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Ambiente | 29 dicembre | 06:00

Quanto costa la fusione dei ghiacciai? La stima degli esperti di un costo insostenibile per il pianeta intero

Il pianeta sta pagando a caro prezzo la fusione dei ghiacciai e delle calotte polari, sia in termini ambientali che economici: a dirlo è il rapporto State of the Cryosphere presentato un mese fa a Cop29 in Azerbaigian, che mostra come gli effetti del ritiro dei giganti di ghiaccio stiano già causando danni per miliardi di dollari, con implicazioni crescenti per i territori montani e le comunità che dipendono da essi

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il pianeta sta pagando a caro prezzo la fusione dei ghiacciai e delle calotte polari, sia in termini ambientali che economici: a dirlo è il rapporto State of the Cryosphere presentato un mese fa a Cop29 in Azerbaigian, che mostra come gli effetti del ritiro dei giganti di ghiaccio stiano già causando danni per miliardi di dollari, con implicazioni crescenti per i territori montani e le comunità che dipendono da essi.

 

Gli eventi estremi legati alla fusione glaciale, come le inondazioni da lago glaciale (in inglese "glacial lake outburst floods"), stanno devastando infrastrutture e proprietà: solo nell’ultimo anno, l’esplosione di due laghi sul ghiacciaio Thyanbo in Nepal ha distrutto scuole, cliniche e abitazioni, rendendo inabitabile metà del villaggio di Thame. Fenomeni simili, che minacciano 10 milioni di persone in tutto il mondo, hanno recentemente causato danni per 2 milioni di dollari a Juneau, Alaska, e hanno contribuito alla distruzione parziale di una diga idroelettrica da 1,69 miliardi di dollari in India.

 

Nelle regioni polari, il disgelo del permafrost sta gravemente danneggiando infrastrutture critiche. In Alaska, il costo delle riparazioni è già di centinaia di milioni di dollari, e si stima che entro il 2050 le spese nell’intera area artica potrebbero raggiungere i 276 miliardi di dollari.

 

Il settore del turismo, un pilastro economico per molte aree montane e polari, è tra i più colpiti. In Antartide, il turismo e la pesca, che generano 1,2 miliardi di dollari l’anno, rischiano di subire drastici ridimensionamenti a causa del declino della biodiversità e della stabilità dei ghiacci. Anche i servizi ecosistemici offerti dai ghiacciai, come lo stoccaggio di carbonio e la regolazione climatica, stanno venendo meno: recenti studi stimano il loro valore in 180 miliardi di dollari all’anno.

 

Nel settore agricolo, la riduzione della neve e del ghiaccio sta minacciando l’approvvigionamento idrico per l’irrigazione e la produzione alimentare. Le risorse idriche provenienti dai ghiacciai della catena dell’Hindu Kush-Himalaya, che sostengono un’attività economica di 4.000 miliardi di dollari e forniscono acqua a due miliardi di persone, sono in rapido declino. La scarsità idrica è destinata a far lievitare i costi per l’agricoltura e a ridurre la sicurezza alimentare in tutta la regione.

 

Se le emissioni non verranno ridotte rapidamente, l’innalzamento del livello del mare potrebbe raggiungere un metro entro il 2100, con conseguenze disastrose per le città costiere e le economie globali. Amsterdam, Miami, Karachi e Bangkok sono tra le città a rischio sommersione, un evento che provocherebbe lo spostamento di milioni di persone e danni economici incalcolabili.

 

Anche eventi climatici estremi come gli uragani stanno diventando più devastanti a causa del contributo dello scioglimento glaciale, infatti secondo le stime degli esperti l’innalzamento del livello del mare ha aggiunto 8,1 miliardi di dollari ai danni causati dall’uragano Sandy nel 2012, e fenomeni simili si prevede diventeranno sempre più frequenti e costosi.

 

Agire ora per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C potrebbe ridurre significativamente questi costi. Limitare l’aumento delle temperature non solo rallenterebbe la fusione dei ghiacciai, ma offrirebbe anche più tempo per adattare le infrastrutture e proteggere le economie vulnerabili.

 

Investimenti mirati alla riduzione delle emissioni e alla resilienza climatica sono quindi fondamentali per evitare che i territori montani e il resto del mondo debbano sostenere costi economici e sociali insostenibili. In gioco non c’è solo la salute del pianeta, ma anche la stabilità economica di intere nazioni.

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