Contenuto sponsorizzato
Ambiente | 29 aprile | 12:00

Scalare le montagne con le gambe e con la mente: Pascal Egli, atleta professionista, ricercatore e attivista a "Un quarto d'ora per acclimatarsi"

Pascal Egli, atleta professionista di skyrunning e sci alpinismo, docente di geografica all'Università di Trondheim, ricercatore di glaciologia, attivista di Protect Our Winters Switzerland (e chissà quante altre cose) ospite di Un quarto d'ora per acclimatarsi, il podcast de L'AltraMontagna che approfondisce i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi le vive, le affronta e le studia

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Sia la vita dei ricercatori che quella degli atleti professionisti, tendenzialmente, richiedono buone doti di organizzazione del proprio tempo e la capacità di spingersi al di là dei propri limiti, mentali in un caso e fisici in un altro. Oggi abbiamo il grande onore di avere con noi Pascal Egli, una persona che è riuscita ad essere sia un atleta professionista, nelle discipline di corsa in montagna e scialpinismo, che un ricercatore di successo e docente universitario di glaciologia e geografia.


Credits: Lucas Scott / Karola Cueva

Pascal è svizzero e parla tante lingue, motivo per cui riusciamo a includerlo in questa serie di intervista in italiano: “Sono di San Gallo, nella parte tedesca di Svizzera e vicino alle Prealpi svizzere ma ho vissuto in diversi luoghi sia in Svizzera, come Zurigo e Losanna e Davos, che fuori, come in Sudamerica, in Ecuador,  e in Canada per una parte del mio master. Ora poi mi trovo in Norvegia quindi la mia madre lingua è il tedesco ma parlo anche francese, spagnolo, l'italiano - imparato tra l’università e le gare - e il norvegese, perchè insegno in Norvegia”.

 

Egli è un atleta professionista, molto noto e apprezzato dalla community degli sportivi di montagna per tanti motivi: ha come record personale sui mille metri di dislivello positivo un bassissimo valore di 32:21 minuti, ha vinto la Skyrunner world series nel 2018 e in generale ha collezionato numerosi podi in gare internazionali, tra cui anche un argento ai mondiali di corsa in montagna del 2017.

“Ho cominciato a fare delle gare di corsa in montagna all'età di 16 anni e mi è subito piaciuto molto questo sport” racconta Egli “ho vinto la mia prima gara tra i giovani juniores e all'età di 19 anni ho vinto il campionato svizzero di corsa in montagna e da lì sono stato inviato a partecipare ai campionati europei e dopo ai mondiali”.


Credists Lucas Scott

Gli anni successivi hanno visto Egli impegnarsi maggiormente negli studi di Ingegneria presto il Politecnico di Losanna e poi anche in un dottorato di ricerca, attività che gli “hanno chiesto tanto sforzo” e l’hanno portato a diminuire il numero di gare. Tuttavia è proprio durante la triennale che racconta di aver “scoperto lo stile fast and light” quando c’era poco tempo e tante cime di 3000 e 4000 metri da salire.

 

Pascal racconta come la sua passione per l’ambiente naturale e in particolare quello montano, che hanno origini lontane e risalgono ai tempi del liceo, l’hanno portato a ricoprire ora il ruolo di ricercatore e docente di glaciologia all’Università di Trondheim, dove studia la geografia, la glaciologia e il cambiamento climatico, anche tramite dei progetti interdisciplinari.


Credits: Pascal Egli

La prima domanda che può venire in mente, di fronte a un personaggio così eclettico, è: “Ma come fa a fare tutto? Come fa a portare avanti sia la carriera da atleta che quella da scienziato, poi in realtà anche quella da attivista?”. Ebbene, risponde Pascal: “è difficile, a volte mi sembra quasi impossibile, e il mio modo di superare questa difficoltà è dare la priorità a una cosa alla volta, a quella che in quel momento funziona meglio e che mi piace maggiormente e poi passare a un’altra”.

 

Qui è possibile ascoltare la puntata, disponibile anche su tutte le principali piattaforme podcast (Spotify, Apple e Google Podcast, Audible):

 

 

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Cultura
| 21 gennaio | 08:15
Durante il discorso di insediamento, ha promesso che il monte Denali (con i suoi 6190 metri d'altezza il più alto del Paese) tornerà a chiamarsi come stabilito nel 1917. Ecco i motivi
Idee
| 21 gennaio | 06:00
Promosso dal gruppo di lavoro Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano e giunto nel 2025 alla quarta edizione, il premio chiede alle sezioni CAI di segnalare figure emblematiche nel preservare saperi e tradizioni dei paesi montani
Ambiente
| 20 gennaio | 19:19
 Specialmente tra la dorsale abruzzese e quella umbro marchigiana abbiam vissuto dei valori termici davvero molto bassi, con temperature che a 2000 metri hanno sfiorato anche i -12°C. Nel video siamo sul Vettore (Parco Nazionale dei Monti Sibillini immortalato da Paoloantonio D’Ettorre)
Contenuto sponsorizzato