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Ambiente | 26 febbraio | 17:07

Meteo non è clima: ancora una volta l'arrivo della neve dà vita a infondate teorie che negano il riscaldamento globale

Un soffio d'inverno sta attraversando la catena alpina. E menomale verrebbe da dire! Naturalmente c'è già chi ha incominciato ad affermare - aggrappandosi a singoli eventi meteorologici - che questi episodi sono la dimostrazione che il clima non sta cambiando. Niente di più scorretto, vediamo insieme perché

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Un soffio d'inverno sta attraversando la catena alpina. E menomale verrebbe da dire!

 

Eppure c'è già chi ha incominciato ad affermare - aggrappandosi a singoli eventi meteorologici - che questi episodi sono la dimostrazione che il clima non sta cambiando. Niente di più scorretto. 

 

Gli studiosi ci insegnano infatti che, mentre il tempo meteorologico indica una condizione temporanea dell'atmosfera in un determinato luogo, il clima è invece l’insieme di tutti i fenomeni meteorologici e atmosferici che si verificano in un intervallo di tempo molto più lungo (in genere 25-30 anni).

 

Il clima quindi ci fornisce indicazioni sul tempo che solitamente caratterizza una certa zona.

 

Per aiutarci a comprendere questa importante differenza - su cui non di rado fa confusione anche la politica - nel 2019 il New York Times si servì di una semplice quanto efficace metafora:

 

"Il meteo è simile alla quantità di soldi che hai nel portafogli oggi, mentre il clima è il tuo intero patrimonio. Un miliardario che ha dimenticato a casa per un giorno il portafoglio non è povero e allo stesso modo una persona povera che s’imbatte in qualche centinaio di dollari non diventa improvvisamente ricca. Ciò che conta è ciò che accade nel lungo periodo".

 

È quindi giusto godere della neve di questi giorni. Allo stesso tempo, è anche necessario imparare a leggere i singoli episodi come parte di un quadro climatico più ampio. Solo così, forse, sarà possibile sviluppare politiche e comportamenti più attenti alle caratteristiche ambientali del presente.

 

"Nel report Neve di Eurac Research - informa la meteorologa Sofia Farina su L'AltraMontagna (leggi qui) - leggiamo che, complessivamente, nella regione alpina la quantità totale di neve diminuirà in modo significativo in tutti i periodi dell’anno e in particolare in primavera e che, entro la fine del secolo, le condizioni attuali di copertura nevosa potrebbero spostarsi più in alto di 500-1000 metri, cioè nel 2100 le condizioni della neve a 2000 metri corrisponderanno a quelle che si trovano oggi a 1000-1500 metri".

 

"Consapevole dell’impatto anche emotivo che possono avere queste informazioni - prosegue la meteorologa - riporto anche un altro dato: se gli obiettivi di contenimento del riscaldamento globale al di sotto di 2°C verranno raggiunti, lo spostamento in altezza potrebbe ancora essere contenuto entro i 250-500 metri. Facciamo la nostra parte e ascoltiamo la scienza".

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