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Cultura | 01 gennaio | 06:00

Ci ha lasciati a 83 anni Pino Guzzonato, artista che faceva "cantare" la carta. Sosteneva che “l’arte è di tutti, ma non è per tutti"

Scultore, pittore, disegnatore, incisore, è morto il 30 dicembre. Molti scrittori gli hanno consegnato scritti inediti per consentirgli di realizzare una serie di originali libri d’artista, in poche copie: Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello, Virgilio Scapin, Fernando Bandini, Ilvo Diamanti, Giorgio Celli, Marco Paolini e molti altri

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

L’artista Pino Guzzonato, scultore, pittore, disegnatore, incisore, è morto il 30 dicembre all’ospedale di Santorso, in provincia di Vicenza, dopo dieci giorni di ricovero a seguito di una caduta dalle scale di casa.

 

Nato nel 1941 a Marano Vicentino, creava le sue opere in una casa-laboratorio immersa nel bosco della contrada Acquasaliente, presso Tretto di Schio. Un tempo falegnameria, Guzzonato l’aveva restaurata e trasformata in un luogo di lavoro creativo ma anche di parole e di amicizia. Gli incontri tra amici vecchi e nuovi a Tretto, nel calore della vecchia cucina a legna e dell’ospitalità di Pino e della moglie Maria, artefice di prelibatezze e sua attenta collaboratrice, davano spesso il via a progetti di piccole e grandi iniziative artistiche, alcuni rimasti sogni inespressi altri pienamente realizzati.

 

Per creare le sue opere Guzzonato utilizzava tecniche e materiali diversissimi: la pietra, il legno, la ceramica, la plastica, il metallo, rielaborandone le qualità fisiche e sublimandone le proprietà espressive. Ma negli ultimi vent’anni soprattutto la carta era divenuta parte centrale della sua produzione artistica. La fabbricava da solo, utilizzando tutti i materiali possibili: legno, canapa, cotone, vecchi jeans. Molti scrittori gli hanno consegnato scritti inediti per consentirgli di realizzare una serie di originali libri d’artista, in poche copie, che presto divengono rare: Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Luigi Meneghello, Virgilio Scapin, Fernando Bandini, Ilvo Diamanti, Giorgio Celli, Marco Paolini e molti altri. Frammenti ceduti dagli autori con amicizia e fiducia, che Guzzonato ha salvato dal buio dei cassetti e dal tempo che passa, illuminandoli con la sua carta e il suo pennello. Riusciva a dar vita alla carta e alla sua tridimensionalità; la lavorava con garbo e con amore. In questo modo, la carta di Guzzonato ‘canta’, e quando la carta canta, svela la sua eccellente qualità artigianale.

Un libro d'artista di Alberto Casiraghi, dedicato ad Andrea Zanzontto e illustrato da Pino Guzzonato. Fotografia di Giuseppe Mendicino

 

Quando li apriamo, quei libri svelano file e intrecci di caratteri tipografici su pagine bianche ma anche turchesi e porpora e alcuni disegni stilizzati: fiocchi di neve, il volto degli scrittori, betulle. Sfogliarne le pagine al tempo stesso robuste e soffici, è anche un piacere per il tatto. Le parole di scrittori e poeti, la leggerezza e la fantasia dei colori e dei disegni di Guzzonato, si amalgamavano divenendo arte. La creazione artistica per Pino non era solo disegni e colori, iniziava dalla materia prima, che lavorava con abilità artigianale: quando sollevava la sua rete di rame dall’acqua e raccoglieva in una pagina quel che resta di tessuti disciolti, il suo volto era teso per il desiderio di ottenere un risultato perfetto da un procedimento manuale che, pur lasciandola intravedere, impedisce la perfezione.

 

Le sue opere sono popolate da coccodrilli, uccelli, salamandre e altri strani animali, alcuni richiamano i disegni incisi sulle rocce da nostri antichissimi avi, altri rivelano sapienza cromatica e di linee. Li vedeva nei prati della sua casa–laboratorio, compagni fedeli dei suoi anni a Tretto.

