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Ambiente | 15 marzo | 19:00

Il Giro d’Italia a emissioni zero. La strada è ancora lunga ma il ciclismo potrebbe diventare l'impulso all'elettrificazione delle aree interne

Il Giro d’Italia, alfiere del ciclismo e quindi del mezzo della transizione ecologica per eccellenza, nell’ultimo anno è stato al centro di qualche polemica “ambientale”. Nel 2023 le emissioni dei trasporti legati al Giro si possono quantificare in 1.183 tonnellate di CO2 con più di 800 mezzi sono stati utilizzati durante il Giro, tra cui i 3 elicotteri che rappresentano circa il 17% delle emissioni totali. Ridurre queste emissioni è relativamente semplice e potrebbe essere un volano per elettrificare le aree interne italiane

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Si avvicina maggio e con esso il Giro d’Italia 2024. Quest’anno si partirà da Venaria Reale per attraversare il centro Italia, zigzagare sulle Dolomiti e finire sotto il Colosseo. I motivi per seguire il Giro sono tanti: dalla presenza di Tadej Pogačar (dopo la sua incredibile vittoria a Strade Bianche) all’ultima aggiunta del passo del Mortirolo 20 anni dopo la morte di Marco Pantani. Il Giro d’Italia, alfiere del ciclismo e quindi del mezzo della transizione ecologica per eccellenza, nell’ultimo anno è stato al centro di qualche polemica “ambientale”. Dall’uso degli elicotteri come mezzo di trasporto privato dei corridori alle proiezioni sul Gran Sasso, sembra che far combaciare la parola bici con sostenibilità non sia così facile.

 

Proprio per questo motivo, l’organizzazione del Giro si è impegnata a redigere un report sulla sostenibilità (così come accade ad esempio per la Formula1) impegnandosi poi a ridurre le emissioni e l’impatto di un evento come il Giro. I profili studiati nel report riguardano sia gli impatti climatici (emissioni di CO2, gestione dei rifiuti, impatti sulla biodiversità) sia gli impatti sociali (impatti sulle popolazioni locali, trasparenza della gestione o educazione).

Gli elementi interessanti, contenuti nel report, sono quelli riguardo le emissioni di gas climalteranti e le soluzioni adottate o in fase di sperimentazione per le compensazioni e le riduzioni.

Prevedibilmente, la quota maggiore di emissioni è data dai trasporti. Nel 2023 le emissioni di questo settore si possono quantificare in 1.183 tonnellate di CO2, circa quanto emettono 440 persone nella loro quota annuale di emissioni legate ai trasporti. Più di 800 mezzi sono stati utilizzati durante il Giro, tra cui i 3 elicotteri che rappresentano circa il 17% delle emissioni totali

 

Il trasporto aereo è uno dei settori chiamati “hard to abate”, ossia un settore in cui ancora le tecnologie a bassa intensità carbonica sono poche e molto costose. Esistono dei precedenti che potrebbero sostituire gli elicotteri in futuro come l’utilizzo di droni, utilizzati per la prima volta durante la Parigi-Nizza del 2024 (o più semplicemente durante la Coppa del Mondo di sci alpino).

La restante quota delle emissioni, proveniente dai mezzi di trasporto su gomma (moto, auto, mezzi delle squadre o camion), si riferisce ad un parco auto totalmente fossile. Solo nel Giro E (la versione elettrica del Giro d’Italia) sono state utilizzate 5 auto elettriche su tutta la flotta.

Se le automobili che seguono il Giro dovessero essere totalmente elettriche, si potrebbe permettere ai territori e alle aree interne di implementare la propria rete di ricarica elettrica proprio per il passaggio del Giro, così come avviene con l’asfaltatura e la sistemazione delle strade. Molto spesso i piccoli comuni si trovano in difficoltà nell'installare delle colonnine di ricarica e questo potrebbe essere il pretesto perfetto per aiutare i territori. 

Inoltre il passaggio di una carovana a zero emissioni (non sarebbe la stessa cosa per gli spettatori che dovrebbero accontentarsi dei propri mezzi) sui passi montani potrebbe dare una spallata alla politica che da anni è inattiva riguardo al tema dell'impatto acustico del traffico automobilistico ad alta quota

 

L'attuale parco auto del Giro d'Italia è completamente fossile (combustione interna)

 

In conclusione, nel report non si menzionano azioni di compensazione carbonica (come la piantumazione di alberi o la tutela di foreste nel sud del mondo) lasciando la porta aperta verso la riduzione on site delle emissioni senza rifugiarsi in escamotage matematici che non porterebbero veramente ad un assorbimento della CO2 emessa.

 

Il Giro d’Italia, arrivato alla sua 107esima edizione, ha la possibilità di farsi precursore di un grande evento sportivo totalmente sostenibile e promuovere così un nuovo tipo di mobilità che parte dalla bicicletta e arriva alla mobilità elettrica, e non solo per il Giro E. 

 

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