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Ambiente | 01 maggio | 06:00

Vajont, pista da bob di Cortina, industria dello sci: parlare di 'ecologia politica' per non inciampare in pericolose derive ideologiche

Le dinamiche del Vajont sono riscontrabili ancora oggi (magari su scala ridotta) nelle comunità locali, sia montane che non, e la crisi climatica sta portando economia e ambiente a un vero e proprio “punto di scontro” ideologico.

Questa sera approfondiremo questo tema nella rubrica Un'Ora per Acclimatarsi, nell'ambito del Trento Film Festival, insieme a Francesca Talamini, Alice Dal Gobbo, Anna Castiglione e Fabio Deotto. Ore 19:00 in piazza Cesare Battisti, Trento (partecipazione gratuita)

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

C'è un passaggio di La tragedia del Vajont, ecologia politica di un disastro, l'ultimo libro dello storico dell'ambiente Marco Armiero, che aiuta a delineare in modo efficace i confini entro cui si muove l'ecologia politica

 

“Sarebbe facile raccontare la storia del Vajont come uno scontro tra le comunità dei montanari e la corporation, ma in realtà quelle comunità non erano affatto unità coerenti e omogenee. Se alcuni si ribellarono, non vuol dire che lo fecero tutti. E anche per chi si ribellava le motivazioni potevano essere profondamente diverse. Per non parlare dei tanti, probabilmente la maggioranza, che videro nella diga un'occasione di progresso o, più semplicemente, di lavoro salariato”.

 

Le dinamiche del Vajont sono riscontrabili ancora oggi (magari su scala ridotta) nelle comunità locali, sia montane che non, e la crisi climatica sta portando l’economia e l’ambiente a un vero e proprio “punto di scontro” ideologico. Una dinamica particolarmente evidente nell’economia dello sci di massa dove l’aumento delle temperature cozza con la resistenza politica. 

 

Mentre la comunità scientifica ci avvisa degli effetti della crisi climatica sull’industria trainante montana, la politica nazionale e locale sembra ignorare questo avvertimento, continuando a investire centinaia di milioni di fondi pubblici in rifacimento in impianti e in bacini artificiale. Si crea una sorta di conflitto tra scienza, politica e territori.

 

Potremo dire che l’industria dello sci è un buon esempio di “canarino nella miniera” degli effetti della crisi climatica in montagna eppure abbiamo, come i montanari di Erto, ancora sono evidenti due fazioni divise sul futuro di questa economia, e così, di rimando, sopravvive una polarizzazione su chi nega il cambiamento climatico e chi chiede azioni politiche urgenti.

 

Un altro caso emblema, che assorbe e allo stesso tempo riflette le dinamiche evidenziate in modo esemplare da Armiero, è quello della pista da bob di Cortina (di cui L'AltraMontagna ha di recente pubblicato un dettagliato approfondimento - per chi fosse interessato a leggerlo: QUI)

L’appuntamento: A partire da queste riflessioni, alla rubrica Un’Ora per Acclimatarsi, organizzata da L’AltraMontagna nell’ambito del Trento Film Festival, stasera ragioneremo di questi argomenti insieme a Francesca Talamini, Alice Dal Gobbo, Anna Castiglione e Fabio Deotto. Ore 19:00 in piazza Cesare Battisti, Trento (partecipazione gratuita).

Per chi fosse interessato, l'evento verrà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook de L'AltraMontagna

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