Pino Guzzonato,  Il Martin dell'Acquasaliente 

 

Anche gli alberi, disegnati o dipinti, compongono il mondo artistico di Guzzonato; del resto la sua casa è circondata da faggi, castagni, querce, robinie e betulle; d’autunno l’esplosione dei colori è una magnifica fonte di ispirazione. Dagli alberi discende la carta, da disegno e da libri, non a caso in alcune lingue e idiomi, il giapponese ad esempio, c’è un nesso sequenziale tra le parole bosco, albero e libro. La ricerca artistica di Guzzonato si è evoluta anche attraverso un rapporto di conoscenza e di rispetto verso la natura, di accesa sensibilità sul tema della difesa dell’ambiente naturale e del paesaggio.

 

Le opere di Pino stimolano nuove possibilità di guardare la natura che ci circonda, gli oggetti che accompagnano silenziosi la nostra vita, opere letterarie e dell’ingegno altrui. A volte non era Pino che seguiva le idee e le ispirazioni di uno scrittore amico ma l’inverso, memorabili i versi che il poeta Fernando Bandini ha dedicato al mondo naturale e creativo dell’artista:

 

Aqua saliente

Nel fiume di gamberi e trote

e macchie di alberi folti

la fervida festa di molti

amici godere si puote.

Le carte di Pino, riflesso

di dolci fantasmi e di sogni,

in ogni parola ed in ogni sorriso hanno libero ingresso.

Si siedono a tavola assieme

a noi, fanno parte del pane,

del vino, ma sola rimane

sull’acero la capinera

e limpida e tenera geme

sentendo arrivare la sera.

 

Quando nel 2012 organizzai alle Scuderie di Villa Borromeo di Arcore una mostra su Mario Rigoni Stern, chiesi ad alcuni artisti che lo avevano frequentato di portare una o più opere che richiamassero la memoria del grande scrittore. Pino portò ed espose una serie di grandi pagine dedicate ad Arboreto salvatico, il libro di Rigoni nel quale ogni capitolo prende spunto da un albero diverso. Ogni pagina di Guzzonato riproduceva il disegno di un dettaglio, un ramo o una foglia, degli alberi del libro, e poche righe tratte dal medesimo ma anche da un antico trattato di botanica. Fogli di carta grigia spessa e leggera, colori soffusi da bosco autunnale: in quell’insieme di immagini e di parole c’era tutta la poesia dello scrittore e dell’artista che, passando accanto alle nostre vite, ci dicono lungamente addio. Il suo legame con lo scrittore di Asiago si espresse anche nella realizzazione della scultura consegnata annualmente al vincitore del premio di narrativa e saggistica “Mario Rigoni Stern”.

Un'opera di Pino  Guzzonato dedicata al libro di Mario Rigoni Stern Arboreto salvatico. Fotografia di Giuseppe Mendicino

 

La sua imponente figura fisica, alta e massiccia, pareva in contrasto con la delicata composizione delle sue opere, e la sua consueta imperturbabilità ne accentuava il distacco. Quando però Pino iniziava a parlare, mulinando nell’aria le sue grandi mani, dal racconto e dall’affabulazione sgorgavano idee a ripetizione, e svelavano una irrefrenabile immaginazione. Ogni nuova mostra, in Italia o in Paesi lontani, era diversa dalle precedenti; in alcune occasioni le opere si allungavano per decine di metri, seguendo moti ondulati e forme colorate, altre volte, come nelle piccole edizioni Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi, si condensavano in disegni che occupavano lo spazio di una mano.

 

Davanti alle sue opere è inevitabile chiedersi il significato di disegni e figure a volte di aperta comprensibilità ma più spesso indecifrabili, si riflette e si cerca di capire, ma è forte la tentazione di lasciarsi andare a emozioni e suggestioni, godendo della felicità della vista e del tatto. Riguardo il perenne tema della comprensibilità dell’arte, Guzzonato è convinto che L’arte è di tutti, ma non è per tutti. É elitaria, ma non nel senso che è per pochi: è per tutti coloro che dedichino attenzione e un po’ del loro tempo, impegnandosi in uno sforzo di comprensione. Purtroppo siamo in un periodo di disimpegno generale”.

Mario Rigoni Stern in un'opera grafica di  Pino Guzzonato. Fotografia di Giuseppe Mendicino 

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