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Ambiente | 11 ottobre | 18:00

"Il ciclo idrogeologico è sempre più erratico e imprevedibile": nel mondo piove sempre di più e sempre di meno

L'Organizzazone Meteorologica Mondiale, l'ente delle Nazioni Unite che costituisce la massima autorità in termini di meteorologia, ha pubblicato il rapporto sullo Stato delle Risorse Idriche Globali del 2023: un documento che mostra come sul pianeta, come effetto del surriscaldamento, siano aumentati sia i fenomeni alluvionali che quelli siccitosi

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Il 2023 è stato l'anno più secco degli ultimi 30 anni per i fiumi del mondo" questo, in estrema sintesi, è il messaggio lanciato da parte dell'Organizzazone Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization - Omm), l'ente delle Nazioni Unite che costituisce la massima autorità in termini di meteorologia, in occasione della pubblicazione del nuovo rapporto sullo Stato delle Risorse Idriche Globali del 2023.

 

Infatti, il caldo record dell'anno passato, che è stato senza precedenti con un aumento della temperatura media globale di 1.45°C rispetto ai livelli pre-industriali, ha favorito l'inaridimento di numerosi flussi d'acqua e ha contribuito a prolungare la siccità in diverse regioni del mondo.

 

Dalle analisi dell'Omm emerge inoltre che i ghiacciai che alimentano i fiumi in molti Paesi hanno subito la più grande perdita di massa degli ultimi 50 anni, minacciando così la sicurezza idrica a lungo termine per milioni di persone. “L'acqua è il canarino nella miniera di carbone del cambiamento climatico - ha dichiarato Celeste Saulo, segretaria generale dell'Omm -.  Riceviamo segnali di pericolo sotto forma di precipitazioni, inondazioni e siccità sempre più estreme, che impongono un pesante tributo a vite umane, ecosistemi ed economie”.

 

Un fondamentale messaggio che l'ente ha cercato di comunicare con questo documento è che l'aumento delle temperature ha portato il ciclo idrologico a diventare “più erratico e imprevedibile”, e quindi, in parole più povere, a portare sulle diverse regioni del pianeta o “troppa o troppo poca acqua” tramite lo sviluppo di siccità e inondazioni.

 

Vasti territori dell'America settentrionale, centrale e meridionale sono stati colpiti da condizioni di deflusso fluviale fortemente ridotte, come i bacini del Mississippi e del Rio delle Amazzoni che hanno registrato livelli d'acqua da record, e al contempo la costa orientale dell'Africa ha registrato una portata molto al di sopra della norma, il Corno d'Africa è stato colpito da inondazioni. I grandi bacini fluviali di Asia e Oceania - come il Gange, il Brahmaputra e il Mekong - hanno registrato condizioni inferiori alla norma in quasi tutti i loro bacini, mentre la Nuova Zelanda e le Filippine hanno registrato condizioni di deflusso annuale molto superiori alla norma. Venendo all'Europa settentrionale, il Regno Unito e dell'Irlanda hanno registrato un deflusso superiore alla norma, così come la Finlandia e la Svezia.

 

In effetti, il fatto che il 2023 sia stato l'anno più caldo mai registrato ha determinato anche il verificarsi di condizioni di siccità di entità ed estensione mai osservata prima: “Negli (ultimi) 33 anni di dati, non si era mai vista un'area così vasta in tutto il mondo in condizioni di siccità”, ha dichiarato Stefan Uhlenbrook, direttore del dipartimento di idrologia, acqua e criosfera dell'Omm.

 

Le condizioni di scarsità d'acqua hanno avuto un impatto sulla navigazione fluviale in luoghi come il Brasile e una crisi alimentare in Zimbabwe e in altre parti dell'Africa meridionale quest'anno, ma soprattutto hanno fatto si che circa 3,6 miliardi di persone non avessero accesso all'acqua per almeno un mese all'anno (una cifra spaventosa che si prevede salire a 5 miliardi entro il 2050), a una perdita del 3% del prodotto interno lordo in Argentina e ai livelli più bassi mai osservati nel Rio delle Amazzoni e nel Lago Titicaca.

