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Ambiente | 31 luglio | 13:00

Una lotta al bostrico coordinata tra i territori, il ministero stabilisce le misure fitosanitarie per contenere l'epidemia e si guarda alla ricerca scientifica

L'ordinanza ministeriale prevede in particolare una collaborazione tra i Servizi fitosanitari regionali e le strutture regionali/provinciali di competenza per le attività di monitoraggio sulla presenza dello scolitide

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Una lotta coordinata e coerente all'epidemia di bostrico, un'emergenza legata alla diffusione di Ips typographus (bostrico tipografo) sull’arco alpino e che ha trovato un formidabile contesto di propagazione nei boschi del Nord-Est, ma anche sull'Appennino dopo la tempesta Vaia e con il detonatore della crisi climatica. La novità consiste nell'approccio. Nelle scorse settimane il ministero ha emesso un'ordinanza per le misure fitosanitaria per contenere, per quanto possibile, il coleottero scolitide.

 

L'ordinanza, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 luglio scorso, prevede in particolare una collaborazione tra i Servizi fitosanitari regionali e le strutture regionali/provinciali di competenza per le attività di monitoraggio sulla presenza dello scolitide. Questi indagini devono in particolare essere mirate a ottenere dati sui livelli di presenza del bostrico da utilizzare per la realizzazione di mappe di distribuzione georeferenziate.

 

I Servizi fitosanitari regionali e le strutture regionali/provinciali competenti in materia di foreste devono acquisire e comunicare i risultati delle indagini al Servizio fitosanitario centrale entro il 30 aprile dell'anno successivo in applicazione del "Piano nazionale di indagini".

 

C'è la ricerca di una via coordinata tra i vari territori per mettere in campo alcune misure fitosanitarie d'emergenza. E il ministero stabilisce le procedure tra catture con trappole a feromone (una rete di monitoraggio della popolazione di bostrico per rilevare i dati di abbondanza e fenologia), realizzazione attività di formazione e aggiornamento del personale direttamente coinvolto nelle attività di campo (monitoraggio, rilievo, taglio e lotta attiva) e l'organizzazione di campagne informative per sensibilizzare e informare gli operatori professionali, i cittadini e l'opinione pubblica circa la presenza dell'organismo e le azioni poste in essere per il suo contenimento.

 

L'ordinanza ministeriale elencano poi le misure da attuare in base alle diverse situazioni territoriali e amministrative. Si va dalla rimozione di eventuali schianti di abete rosso da neve o da vento alla sospensioni delle utilizzazioni forestali ordinarie sulle piante sane, dall'evitare lo stoccaggio di legname fresco di abete rosso con corteccia in aree in prossimità del bosco al rilascio programmato di piante secche morte in piedi per favorire i nemici naturali del bostrico, fino al suggerimento di non tagliare gli alberi in aree di margine per evitare di stressare ulteriormente le piante rimaste in piedi. 

 

Via libera alla ricerca scientifica, anche per definire i contributi finanziari. Questa ordinanza punta a sviluppare una linea d'azione comune e coordinata, pur a fronte di diversi contesti normativi, peculiarità territoriali e di esperienza nella gestione forestale.

 

I dati in Trentino evidenziano per quest'anno un trend in recessione, ma i danni del bostrico hanno superato quelli della tempesta Vaia con ripercussioni anche a livello economico, oltre che di patrimonio forestale da ricostruire. Dinamiche che sono state affrontate anche nel libro "Sottocorteccia-un viaggio tra i boschi che cambiano" (edizioni People) de L'AltraMontagna. Scritto a quattro mani da Pietro Lacasella e Luigi Torreggiani racconta una minaccia che incombe sulle foreste del Nord-Est (Qui info). 

 

Il libro è il risultato di una ricerca compiuta sul campo per guardare al destino delle peccete, sempre più fragili, ma a quello più ampio delle nostre montagne in futuro. Alberi secchi e macchie rosse che si stagliano tra i boschi e che ormai caratterizzano il "nuovo" paesaggio alpino. Nel libro-diario, Torreggiani e Lacasella raccontano del coleottero che li ha fatti incontrare e del loro viaggio tra le Alpi. Un'unione di due punti di vista diversi, quello scientifico e quello antropologico, per allargare gli sguardi a un quadro estremamente più complesso ma aprire anche la possibilità a una nuova prospettiva.


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