Decine di turisti in fila per una fotografia al lago di Carezza (VIDEO): i nostri scatti riflettono una "natura incontaminata" solo apparentemente
Un video pubblicato da Aldo De Luca immortala decine di persone in attesa di scattare una fotografia sulla passerella del lago di Carezza, in Alto Adige, e mostrano il nostro costante tentativo di ritrarre la montagna come "incontaminata" anche in situazioni di estremo sovrasfruttamento turistico

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
È di recente diventato virale un video del fotografo e pubblicitario Aldo De Luca che, immortalando decine di persone in attesa per scattare o scattarsi una fotografia sulla passerella del lago di Carezza, offre un aspetto tangibile a una riflessione pubblicata qualche anno fa. La riporto qui di seguito:
"A chiunque è capitato, scattando una fotografia a un paesaggio alpino, di escludere volontariamente dall'inquadratura ogni indizio che suggerisca una presenza umana.
Un traliccio dell'alta tensione, una folla, un condominio, i binari del treno, una piattaforma d'atterraggio per gli elicotteri, un muretto a secco, una cabinovia, una ruspa, una strada, una pista da sci, e si potrebbe andare avanti all'infinito.
Questa tendenza a eliminare le testimonianze antropiche dai nostri scatti è il risultato di un processo culturale che, dalla sublimazione romantica in avanti, ha progressivamente trasformato le montagne in un luogo di culto della natura.
E così, con le nostre fotografie, cerchiamo di riprodurre quell'idea di montagna che si è sedimentata nella società e dentro di noi: una montagna "purissima", "salubre" e priva di contaminazioni.
Ma ovviamente la realtà ci racconta una storia diversa: ci parla da un lato di valli sfruttate in modo eccessivo (spesso proprio da chi divulga per fini pubblicitari un'immagine pittoresca/edulcorata della montagna) e caratterizzate da un'intensa e in molti casi disarmonica attività infrastrutturale; e dall'altro di territori esterni rispetto ai grandi flussi turistici, abbandonati a se stessi assieme ai loro ormai rari abitanti e ancora privi di importanti ed essenziali servizi per un vivere dignitoso.
Allora è forse arrivato il momento di abbandonare la retorica della "montagna incontaminata" per abbracciare un discorso culturale rinnovato, che non idealizza la natura e che si faccia promotore di un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente".
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