli incidenti.
Nel caso specifico dei cani da guardiania, su cui si concentrava l’articolo sopracitato, preziosi accorgimenti possono essere presi sia dai lavoratori, ad esempio scegliendo attentamente i cani da inserire nel gregge, sia da parte dei turisti, obbligati a muoversi nel territorio prestando attenzione non solo alle peculiarità naturali, ma anche a quelle antropiche.
"Ci sono ulteriori precauzioni da prendere nel caso in cui fossimo in sella a una bicicletta, la quale non ha la forma, la velocità e non emette i rumori tipici di un bipede – si legge sempre nell’articolo di Molinari –. È un oggetto rumoroso che spesso si muove con grandi rapidità in direzione del gregge: i suoi protettori possono di conseguenza reagire con proporzionale intensità e prontezza. Il consiglio che gli esperti danno è quello di scendere e condurre a mano la bicicletta, magari ponendola tra noi e il cane".
Risulta quindi interessante guardare un recente video, dove un ciclista offre una dimostrazione chiara del comportamento da tenere in caso di incontro con i cani da guardiania.
"Quando hanno capito che non avevo paura e che non ero un pericolo mi sono rimesso in sella”, commenta l’autore sulla pagina Sport Service L’Aquila (realtà che opera sul territorio organizzando attività cicloturistiche), per poi aggiungere: “L’errore più grande è quello di prendere la fuga in bici. Se il cane dovesse raggiungerci e farci cadere non avremmo più modo di difenderci".