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Ambiente | 22 luglio | 06:00

Benedetta Vaia, benedetto bostrico, perché "ci hanno messo di fronte alla stoltezza della specie umana"

(L'editoriale) Vaia è il cavallo imbizzarrito, l’epidemia di bostrico quello malato da anni: abbiamo bisogno di sederci accanto a lui per studiarlo con la dovuta calma; per osservare, riflesso nei suoi occhi tristi, il presente climatico che stiamo attraversando

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Durante le ricerche per la scrittura di Sottocorteccia (libro scritto insieme a Luigi Torreggiani) c'è stato un incontro che mi ha fatto particolarmente riflettere. Ero ad Asiago e il testo che segue è stato scritto dopo aver parlato con Gianni Rigoni Stern.

 

 

 

Benedetta Vaia. L’articolo che Gianni mi ha piazzato davanti s’intitola proprio così e porta la sua firma.

 

«Benedetta Vaia!» ha ripetuto ad alta voce, come per irrobustire la riflessione. Ha poi aggiunto, con parole simili a quelle che aprivano il pezzo: «Benedetta sì, perché ci ha messo di fronte alla stoltezza della specie umana».

«In molti non hanno gradito quel titolo» ha proseguito, lasciando che un delicato sorriso si schiudesse sotto la barba avorio, «ma io penso che i boschi atterrati, i giorni senza energia elettrica, i danni al suolo e alle infrastrutture siano il segno, il messaggio che la natura manomessa ci ha inviato. I cambiamenti del clima sono sotto gli occhi di tutti, anche se qualcuno ancora si ostina a non volerli vedere. La temperatura e le precipitazioni sono cambiate».

 

(...) «Sai» ha detto a un certo punto, con gli occhi seri, «penso alla tempesta Vaia come a un sospiro pesante di una natura stanca dell’uomo». Aveva ragione: Vaia è stata un monito, un invito a rallentare il passo. Ma in quanti sono riusciti a cogliere quell’avvertimento?

 

I cambiamenti climatici si prestano al linguaggio giornalistico solo quando mostrano il loro volto più arcigno, quando provocano catastrofi o fanno registrare nuovi preoccupanti primati. È il cavallo imbizzarrito a fare notizia, non quello che da anni soffre in silenzio. Saltando da un cataclisma all’altro, la narrazione dei cambiamenti climatici si fa quindi balbuziente. Eppure, le trasformazioni provocate dal riscaldamento globale hanno uno sviluppo quotidiano. Ma questa quotidianità è impossibile da comprendere se viene raccontata a singhiozzo, alzando i toni e la qualità del dibattito solo quando un determinato avvenimento accade. Pertanto, credo sia necessario aggiornare la riflessione di Gianni: benedetta Vaia, per aver lanciato all’umanità l’ennesimo segnale, ma anche e soprattutto benedetto bostrico, per averci dimostrato che gli effetti a cascata dell’aumento delle temperature non si manifestano solo in modo esplosivo. Le macchie color ruggine si allargano lentamente, un albero alla volta, un giorno alla volta.

 

Vaia è il cavallo imbizzarrito, l’epidemia di bostrico quello malato da anni: abbiamo bisogno di sederci accanto a lui per studiarlo con la dovuta calma; per osservare, riflesso nei suoi occhi tristi, il presente climatico che stiamo attraversando.

 

Per saperne di più sul bostrico è di recente uscito Sottocorteccia. Un viaggio tra i boschi che cambiano, il primo libro targato L'AltraMontagna

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