Allo stesso tempo, l'anno è stato caratterizzato da numerosi eventi estremi alluvionali che hanno messo in ginocchio intere regioni (e non serve andare troppo lontano per trovare esempi, basti pensare all'Emilia Romagna a maggio 2023 che ha portato all'evacuazione di 23000 persone e perdite di oltre 9 miliardi di euro). L'Africa è stata la più colpita dagli eventi idrologici estremi in termini di vite umane perse: in Libia, dove due dighe sono crollate a causa delle inondazioni, più di11.000 persone hanno perso la vita e, in generale, l'evento ha colpito il 22% della popolazione. Terribili inondazioni hanno colpito anche Corno d'Africa, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Mozambico e Malawi, causando un ulteriore bilancio di oltre 1.600 morti.

 

Il rapporto sullo Stato delle Risorse Idriche Globali non riguarda solamente i fiumi e i ghiacciai ma anche i laghi, i bacini idrici, le acque sotterranee, l'umidità del suolo, l'accumulo di acqua terrestre, la copertura nevosa e l'evaporazione dell'acqua dalla terra e dalle piante.

 

L'area alpina emerge (perché caratterizzata da condizioni particolarmente gravi) nelle mappe globali relative ai cambiamenti nell'acqua immagazzinata nel suolo, un termine che comprende diversi elementi come le acque superficiali, l'umidità del suolo, le acque sotterranee ma anche la neve e il ghiaccio. In effetti, come emerge dal rapporto, vasti territori in tutto il mondo hanno visto valori di acqua immagazzinata nel suolo inferiori o molto inferiori alla norma: Canada, Messico e Stati Uniti meridionali, nonché ampie zone dell'Europa meridionale, centrale e orientale.


Acqua immagazzinata nel suolo: confronto rispetto alle medie di riferimento. Colori caldi si riferiscono a livelli minori o molto minori di acqua, colori freddi al contrario (fonte: Omm - rapporto sullo Stato delle Risorse Idriche globali 2023)

Un dato di interesse per chi frequenta o abita le terre alte è sicuramente quello relativo alle tendenze della copertura nevosa, che è ormai un tema che non preoccupa più solamente gli ambientalisti, ma anche le federazioni e organizzazioni internazionali (come dimostra il recente accordo tra l'Omm e la Fis).

 

Dalle analisi raccontate nel rapporto emerge che la maggior parte dei bacini idrografici dell'emisfero settentrionale hanno registrato a marzo valori da inferiori a molto inferiori alla norma, indicando una disponibilità di neve inferiore alla norma e un potenziale di inondazione primaverile inferiore alla norma. Inoltre, il picco stagionale di massa nevosa per il 2023 è stato molto al di sopra della norma in Nord America e molto al di sotto della norma in Eurasia.


Copertura nevosa: confronto rispetto alle medie di riferimento. Colori caldi si riferiscono a livelli minori o molto minori di copertura nevosa, colori freddi al contrario (fonte: Omm - rapporto sullo Stato delle Risorse Idriche globali 2023)

 

Al di là del centinaio di pagine di numeri, dati e grafici che raccontano la risorsa acqua nel mondo nel 2023, il messaggio principale che questo rapporto comunica è che il cambiamento climatico sta causando un aumento simultaneo di eventi estremi come alluvioni e siccità, un fenomeno apparentemente contraddittorio ma legato agli impatti complessi che l'aumento delle temperature globali ha sul ciclo idrologico.

 

L'alterazione delle dinamiche atmosferiche sta intensificando i periodi di siccità in alcune regioni, dove le piogge diventano sempre più rare, mentre altre zone stanno sperimentando un aumento delle precipitazioni intense che portano ad alluvioni catastrofiche. Si tratta di uno squilibrio che rende le risorse idriche meno prevedibili e contribuisce a rendere sempre più complessa la nostra gestione della risorsa acqua, con tutto ciò che ne consegue.

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