Contenuto sponsorizzato
Attualità | 25 marzo | 17:02

"Siamo preoccupati per il nostro futuro": la lettera del Cai giovani Toscana ai vertici della regione per denunciare il "Far West apuano"

Il Cai Giovani Toscana ha mandato ai vertici della Regione Toscana e del Parco Regionale delle Alpi Apuane una lettera intitolata “Siamo preoccupati per il nostro futuro: Appello e Proposta tavolo di lavoro Regionale per le Alpi Apuane del Cai Giovani Toscana” per chiedere l'istituzione di un tavolo di lavoro permanente in seno al Consiglio Regionale che coinvolga tutte le parti interessate così da instaurare un canale diretto e un dialogo costante non solo con l’ente Parco ma anche con il Cai e con le altre associazioni ambientaliste

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La sezione Giovani Toscana del Club Alpino Italiano ha inviato una lettera dal titolo “Siamo preoccupati per il nostro futuro: Appello e Proposta tavolo di lavoro Regionale per le Alpi Apuane del Cai Giovani Toscana” ai vertici della Regione Toscana e del Parco Regionale delle Alpi Apuane per chiedere una maggiore tutela delle Alpi Apuane e per denunicare le attuali attività estrattive nelle aree contigue di cava.

 

La lettera arriva sulla scia di quella inviata qualche settimana prima dal Gruppo Regionale Cai Toscana, sconcertato dalle dichiarazioni del Governatore della Toscana Eugenio Giani dello scorso 24 febbraio in occasione di un convegno dal titolo “pianificazione del territorio, valorizzazione del prodotto lapideo e modelli innovativi di economia locale. Spunti per uno sviluppo sostenibile in Garfagnana”. Infatti, a detta del gruppo regionale, nel convegno è emerso con chiarezza come le Alpi Apuane siano considerate dalla Regione come “giacimento” economico, correlato in modo esclusivo all’estrazione del marmo. Il Club Alpino Italiano e nello specifico le sue sezioni toscane, da sempre “denunciano che le attività estrattive nelle aree contigue di cava all’interno del Parco delle Alpi Apuane compromettono l’equilibrio della biodiversità, del paesaggio, mettono a repentaglio la riserva idrica più importante della regione contenuta nel sistema carsico delle Alpi Apuane". La lettera del gruppo Giovani vuole portare attenzione sullo “scempio ambientale” e chiede di tutelare il “patrimonio di biodiversità inestimabile” che costituiscono le Alpi Apuane e, nello specifico, di creare un tavolo di lavoro permanente in seno al Consiglio Regionale che coinvolga tutte le parti interessate così da instaurare un canale diretto e un dialogo costante non solo con l’ente Parco ma anche con il Cai e con le altre associazioni ambientaliste.


Cave Passo della Focolaccia Alpi Apuane - Crediti Francesco Lastrucci

Riportiamo qui di seguito il testo completo della lettera.

 

“Alla cortese attenzione del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani,

del Portavoce del Presidente della Regione Toscana Bernard Dika,

dell'Assessora Regionale all'Ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e

Protezione Civile Monia Monni,

del Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo,

del Consigliere Regionale Circoscrizione di Massa Carrara Giacomo Bugliani,

del Consigliere Regionale Circoscrizione di Lucca Mario Puppa,

e del Presidente del Parco Regionale delle Alpi Apuane Andrea Tagliasacchi,

 

Gentilissimi,

 

vi scrivo a nome dei giovani soci e delle giovani socie del Club Alpino Italiano, sulla scia della lettera inviata dal nostro Gruppo Regionale CAI Toscana qualche settimana fa.

 

In questa nostra lettera non ribadirò ulteriormente il nostro sconcerto, la nostra preoccupazione e la nostra rabbia per le parole pronunciate dal Presidente Eugenio Giani a Gorfigliano. Lo ha già fatto il nostro Gruppo Regionale.

 

Vorrei porre l’accento su quanto sia inaccettabile pensare che l'unico modello di sviluppo possibile per le Alpi Apuane sia quello di puntare sull'estrazione incontrollata del marmo, che genera lavoro per pochi, profitti per pochissimi e un danno incalcolabile per la collettività; a scapito del meraviglioso ecosistema di queste montagne, che non recupereremo mai più.

