Contenuto sponsorizzato
Ambiente | 28 novembre | 13:07

"L'inquinamento nei mari non può essere risolto se non si pulisce a monte". Plastica: un problema globale

Mentre delegati da tutto il mondo si riuniscono in Corea del Sud per definire i termini di un trattato globale contro l'inquinamento da plastica, cresce la consapevolezza che questo problema non riguarda solo gli oceani e le città, ma anche gli ecosistemi di alta quota. Le montagne, spesso erroneamente considerate luoghi incontaminati, stanno diventando vittime silenziose dell'inquinamento da plastica, un fenomeno che aggrava le pressioni ambientali già esistenti e mette a rischio risorse cruciali

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Mentre delegati da tutto il mondo si riuniscono in Corea del Sud per definire i termini di un trattato globale contro l'inquinamento da plastica, cresce la consapevolezza che questo problema non riguarda solo gli oceani e le città, ma anche gli ecosistemi di alta quota. Le montagne infatti, spesso erroneamente considerate luoghi incontaminati, stanno diventando vittime silenziose dell'inquinamento da plastica, un fenomeno che aggrava le pressioni ambientali già esistenti e mette a rischio risorse cruciali come l’acqua e la biodiversità.

 

Un pianeta pieno di plastica

 

Il panorama globale ci impone di affrontare il problema dell'inquinamento da materie plastiche con serietà e urgenza. La produzione globale di plastica ha raggiunto livelli allarmanti, più di 400 milioni di tonnellate all'anno, e purtroppo ancora solamente una minima parte di questi rifiuti viene riciclata, mentre il resto viene dispersa nell’ambiente, accumulandosi nei fiumi, nei mari e perfino nei luoghi più remoti del pianeta, tra cui i ghiacciai himalayani o le vette alpine.

Oltre ai danni della componente macroscopica e invisibile, sempre più ricerche mettono in luce il ruolo (e il pericolo) dell'inquinamento da microplastiche, che sono invisibili a occhio nudo, si insinuano persino nei terreni e nell’aria, finendo nei tessuti dei viventi, come noi umani, e causando danni che gli scienziati stanno appena iniziando a comprendere.

 

La plastica in montagna

 

L'inquinamento da plastica rappresenta una minaccia crescente anche per gli ecosistemi montani, spesso percepiti come luoghi incontaminati. Bottiglie, imballaggi alimentari, e persino microplastiche trasportate dal vento o dalle acque raggiungono altitudini elevate, accumulandosi lungo sentieri e corsi d'acqua. Questi rifiuti non solo deturpano il paesaggio, ma compromettono la biodiversità: ad esempio, animali come stambecchi e marmotte possono ingerire frammenti di plastica scambiandoli per cibo, con conseguenze potenzialmente fatali.

 

Inoltre, i residui plastici possono frammentarsi in microplastiche, infiltrandosi nei suoli alpini e nelle riserve d'acqua potabile e nei ghiacciai, influenzando negativamente gli ecosistemi locali e le comunità che dipendono da queste risorse.

 

Il summit delle Nazioni Unite

 

Pochi giorni fa si è aperto a Busan, in Corea del Sud, l'ultimo ciclo di trattative per un trattato giuridicamente vincolante che affronti il problema: la fine dell'incontro è prevista per il primo dicembre e siamo nel mezzo delle negoziazioni.

 

I paesi dell'Onu, reduci da due eventi negoziali molto complessi che li hanno visti impegnati sul tema della biodiversità (con Cop16 a Cali) e sul cambiamento climatico (con Cop29 a Baku), sono già di nuovo riuniti per negoziare un nuovo trattato internazionale focalizzato sul tema della plastica.

Le delegazioni nazionali hanno ancora molto da mettere a punto prima di arrivare a un trattato: la questione più controversa è se ci sarà un limite alla quantità di plastica che le aziende sono autorizzate a produrre. Infatti, guidati dalla Norvegia e dal Ruanda, 66 Paesi oltre all'Unione Europea affermano di voler affrontare il problema della plastica totale sulla Terra controllando la progettazione, la produzione, il consumo e ciò che accade alla fine del suo ciclo di vita. Ma dei Paesi produttori di plastica e di petrolio e gas, tra cui l'Arabia Saudita, si stanno opponendo fermamente a tali limiti.

 

I negoziatori devono anche decidere se il trattato ridurrà o eliminerà la plastica monouso, se porre fine all'uso di sostanze chimiche pericolose nella plastica e se queste misure saranno obbligatorie o semplicemente incoraggiate, con il dichiarato obiettivo comune di proteggere la salute umana e l'ambiente.

 

Il ruolo delle terre alte del pianeta

 

Le delegazioni dei paesi montani, in particolare quelle dell’Himalaya, stanno già denunciando il fatto che i negoziati fino ad ora hanno trascurato le sfide uniche delle regioni di alta quota. Per gli stati che ospitano le catene montuose più alte e maestose del pianeta, come Nepal e Bhutan, l’inquinamento da plastica non è solo un problema locale, ma una questione transfrontaliera che richiede un approccio globale.

