La "cartolinizzazione" delle montagne e il potere di un immaginario collettivo alternativo

Valeria Simonini è l'ospite della nuova puntata di Un quarto d'ora per acclimatarsi, il podcast de L'AltraMontagna che approfondisce i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi le vive, le affronta e le studia

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Possiamo riconoscere la cartolinizzazione facendo attenzione all'uso di slogan, di frasi retoriche, di inquadrature ragionate che selezionano quali elementi includere e quali evitare e con questa loro attenta costruzione spesso risulta un'immagine più stereotipata e banalizzante di un paesaggio" afferma Valeria Simonini, nell’ultima puntata di Un quarto d’ora per acclimatarsi, il podcast de L’AltraMontagna che, con cadenza settimanale, racconta i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi li vive, le affronta e le studia.
Quante volte camminando su un sentiero in alcune zone di montagna patinate abbiamo pensato di trovarci all'interno di una cartolina? Valeria Simonini, insieme a Chiara Chiesera, si è occupata proprio dell'immagine turistica che alcune valli o zone montuose scelgono di dare e in particolare del caso del Trentino nell'ambito della ricerca dal titolo "Il Trentino oltre la cartolina verso un ripensamento territoriale".
"La ricerca che abbiamo svolto si propone di indagare proprio il potenziale performativo dell'immagine turistica ovvero in che modo la narrazione territoriale riesce a costruire un territorio sia nei suoi aspetti fisici come la pianificazione a larga scala sia per il suo sviluppo economico e sociale fino a una costruzione mentale che ci facciamo di un luogo e della sua cultura. La ricerca persegue l'obiettivo di rispondere alla domanda rispetto a una possibile correlazione tra la modalità con cui si pratica la comunicazione turistica in provincia e lo sviluppo territoriale".

Il tema indagato da Simonini è essenzialmente "come il marketing territoriale sia in grado di modificare il territorio stesso, rispondendo di fatto la destinazione d'uso dei terreni, l'allocazione di risorse economiche e naturali per assicurare la finalità turistica".
Sul termine cartolinizzazione, Simonini commenta: "L'uso di questa parola si inscrive nella nella volontà di definire una tassonomia un vocabolario per i fenomeni legati alla trasfigurazione di un territorio in un prodotto da dal grande valore economico per l'industria turistica. La cartolinizzazione è quel processo di costruzione mentale e fisica del territorio stesso a partire da un'estetica precisa che è quella della cartolina cercando di far assomigliare una località turistica il più possibile alla sua immagine promossa dal marketing".
Nel 2024, l'oggetto fisico della cartolina sta quasi svanendo e quindi il suo stesso concetto sta cambiando: "Nella ricerca noi utilizziamo il termine cartoline dei nuovi media per raccontare quali supporti sia cartacei che digitali assumono lo stesso ruolo di promozione territoriale". La diffusione delle cartoline, volendo brevemente ripercorrerne la storia, avviene quando le località turistiche e le strutture ricettive capiscono l'enorme potenziale che ha questo oggetto che entra nelle case le persone grazie alla posta. Oggi, "le piattaforme social da questo punto di vista sono un'infrastruttura perfetta - commenta Simonini - perché la cartolina possa continuare ad esistere e arrivare nelle nostre mani. Facendo un parallelo tra la rapidità con cui la cartolina stampata diviene di uso comune e per il suo costo limitato e la sinteticità dei messaggi di saluti che si mandavano così la gratuità dei canali social e l'immediatezza dei contenuti che vi vengono caricati ci fanno definire come una cartolina postata possa essere considerata la sua discendente diretta".

Proprio per questo motivo il termine cartolina oggi "deve essere considerato un contenitore più ampio perché non comprende solo le foto allegate ai post ma anche poster stampati dell'ufficio turistico, quotidiani nazionali, i video promo sui canali televisivi e così via, e dunque il criterio che ci permette di parlare di cartolina non è tanto una questione di formato ma del tipo di immagine che viene veicolata e il fatto di avere una finalità promozionale. La possiamo riconoscere facendo attenzione all'uso di slogan di frasi retoriche di inquadrature ragionate che selezionano quali sono attenta costruzione spesso risulta un'immagine più stereotipata e banalizzante di un paesaggio".
Il modo in cui scegliamo di promuovere un territorio influenza profondamente il tipo di turismo che vi si sviluppa e, di conseguenza, l’impatto sul territorio stesso e sulle comunità locali. Quando la promozione punta a un modello intensivo e trasformativo, si rischia di alimentare il turismo estrattivo, che modifica profondamente l’ambiente naturale e culturale: dallo sfruttamento delle risorse idriche alla movimentazione di terra per creare infrastrutture, fino all’appropriazione simbolica dei valori culturali locali, trasformandoli in attrazioni per i visitatori. Questo processo conduce spesso alla monocultura turistica, dove l’intero territorio è organizzato attorno a una sola funzione economica, rendendo i servizi e le attività locali dipendenti dalla stagionalità e limitando le possibilità di sviluppo sostenibile.

Di fronte a questa complessità, è bene ricordarsi che ci sono diverse esperienze ecosociali alternative, definite da Simonini delle "pratiche contro-egemoniche" che nella fase di ricerca ha scoperto e che identificato come spunti per un ripensamento del territorio: "Abbiamo scelto circa 130 realtà da indicare come esperienze che operano sul territorio in maniera diversa dalla narrazione dominante ponendosi come delle alternative possibili".
La raccolta sicuramente non è esaustiva nè finita, commenta, "ma anzi è proprio questo suo essere collettiva plurale, nata dal basso e in continua evoluzione che una mappa di questo tipo si fa alternativa alla cartolina". La mappatura che emerge dallo studio del territorio trentino diventa così uno strumento per "ridefinire un immaginario alternativo a questo paradigma turistico che sta prendendo forma attraverso la pluralità di piccole esperienze presenti e che nasce dall'ascolto delle voci che conoscono i propri luoghi e i bisogni delle comunità".
"Continuando a sostenere quanto gli immaginari possano avere un potenziale trasformativo - conclude Simonini - questa mappa diventa progettuale e propone un futuro desiderabile che non si delinea a partire da visioni astratte ma proprio da un archivio di idee e di persone che si relaziona e contaminano tra di loro".
Qui è possibile ascoltare la puntata, disponibile anche su tutte le principali piattaforme podcast (Spotify, Apple e Google Podcast, Audible):