Contenuto sponsorizzato
Ambiente | 18 novembre | 20:00

"Colleghi, è il momento di essere coraggiosi": il giro di boa di Cop29: è iniziata la seconda settimana

Dopo una giornata di pausa - dei negoziati e di tutto ciò che sta loro intorno, come gli eventi, le conferenze stampa e la azioni - in cui, ironicamente, non siamo riusciti a visitare un villaggio molto speciale (e famoso) nelle montagne azere a causa di un’alluvione che, qualche tempo fa, ha distrutto l’unico ponte disponibile per arrivarci, oggi la settimana è iniziata con un’agenda molto fitta, e soprattutto con l’obiettivo di chiudere i negoziati entro il weekend

scritto da Sofia Farina

Dopo una giornata di pausa - dei negoziati e di tutto ciò che sta loro intorno, come gli eventi, le conferenze stampa e la azioni - in cui, ironicamente, non siamo riusciti a visitare un villaggio molto speciale (e famoso) nelle montagne azere a causa di un’alluvione che, qualche tempo fa, ha distrutto l’unico ponte disponibile per arrivarci, oggi la settimana è iniziata con un’agenda molto fitta, e soprattutto con l’obiettivo di chiudere i negoziati entro il weekend. 

 

Abbiamo passato la prima settimana a sentire a destra e a manca che è necessario agire, che è necessario farlo in fretta, che abbiamo bisogno di risorse economiche (tante risorse economiche, ogni anno di più) e che non mobilitarle, non ingranare la marcia con la mitigazione e l’adattamento, sarebbe ancora più costoso. Abbiamo passato una settimana ad ascoltare gli attivisti chiedere finanziare la giustizia climatica - ma li abbiamo dovuti ascoltare parlare sottovoce, perché l’organizzazione ha impedito lo svolgersi di una vera e propria manifestazione. 

All’interno della comunità della criosfera e delle terre alte globali questa chiamata all’azione ha assunto dei toni molto duri, molto drammatici: negli eventi, nelle conferenze stampa, si usano parole come “conseguenze catastrofiche”, si parla di “migliaia di vite perse”, di “decine di milioni di persone che rischiano di rimanere senz’acqua”. Abbiamo ascoltato scienziati ribadire che non dobbiamo demordere perché la terra è già più calda di quanto avremmo voluto, che dobbiamo però cambiare passo, accelerare l’azione. Heidi Sevestre, la glaciologa e comunicatrice scientifica che è una vera e propria superstar di questi ambienti, ha dichiarato: “L’unica cosa che dobbiamo fare, se vogliamo salvare i ghiacciai, è smettere di emettere così tanti gas serra”. Come si direbbe in inglese: “As simple as that”. 

 

Tutto questo subbuglio, fatto dei toni disperati degli attivisti per la giustizia climatica, della frustrazione dei ricercatori che ormai non sanno più come dirci le stesse cose ogni anno, dell’indignazione di fronte alle ingerenze del mondo del fossile all’interno dei negoziati, per il terzo anno di seguito, ecco, tutto questo faceva da contorno ai negoziati che procedevano nella stanza accanto. Ma allora sorge spontaneo chiedersi: come stanno andando questi negoziati? A che punto siamo, dopo questo giro di boa?

 

Ricordiamo che diversi negoziati stanno procedendo parallelamente, non solamente quelli dedicati alla finanza, che però si è presa la maggior parte della visibilità, essendo il nodo centrale di questa conferenza. Oltre alla discussione che dovrebbe portare a definire il New Collective Quantified Goal - quindi il nuovo obiettivo sulla finanza - stanno procedendo anche quelli dedicati al Global Goal on Adaptation, e quindi al tema dell’adattamento (e anche qui si sta cercando di racimolare i fondi necessari), e poi quelli dedicati alla mitigazione.

Quelli dedicati alla mitigazione, di fondi, sono in pieno stallo e rischiano di diventare il tema più trascurato dell’intera conferenza, mentre le risorse economiche necessarie per l'adattamento al clima rimangono un punto molto critico dei colloqui con i Paesi ancora molto distanti sulla cifra necessaria ai Paesi in via di sviluppo per abbandonare i combustibili fossili, adattarsi ai cambiamenti climatici e pagare i danni causati da condizioni meteorologiche estreme. In sostanza, i Paesi in via di sviluppo hanno dichiarato di aver bisogno di 1,3 miliardi di dollari (mentre la scorsa settimana gli esperti avevano stimato una cifra di circa 1 miliardo di dollari), e le nazioni ricche devono ancora indicare la cifra che ritengono adeguata.

