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Ambiente | 07 gennaio | 21:05

"Il bob non è caratterizzante per le Olimpiadi e toglierlo non è lesa maestà"

Il telecronista della Rai Franco Bragagna: "Canzonata la Svezia perché già prevedeva la delocalizzazione in Lettonia mentre l'Italia ha ottenuto la kermesse anche per le garanzie del bob a Cortina". Il futuro delle Olimpiadi invernali? "C'è perché ci sono ancora margini di crescita rispetto alle edizioni estive"

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"La disciplina del bob alle Olimpiadi può essere messa in discussione". Queste le parole a il Dolomiti di Franco Bragagna, telecronista sportivo italiano, specializzato in atletica leggera e sci di fondo ma anche di tanti altri sport nelle più importanti manifestazioni internazionali per conto della Rai. E' sua la voce che accompagna tantissimi successi azzurri alle Olimpiadi estive e invernali. "C'è stato qualche tentativo per rendere gli impianti multifunzionali ma non si è mai arrivati fino in fondo e le strutture sono costose, soprattutto da gestire dopo l'evento".

 

La questione della non realizzazione della pista da bob, skeleton e slittino tiene ancora banco, il Veneto cerca di non mollare la partita, anche se il governo e il Coni ormai hanno alzato bandiera bianca. Troppi i 120 milioni di costo per realizzare l'opera e ormai sembra troppo poco il tempo per arrivare a completare lo Sliding center di Cortina per le Olimpiadi del 2026. Si pensa a riqualificare la struttura di Cesana, anche se pure lì il Comitato olimpico internazionale ha dato parere negativo sull'ipotesi.

 

Ma oltre all'opportunità di costruire un'opera complessa da gestire, ora il ragionamento riguarda l'intera disciplina. "Il bob non è solo la nazionale della Giamaica - aggiunge Bragagna - naturalmente è di più, però ragionare sull'uscita dal calendario delle Olimpiadi non sarebbe lesa maestà. E' uno sport importante, ma non è caratterizzante delle Olimpiadi invernali. Ci sono molti sport in ascesa, come lo scialpinismo che debutterà a Cortina-Milano. Un inserimento per me a rischio già nel 2030 perché la scelta della venue non è felicissima e ci sarebbero stati altri siti più adatti".

 

Una struttura che pesa sui bilanci, un po' ovunque. E proprio l'impianto di Cesana è testimone delle difficoltà di questa disciplina. La coperta sul fronte del numero dei tesserati è cortissima. E le Olimpiadi di Torino sono datate 2006, non proprio preistoria, ma non c'è stata una grande crescita del movimento.

 

"C'è stato qualche tentativo, anche all'estero, di rendere queste infrastrutture multidisciplinari e per aumentare l'utilizzo durante l'estate", evidenzia il telecronista Rai. "Ma questa ipotesi non è mai decollata fino in fondo. La questione è delicata perché il numero degli atleti è basso e il bacino di interesse riguarda pochi Paesi e aree fortemente localizzate. Forse qualcosa potrebbe cambiare se si invertisse il ragionamento: la nazionale in questo sport è il punto di partenza, non di arrivo".

 

Mesi di rumors, rassicurazioni, bandi andati a vuoto e opposizione, poi la pista da bob di Cortina ha seguito il destino di quello del pattinaggio velocità a Pinè.

 

"Se la vicenda di Pinè è stata una brutta pagina nella storia italiana, questa è ancora peggiore", continua Bragagna. "La Svezia senza tanti giri di parole aveva ipotizzato a monte le gare di bob in LettoniaSono stati canzonati e il dossier italiano è stato scelto per le garanzie sulla realizzazione dell'impianto a Cortina. Oggi, con una scelta estremamente tardiva, si scopre che quanto presentato dall'Italia era oltremodo poco approfondito. Ora il tema è il numero di gare, poche quelle che restano in Veneto".

 

Stagioni fredde sempre più secche e avare di precipitazioni a causa della crisi climatica impongono delle riflessioni sul futuro delle Olimpiadi. "Le edizioni estive sono più semplici e c'è più scelta ma hanno raggiunto l'apice per discipline, partecipazione e Nazioni presenti. C'è ancora molto margine per sviluppare i Giochi invernali e c'è una grandissima differenza tra le competizioni internazionali e quelle olimpiche. Credo che ci sia ancora un futuro ma ci sono sfide da affrontare", conclude Bragagna.

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