Contenuto sponsorizzato
Ambiente | 19 gennaio | 19:00

Dalla Paganella al Broncu Spina, un turismo invernale diverso è possibile: ecco la top ten di Nevediversa Legambiente

Un nuovo rapporto di Legambiente identifica delle buone pratiche di turismo montano sostenibile, dalle Alpi agli Appennini, e chiede un cambio di rotta alla politica.

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.




“Tra gli esempi si va dal modello Valle Maira alle Dolomiti Paganella Future Lab, dalla cooperativa di comunità Valle dei Cavalieri nell’Appennino Tosco Emiliano all’associazione Cammina Sila, in Calabria, nel cuore dell’altopiano silano, fino al comprensorio Broncu Spina” questi alcuni esempi, selezionati da Legambiente tra le Alpi e gli Appennini, di come si possa rinnovare l’offerta turistica nel segno di un turismo montano invernale sostenibile. 

 

Qualche giorno fa, tra i commenti ad uno degli articoli de L’AltraMontagna dedicati all’insostenibilità della monocultura dello sci alpino, ne ho trovati alcuni che sottolineavano come fosse necessario di parlare delle alternative, se queste ci sono, e di dare più spazio alla pars construens, e non solo alla destruens. Ebbene, siamo fortunati, perchè Legambiente, punto di riferimento da anni nella discussione sull’offerta turistica invernale in Italia, ha pubblicato proprio oggi la top ten delle buone pratiche del report Neve Diversa 2024, che uscirà in versione completa in primavera.

 

La crisi climatica in atto, con i suoi impatti sulle precipitazioni nevose, ci impone di ripensare il turismo invernale montano, e l’obiettivo di Legambiente è proprio quello di mostrare, con esempi concreti, che delle alternative sono possibili. 

“Dieci storie che arrivano dalle Alpi, incluse quelle svizzere e austriache, e dalla dorsale appenninica e che ci parlano di un nuovo modello di abitare e vivere la montagna - dove il filo conduttore è la capacità di innovare l’offerta turistica, diversificandone le attività in armonia con la valorizzazione dell’ambiente naturale, delle professionalità e del patrimonio storico e architettonico di quei luoghi”.

 

 

 

 


Valle dei Cavalieri - fonte: valledeicavalieri.it

Due sono le località piemontesi citate nel rapporto: la Val Maira, “regina del turismo slow in piena sintonia con la natura” che ha scelto di puntare su sci escursionismo, sci alpinismo e di fondo e ciaspolate, e il comune di Balme, in provincia di Torino, che ha vietato la pratica dell’eliski e sta fungendo da caso studio per il progetto BeyondSnow, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa. Dalla Val d’Aosta arriva l'esperienza di Naturavalp, una associazione di turismo responsabile e sostenibile che unisce agricoltori, allevatori, artigiani e operatori turistici, mentre in Trentino viene citato il Dolomiti Paganella Future Lab, una piattaforma in continua evoluzione, unica nel suo genere in Italia, nata per definire una visione di sviluppo turistico bilanciato di lungo periodo assieme alla comunità, basato su vivibilità e qualità di vita di residenti e ospiti. Venendo a degli esempi appenninici, arriviamo a Succiso (RE) nel parco nazionale dell’appennino tosco emiliano, dove agisce la cooperativa di comunità Valle dei Cavalieri, che offre attività varie, dai percorsi in bici alla pesca, e poi in Calabria, dove l’associazione Cammina Sila promuove una riscoperta del territorio tramite lo sport con attività che vanno dalle ciaspolate alla mountain-bike. Nel rapporto viene citato anche un esempio insulare, il comprensorio di Broncu Spina, in provincia di Nuoro, dove gli impianti non sono più attivi da tempo ma i visitatori continuano ad arrivare per vivere tour esperienziali lungo i pendii insieme a guide locali.

 

 

Questi sono esempi che, per Legambiente, “fanno del turismo dolce e sostenibile sia una leva preziosa per l’offerta turistica montana e per le comunità locali sia un modello da replicare e una risposta concreta alla crisi climatica e alla monocultura dello sci di pista”.

L’associazione, di fronte ad una montagna sempre più calda, in cui nevica sempre meno, e anche produrre neve artificiale diventa sempre più costoso - in termini economici e di risorse - torna a chiedere “stanziamenti economici più consistenti per il turismo sostenibile montano troppo spesso sottovalutato e sottostimato. Ad oggi - sottolinea Legambiente - il Ministero del Turismo ha stanziato nel 2023 148 milioni di euro destinati alle società proprietarie degli impianti di risalita per ammodernamento, sicurezza e dismissioni contro i 4 milioni di euro messi a disposizione per la promozione dell’ecoturismo”. Una sproporzione ritenuta inaudita tra i due settori, di fronte ad una realtà dei fatti che richiede un cambio di passo ed una diversa volontà politica. 

 

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Cultura
| 21 gennaio | 08:15
Durante il discorso di insediamento, ha promesso che il monte Denali (con i suoi 6190 metri d'altezza il più alto del Paese) tornerà a chiamarsi come stabilito nel 1917. Ecco i motivi
Idee
| 21 gennaio | 06:00
Promosso dal gruppo di lavoro Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano e giunto nel 2025 alla quarta edizione, il premio chiede alle sezioni CAI di segnalare figure emblematiche nel preservare saperi e tradizioni dei paesi montani
Ambiente
| 20 gennaio | 19:19
 Specialmente tra la dorsale abruzzese e quella umbro marchigiana abbiam vissuto dei valori termici davvero molto bassi, con temperature che a 2000 metri hanno sfiorato anche i -12°C. Nel video siamo sul Vettore (Parco Nazionale dei Monti Sibillini immortalato da Paoloantonio D’Ettorre)
Contenuto sponsorizzato