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Ambiente | 12 marzo | 19:00

"Riserva idrica sì, ma soluzione per i ghiacciai no": il commento del meteorologo Giulio Betti sulle abbondanti nevicate degli ultimi giorni nelle Alpi piemontesi

Nevicate da record hanno investito le Alpi piemontesi grazie a questa seconda perturbazione di marzo: ma attenzione a non commettere errori di interpretazioe, soprattutto in ottica di cambiamenti climatici globali in corso. Il commento di Giulio Betti

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

 

Le immagini da satellite di questa mattina, passata la parturbazione e dissolta la coltre di nubi che impediva l'osservazione dell'arco alpino dall'alto, sono a dir poco spettcolari. Le Alpi piemontesi sono caratterizzate da una copertura nevosa senza eguali negli ultimi dieci anni.

 


Foto da satellite Nasa di oggi, martedì 12 marzo 2024 (fonte: Centro Meteo Piemonte)

 

I dati nivometrici di Arpa Piemonte, l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, mostrano degli spessori che superano i 330 cm al Rifugio Zamboni, in Valle Anzasca, Macugnaga (VB), e i 250 cm all'Alpe Veglia, in Val Divedro, Varzo (VB), come riassume in un recente post la pagina di divulgazione "Dati Meteo Asti".

 

 

 

 

 

 

 

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Un commento a questa situazione, che sta generando l'ennesima ondata di commenti negazionisti della crisi climatica in corso, che colpisce per precisone e chiarezza espositiva, è quello del meteorologo Giulio Betti, che ha intitolato "the grey side of the snow", il lato grigio della neve,  che riportiamo qui.

 

"Nevicate abbondanti, se non a tratti eccezionali, sono cadute nelle ultime due settimane sulle Alpi, soprattutto occidentali.

 

The white side. Chiariamoci subito, si tratta di manna dal cielo e affermare il contrario sarebbe molto sciocco. Due motivi per esultare: Il primo: risorsa idrica preziosa per una delle zone d'Italia (e d'Europa) che maggiormente ha subìto gli effetti della siccità del 2022 e che negli ultimi 30 anni ha visto un preoccupante susseguirsi di fasi secche. Siccità spesso innescate da scarso innevamento autunnale e invernale. Il secondo: fauna e flora possono, sebbene solo a quote medio-alte, rallentare un po' la loro innaturale corsa verso una primavera anticipata causata da un inverno termicamente quasi inesistente.

 

The grey side. Chiariamoci subito, queste nevicate non indicano affatto una svolta climatica e non risultano incoerenti col riscaldamento globale. Due i motivi per NON esultare. Il primo: abbondanti precipitazioni concentrare in poco tempo sono ormai un classico degli ultimi anni e risultano coerenti con tutte le proiezioni climatiche. La neve è una meteora come tutte le altre e non sfugge a questa regola. In alcune località del Piemonte sono caduti dai 100 ai 150 cm di neve in 24/30 ore a quote relativamente alte per la stagione (il periodo fine febbraio/inizio marzo una volta riservava spesso nevicate a bassa quota o in pianura in Italia era in particolare al Nord e sulla regione alpina). Una precipitazione intensa e concentrata che a quote inferiori ai 1000-1300 metri è caduta sotto forma di forti piogge con tutti i disagi del caso.

 

Le nevicate spettacolari di questi ultimi 10 giorni giungono alla fine dell'inverno più caldo mai osservato al Nord (e in Italia) dal 1800, nonché a livello globale. La neve non significa necessariamente freddo e il freddo non significa necessariamente neve, ma la neve che non viene seguita dal freddo è come libro senza il finale. E mentre sulle Alpi nevicava (peraltro non ovunque) l'Appennino continuava a piangere pioggia.  Gli strati accumulati in così pochi giorni, benché molto importanti, NON salveranno i ghiacciai alpini dal caldo anomalo estivo. Si tratta di neve dalle caratteristiche primaverili, caduta senza uno zoccolo spesso ed esteso di neve autunnale (la più importante).

 

Quindi riserva idrica sì, ma soluzione per i ghiacciai no. Ci vorrebbero decine di anni con autunni/inverni molto nevosi e estati fresche per poter vedere i ghiacciai tornate ad avanzare. Ma così non è e non sarà in futuro, purtroppo. Quindi è più che giusto godere del lato bianco della neve di questi giorni, ma è altrettanto doveroso non illudersi ignorandone il lato grigio".

 

 

 

 

 

 

 

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