Scalano El Capitan per la Palestina. Miranda Oakley: "Stiamo usando le nostre abilità di arrampicatori per chiedere la fine di questa follia"

Quattro arrampicatori professionisti, membri del collettivo "Climbers with Palestine", hanno messo in atto una protesta contro l'invasione israeliana nella striscia di Gaza appendendo uno striscione con le parole "Stop al genocidio" e i colori della bandiera palestinese sull'iconica parete di El Capitan. Emily Meg Weinstein: "Come ebrea, farlo con i miei cari amici palestinesi e americani non solo mi sembra giusto, ma anche molto importante in questo momento"

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Questa settimana il famoso parco di Yosemite è stato teatro di una protesta contro l'intervento israeliano a Gaza: quattro scalatori hanno appeso uno striscione con le parole "Stop al genocidio” e i colori della bandiera palestinese sull'iconica parete di El Capitan.
Il quartetto ha posizionato l’enorme striscione circa a metà della parete del Nose, tra la cengia della El Cap Tower e il Texas Flake, alle 19:00 di lunedì e dove è rimasto per tutta la notte, per poi arrotolarlo e calarsi poco prima di mezzogiorno di martedì.
I quattro scalatori - Miranda Oakley, Alix Morris, Alexa Flower e Henry Whittaker - fanno parte di un collettivo chiamato "Climbers with Palestine", nato a dicembre dello scorso anno, due mesi dopo l'attacco del 7 ottobre a Israele da parte di Hamas e la successiva invasione della Striscia di Gaza da parte di quest'ultimo. Un’invasione che, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, dall'inizio del conflitto ha portato più di 35.000 palestinesi e 1.200 israeliani a perdere la vita e allo sfollamento di 1,7 milioni di abitanti di Gaza.
Il collettivo si è inizialmente dedicato alla raccolta di fondi per le organizzazioni non profit che lavorano per fornire aiuti umanitari nella striscia, come Medici Senza Frontiere, l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione e il Palestinian Children's Relief Fund. Negli ultimi tempi, non essendo in vista una fine del conflitto, i suoi membri hanno iniziato a pensare ad altri modi per attirare l'attenzione sul tema e hanno trascorso l'ultimo mese e mezzo a gettare le basi per la loro protesta.
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"Abbiamo scelto questa scritta - stop al genocidio - perché è inequivocabile", ha detto uno degli attivisti in un'intervista "È potente. È semplice. È toccante. Dobbiamo smettere di uccidere le persone, oggi".
Oakley, per metà palestinese, è una guida di arrampicata professionista e nel 2016 è diventata la prima donna a scalare El Capitan in solitaria in un giorno. Alla domanda sugli obiettivi che hanno portato gli attivisti ad appendere lo striscione, ha risposto che il suo desiderio è semplicemente che le persone facciano ciò che possono. "Non sono un'attivista", ha detto. "Sono un'arrampicatrice, ecco perché sono qui. Fate quello che potete per porre fine a questa follia. Forse è chiamare il vostro rappresentante, forse è boicottare i marchi che traggono profitto dall'apartheid, parlare con amici e familiari, qualsiasi cosa. Siamo qui per fare quello che possiamo fare".
Emily Meg Weinstein, un altro membro del collettivo, in una intervista rilasciata a Climbing mentre dal fondovalle forniva supporto ai manifestanti in parete, ha dichiarato: "Mettere questo messaggio su El Capitan, il più grande palcoscenico che abbiamo a disposizione, è così significativo", ha detto. "E come ebrea, farlo con i miei cari amici palestinesi e americani non solo mi sembra giusto, ma anche molto importante in questo momento".
Climbers with Palestine ritiene inoltre che la comunità dell'arrampicata sia in una posizione unica per protestare contro la situazione a Gaza, grazie alla diversità e alla natura interculturale di questo sport. "L'arrampicata riunisce persone provenienti da comunità di tutto il mondo", ha detto Morris. "Quindi più arrampicatori devono parlare di questo problema".