 

Le Aree Contigue di Cava all’interno del Parco delle Alpi Apuane minacciano da decenni la riserva idrica più importante della nostra regione, aumentando, tra gli altri, il rischio idrogeologico, e compromettendo un ecosistema formato da specie vegetali che rappresentano circa il 30% di quelle dell’intera penisola italiana, di cui circa 40 endemiche dell’area.

 

Le Alpi Apuane sono un patrimonio di biodiversità dal valore inestimabile che stiamo distruggendo a un ritmo insostenibile al solo fine di alimentare l’industria del carbonato di calcio, che rappresenta oggi tra il 70% e l’80% di tutto il materiale estratto. È uno scempio ambientale.

 

Per questo vi chiediamo (citando l’alpinista, ambientalista e regista Alberto Grossi): è civiltà ridurre i monti in farina? È progresso? Vorremmo infatti che “queste montagne, nate dal mare e che, per mare, se ne vanno..." (sempre per citare Grossi) non fossero destinate a rimanere vive solo nei nostri ricordi, a morire con noi. Vorremmo che la loro bellezza restasse il più a lungo possibile e che sia preservata per le generazioni future.

 

Queste e molte altre riflessioni sono scaturite anche in occasione del Congresso “Le montagne non ricrescono” dello scorso 16 Dicembre a Carrara a proposito del quale, dobbiamo dirvelo, ci è dispiaciuto ed è stata inopportuna l’assenza dei rappresentanti delle vostre istituzioni.

 

Concludiamo sottolineando come sia difficile condensare in una lettera di pochi paragrafi tutte le problematiche, le considerazioni e le possibili soluzioni per uno sviluppo più sostenibile delle nostre amate Alpi Apuane: avremmo voluto parlarvi anche della mancanza di sostenibilità sociale ed economica, oltre a quella ambientale.

 

Dell’intercettazione e l’inquinamento di cavità carsiche censite nel catasto regionale. Del danno paesaggistico causato dal mancato adempimento alle prescrizioni fissate nei piani di escavazione: crinali interrotti e creste abbattute in barba a leggi nazionali ed europee, anche grazie alle deroghe delle leggi regionali. Degli ingenti danni erariali alle casse dei Comuni, della Regione e dello Stato sempre causati dal mancato adempimento al piano di escavazione. Della chiusura di sentieri CAI letteralmente inglobati e cancellati da cave attive nel Parco. Degli atti vandalici ai danni di escursionisti e speleologi, delle minacce, della corruzione, delle infiltrazioni della criminalità organizzata e dell’economia sommersa. Di quello che oggi, purtroppo, è il Far West apuano.

 

Per questo vi proponiamo di creare un tavolo di lavoro permanente in seno al Consiglio Regionale che coinvolga tutte le parti interessate così da instaurare un canale diretto e un dialogo costante non solo con l’ente Parco ma anche con il nostro Club (che in Italia conta 350.000 soci) e con le altre associazioni ambientaliste, al fine di trovare soluzioni insieme e assicurare da ora in avanti uno sviluppo quanto più sostenibile possibile al Parco delle Alpi Apuane.

 

Ve lo chiediamo a nome delle future generazioni”.


Gruppo CAI Giovani Toscana al Rifugio Forte dei Marmi - crediti Veronica Pierotti

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Cultura
| 21 gennaio | 08:15
Durante il discorso di insediamento, ha promesso che il monte Denali (con i suoi 6190 metri d'altezza il più alto del Paese) tornerà a chiamarsi come stabilito nel 1917. Ecco i motivi
Idee
| 21 gennaio | 06:00
Promosso dal gruppo di lavoro Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano e giunto nel 2025 alla quarta edizione, il premio chiede alle sezioni CAI di segnalare figure emblematiche nel preservare saperi e tradizioni dei paesi montani
Ambiente
| 20 gennaio | 19:19
 Specialmente tra la dorsale abruzzese e quella umbro marchigiana abbiam vissuto dei valori termici davvero molto bassi, con temperature che a 2000 metri hanno sfiorato anche i -12°C. Nel video siamo sul Vettore (Parco Nazionale dei Monti Sibillini immortalato da Paoloantonio D’Ettorre)
Contenuto sponsorizzato