 

“I finanziamenti per il clima sono il carburante per la riduzione delle emissioni. Dobbiamo discutere di entrambi in parallelo - ha dichiarato Manuel Pulgar-Vidal, responsabile globale per il clima e l'energia del WWF - È essenziale che questa Cop invii un segnale forte: i Paesi devono alzare il tiro sulla riduzione delle emissioni. Dobbiamo mantenere lo slancio della decisione storica della Cop28 di abbandonare i combustibili fossili, con un risultato che acceleri la giusta trasformazione energetica”.

 

Un’idea dell’aria che tira, in termini di quanti progressi sono stati fatti su questi diversi binari, ve la faccio dare dalle parole del presidente della Cop29 Mukhtar Babayev: “Le persone mi hanno detto di essere preoccupate per lo stato dei negoziati. Voglio essere chiaro: anch'io sono preoccupato che le parti non si stiano avvicinando abbastanza rapidamente. È ora che si muovano più velocemente. I politici hanno il potere di raggiungere un accordo equo e ambizioso. Devono assumersi questa responsabilità. Devono impegnarsi immediatamente e in modo costruttivo. Il massimo livello di ambizione possibile è davvero difficile e richiede coraggio. Colleghi, è il momento di essere coraggiosi”.

Un messaggio simile, ma trasmesso con toni molto più drammatici, è arrivato da un altro pezzo molto grosso della Cop, Simon Steele, il capo delle Nazioni Unite per il clima, ha esortato i ministri all'azione, che ha aperto la settimana dichiarando: “C'è ancora una tonnellata di lavoro da fare per garantire che la Cop29 dia risultati e che i Paesi si muovano molto più velocemente verso le zone di atterraggio, in particolare per quanto riguarda l'obiettivo di finanziamento del clima. Sono stato molto schietto. I finanziamenti per il clima non sono un'opera di carità. È al 100% nell'interesse di ogni nazione proteggere le proprie economie e le proprie popolazioni dagli impatti climatici dilaganti”.

 

La giornata di oggi è anche iniziata con gli occhi puntati non solo a Baku ma anche dall’altra parte del mondo, a Rio, in Brasile, dove si sta svolgendo il Vertice G20. Perché? Perchè i Paesi del G20, collettivamente, sono fonte dell'80% di tutte le emissioni ed è raro che il loro incontro annuale coincida oggi con la Cop sul clima. Il presidente Bubayev l’ha definita “un'opportunità” poichè "la loro leadership è essenziale per compiere progressi. Non possiamo farcela senza di loro e il mondo aspetta di sentirli. Vogliamo che forniscano mandati chiari ai loro negoziatori per ottenere risultati alla Cop29”.

 

Inoltre, oggi hanno iniziato ad arrivare i ministri dell’Ambiente e dell’Energia, che ora devono entrare nel negoziato e cercare di sciogliere i nodi che rimangono (con l’orologio che ticchetta insistentemente nel retro delle loro teste). Per l’Italia, in serata arriverà il Ministro Gilberto Pichetto Fratin: lo aspettiamo curiosi.

 

Tutte le foto sono di UN Climate Change - Kamran Guliyev

l'autore
Diario da Cop29

Questo spazio è dedicato al racconto della Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si svolge dall'11 al 23 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian. Sofia Farina seguirà i negoziati sul posto per L'AltraMontagna, portando i lettori nel mondo dei negoziati climatici, guidandoli alla scoperta delle questioni più stringenti per i leader del pianeta (e non solo)

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Cultura
| 21 gennaio | 08:15
Durante il discorso di insediamento, ha promesso che il monte Denali (con i suoi 6190 metri d'altezza il più alto del Paese) tornerà a chiamarsi come stabilito nel 1917. Ecco i motivi
Idee
| 21 gennaio | 06:00
Promosso dal gruppo di lavoro Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano e giunto nel 2025 alla quarta edizione, il premio chiede alle sezioni CAI di segnalare figure emblematiche nel preservare saperi e tradizioni dei paesi montani
Ambiente
| 20 gennaio | 19:19
 Specialmente tra la dorsale abruzzese e quella umbro marchigiana abbiam vissuto dei valori termici davvero molto bassi, con temperature che a 2000 metri hanno sfiorato anche i -12°C. Nel video siamo sul Vettore (Parco Nazionale dei Monti Sibillini immortalato da Paoloantonio D’Ettorre)
Contenuto sponsorizzato