 

“Purtroppo, il termine marino è stato menzionato 47 volte nel trattato, mentre quello di montagna zero - ha dichiarato Bal Krishna Sah, scienziato ambientale e direttore esecutivo del Center for Public Health and Environmental Development all'Himalayan Times -. L'imminente trattato si concentra esclusivamente sull'inquinamento marino, ignorando completamente le preoccupazioni relative alle montagne, nonostante il nostro governo abbia sollevato la questione per iscritto in tutte e quattro le riunioni del Comitato di negoziazione”.

Come ha voluto sottolineare, i campioni recentemente raccolti dai suoi colleghi sull'Everest, a più di 8000 metri di altezza, erano contaminati con microplastiche: “Anche se crediamo che l'ambiente incontaminato del Monte Everest sia puro, scientificamente sappiamo che non lo, ed è chiaro che l'inquinamento marino a valle non può essere pulito se non si pulisce a monte”.

La regione Himalayana infatti, con i ghiacciai che alimentano i grandi fiumi asiatici da cui dipendono miliardi di persone, è infatti particolarmente esposta: l’accumulo di plastica abbandonata lungo le rotte turistiche, le spedizioni alpinistiche e i villaggi remoti ha trasformato molti ambienti un tempo incontaminati in discariche a cielo aperto.

 

Le microplastiche trasportate dall’aria e dall’acqua penetrano nei ghiacciai, accelerandone lo scioglimento a causa dell’assorbimento di calore. Questo fenomeno aggrava il cambiamento climatico, già una grave minaccia per le montagne e per le comunità che dipendono da esse. “L'inquinamento da plastica sulle montagne e il cambiamento climatico sono molto legati, non solo in termini di accelerazione dell'impatto del cambiamento climatico in Nepal, che è già ben documentato, ma anche in termini di accelerazione dell'inquinamento da plastica nei corpi idrici a valle - ha aggiunto Sah -. Il governo nepalese deve quindi esprimere con forza la sua preoccupazione nei trattati e nelle convenzioni, e le nostre preoccupazioni devono essere sostenute incondizionatamente”.

 

La plastica è petrolio

 

A complicare il quadro (già complesso) si aggiunge il legame profondo tra l’industria della plastica e quella petrolchimica. Infatti, le multinazionali del petrolio vedono nella plastica un mercato in espansione, specialmente in un contesto in cui la transizione energetica verso fonti rinnovabili ridurrà la domanda di combustibili fossili. Questa connessione rende ancora più difficile limitare la produzione di plastica, poiché tocca interessi economici profondamente radicati. Le comunità montane, prive di risorse e infrastrutture adeguate per gestire il problema, si trovano così a pagare il prezzo di politiche globali insufficienti.

Nonostante ciò, la conferenza in Corea del Sud rappresenta una rara opportunità per affrontare questa crisi con una visione globale. Per le montagne, il trattato potrebbe significare una maggiore attenzione verso la gestione dei rifiuti in aree remote, ma molto dipenderà dall'inclusione delle loro specificità nei termini dell’accordo. I rappresentanti delle regioni montane chiedono che il trattato includa misure dedicate, come finanziamenti per il trattamento dei rifiuti plastici in luoghi difficili da raggiungere, programmi di educazione ambientale per i turisti e il sostegno a economie locali che incentivino pratiche sostenibili.

 

La posta in gioco non riguarda solo la bellezza paesaggistica delle montagne, ma anche il loro ruolo come "torri d’acqua" del mondo. Se non verranno adottate soluzioni adeguate, l'inquinamento da plastica potrebbe compromettere irreversibilmente i ghiacciai e i corsi d'acqua montani, con conseguenze devastanti per miliardi di persone.

 

La conferenza in Corea del Sud deve fare i conti con questa realtà, riconoscendo che le montagne non possono più essere considerate un problema marginale, ma una parte essenziale della soluzione globale all'inquinamento da plastica.

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Cultura
| 21 gennaio | 08:15
Durante il discorso di insediamento, ha promesso che il monte Denali (con i suoi 6190 metri d'altezza il più alto del Paese) tornerà a chiamarsi come stabilito nel 1917. Ecco i motivi
Idee
| 21 gennaio | 06:00
Promosso dal gruppo di lavoro Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano e giunto nel 2025 alla quarta edizione, il premio chiede alle sezioni CAI di segnalare figure emblematiche nel preservare saperi e tradizioni dei paesi montani
Ambiente
| 20 gennaio | 19:19
 Specialmente tra la dorsale abruzzese e quella umbro marchigiana abbiam vissuto dei valori termici davvero molto bassi, con temperature che a 2000 metri hanno sfiorato anche i -12°C. Nel video siamo sul Vettore (Parco Nazionale dei Monti Sibillini immortalato da Paoloantonio D’Ettorre)
Contenuto sponsorizzato