Larici di Cortina: i conti non tornano. Saranno 2.000 gli alberi abbattuti per il bob a dispetto del progetto?
Da una nostra indagine sembra che i larici da tagliare saranno ben di più dei 5-600 citati dai vari comitati e organi di stampa, ma addirittura quasi 2.000. Un numero incongruente con le superfici citate nel progetto di SIMICO: su 2 ettari come fanno a starci 2.200 metri cubi?

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Dopo i primi giorni di forte indignazione collettiva, il clamore mediatico attorno all’inizio dei lavori per la nuova pista di bob di Cortina sembra essersi già placato. Ma i lavori avanzano, con il proseguo dell’abbattimento dei larici che è solo il primo passo per fare spazio al vero e proprio cantiere dell’opera.
Sui larici si è detto di tutto, forse anche troppo, puntando spesso l’attenzione unicamente sull’azione (il taglio di alberi di oltre un secolo di vita) senza concentrarsi abbastanza sul contesto, sulla reale valenza di quel bosco e soprattutto sui numeri, dettagli dietro i quali, lo sappiamo, spesso si nasconde il diavolo.
Siamo riusciti ad entrare in possesso del piano di gestione forestale del Comune di Cortina. Non dell’ultima versione, al momento difficile da trovare, ma della precedente. Le differenze non sono tantissime in termini quantitativi, dato che alberi di questa età crescono molto lentamente; si tratta perciò di dati comunque molto affidabili.
Proprio questi numeri ci restituiscono una fotografia molto diversa da quanto si evince incrociando i dati del progetto “light” di SIMICO con la determina di aggiudicazione della ditta che sta effettuando i lavori di taglio.
Nel progetto ridotto della pista, infatti, si spiega che la non realizzazione di alcuni parcheggi inizialmente previsti “consente di diminuire l’interferenza con la superficie boscata stimata in fase di progettazione esecutiva, portandola da 24.291 metri quadrati a 19.980 metri quadrati, risparmiando 4.311 metri quadrati di superficie boscata”.
Ammonta quindi a 19.980 metri quadrati la parte di lariceto che dovrà essere abbattuta per fare spazio alla pista: in pratica 2 ettari.
Leggendo i dati del piano di gestione forestale relativo a quelle aree si evince che, mediamente, la “provvigione”, ovvero il volume di legno presente in quell'area, varia tra i 300 e i 350 metri cubi ad ettaro. Il numero di piante si attesta invece attorno alle 280-300 ad ettaro. In pratica, ogni pianta di quel bosco specifico “cuba” mediamente poco più di 1 metro cubo.
Ebbene, dalla determina di assegnazione della ditta aggiudicataria si legge che la stima dell’impresa, al momento dell’offerta, è stata di ben 2.200 metri cubi. Si tratta, di conseguenza, del triplo rispetto ai 7-800 metri cubi che, presumibilmente, vegetano nei circa 2 ettari previsti al taglio dal progetto.
Sembra insomma che i larici da tagliare siano ben di più dei 5-600 citati dai vari comitati e organi di stampa, ma addirittura quasi 2.000. Un numero però incongruente con le superfici citate nel progetto di SIMICO: su 2 ettari non possono starci 2.200 metri cubi.
Questa considerazione derivante dai numeri del piano di gestione è già chiara anche nella realtà. Venerdì scorso, la consigliera regionale Cristina Guarda ha infatti presentato un esposto per denunciare il taglio di larici anche in luoghi nei quali, secondo il progetto di SIMICO, bisognava “mantenere le alberature esistenti” (ad esempio nella zona dell’anfiteatro e della “Curva cristallo”).

Ma il piano di gestione forestale ci restituisce altri dati molto interessanti sul lariceto. Ci spiega, ad esempio, che l’età delle piante principali è di circa 150 anni, che si tratta di un bosco presente da sempre (come dimostrano anche fotografie d’epoca - vedi sopra), che un tempo era utilizzato come rado pascolo arborato e poi, negli anni ’60, è stato oggetto di rimboschimento di abete rosso e latifoglie per colmare le lacune tra un albero e l’altro. Un bosco da sempre antropizzato quindi, ancor di più dopo la costruzione di strade, piste da sci, impianti di risalita e della vecchia pista da bob.
Non si tratta insomma di un bosco raro e così peculiare dal punto di vista puramente ambientale, ma di un’area forestale dalla fortissima valenza culturale, paesaggistica e sociale. Un luogo prezioso proprio per la sua ubicazione, per la sua storia, adatto al turismo lento che può svilupparsi nei pressi di un centro abitato come quello di Cortina ma anche importantissimo per gli stessi abitanti. Un luogo che, solcato dal serpentone olimpico di acciaio e cemento, perderà la sua antica identità. Questo è il punto.
Non stiamo facendo, come sostiene qualcuno, “ambientalismo da salotto”. Qui non si tratta, come ho già scritto, di contestare il taglio programmato di qualche larice in montagna - azione che anche nei dintorni di Cortina è realizzata nella sostenibilità da secoli e che anche nel lariceto in oggetto è prevista, in modo cauto, dal Piano di gestione - ma il taglio di quei larici, di quel bosco, per realizzare quella pista.
A maggior ragione SIMICO, il Comune di Cortina e gli attori coinvolti dovrebbero fare chiarezza sui numeri: quanti larici saranno veramente tagliati e dove? Sarà seguito il progetto originario oppure no? Eventuali varianti sono giustificate? Se sì, da quali motivazioni?
C’è poi un’ultima domanda. Per la compensazione del taglio del lariceto il progetto di SIMICO prevede, oltre a opere di rimboschimento, 23.556,00 euro di indennizzo. Alla luce dell’eventuale aumento della superficie tagliata questo numero andrà raddoppiato o addirittura triplicato? E soprattutto, come verranno spesi questi soldi?