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Ambiente | 23 giugno | 13:00

Un'intera frazione spazzata via in pochi attimi: la chiesa spezzata in due (VIDEO). Tutti salvi i cittadini grazie al soccorso alpino

L'ingrossamento del Vénéon, un torrente dell'Isère, ha distrutto strade e sepolto intere case nel comune di Saint-Christophe-en-Oisans, nel cuore del massiccio degli Écrins, spazzando via parte della frazione di La Bérarde. Grazie al pronto ed efficiente intervento del soccorso alpino, non ci sono stati feriti o dispersi, ma la situazione nella catena montuosa rimane molto complicata, come afferma il Parco Nazionale degli Écrins

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Venerdì il Vénéon, un torrente dell'Isère, ha spazzato via parte della frazione di La Bérarde, situata a 1.727 metri di quota nel comune di Saint-Christophe-en-Oisans, nel cuore del massiccio degli Écrins.

 

Le foto e i video che arrivano dalla valle mostrano case sepolte e strade distrutte e colpiscono i tanti arrampicatori, alpinisti e appassionati di montagna che considerano quelle zone una vera e propria mecca.

 

Per La Bérarde, la situazione è catastrofica: una ricognizione aerea effettuata sabato 22 giugno, ha mostrato che il nuovo letto del torrente Étançons ha devastato il centro del paese, spazzando via diverse case e distruggendo la chiesa. Di fronte a un tale paesaggio apocalittico, è di consolazione sapere che il pronto intervento del soccorso alpino, via terra e via aria, ha permesso l'evacuazione immediata delle zone pericolose e ha fatto sì che non ci fossero feriti o dispersi.

 

 

 

 

 

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La realizzazione di una operazione di soccorso di tale entità ha richiesto numerosi viaggi di andata e ritorno realizzati da quattro elicotteri. Venerdì sera, tutte le persone colpite sono state accolte nella località turistica di Les Deux-Alpes, ospitate nel Palais des Sports della città, a circa dieci chilometri in linea d'aria da La Bérarde.

 

È un disastro causato dalle precipitazioni copiose, ma non solo, secondo Guy Vernet, presidente della Comunità dei Comuni dell'Oisans: "Abbiamo parlato molto di pioggia, ma con il riscaldamento globale la neve si sta sciogliendo enormemente e questo peggiora le cose - sottolinea  - lo scioglimento della neve aumenta le dimensioni dei torrenti e contribuisce a queste devastanti inondazioni".

 

Il Parco Nazionale degli Écrins ha rilasciato un comunicato per definire l'entità del problema: "La situazione nella catena montuosa è attualmente molto complicata, con molte strade di accesso interrotte. Nel Vénéon, la frazione di La Bérarde è allagata; tutti gli abitanti del villaggio e dei rifugi di Châtelleret, Carrelet e Temple Écrins vengono evacuati per via aerea. Anche l'accesso stradale a Saint-Christophe-en-Oisans e La Bérarde è impossibile fino a nuovo avviso. La situazione è la stessa a Valgaudemar, a Champsaur e a Chaumette. Nella zona del Briançonnais, l'accesso alle valli del Petit Tabuc e del Grand Tabuc è impossibile: le piste sono state spazzate via e l'autorità locale ha vietato il traffico motorizzato e pedonale in queste due valli".

 

Inoltre, le autorità locali hanno emesso delle ordinanze di divieto di accesso alla zona disastrata dell'Alto Vénéon-La Bérarde a causa dei rischi per le persone (edifici che rischiano di crollare, impossibilità di attraversare i torrenti, ecc.).

 

 

 

 

 

 

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Le montagne sono in prima linea nel cambiamento climatico: se prima a dircelo erano solo i rapporti scientifici, ora a farlo ci sono anche le foto e i video che periodicamente invadono le home dei notri social network. Le precipitazioni più intense stanno aumentando il rischio di alluvioni e frane, con effetti evidenti e drammatici, e il futuro ci riserverà situazioni sempre più complesse da gestire.

 

Valérie Paumier, fondatrice dell'associazione Résilience Montagne, che si occupa di tutela dell'ambiente montano e di divulgazione degli impatti del cambiamento climatico su di esso: "Se cerchiamo di rimandare troppo la mitigazione - per mitigazione si intendono le misure necessarie per affrontare il problema di fondo, frenando o arrestando l'aumento delle emissioni di combustibili fossili, che rischiano di provocare un aumento irreversibile e catastrofico della temperatura globale - non potremo più parlare di adattamento. Gli investitori non dovranno più finanziare progetti nelle aree montane. Se alcuni dicono che senza lo sci tutto in montagna è finito, è certo che senza una trasformazione dei modelli, tutto sarà finito ancora più rapidamente. I villaggi di montagna sono i più lontani in termini di tempo e di chilometri per i rifornimenti di cibo e per i soccorsi".

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