Crisi dei boschi in Sardegna: la Regione stanzia oltre un milione di euro per individuare soluzioni e incrementare il monitoraggio
Dalla seduta straordinaria del Tavolo Tecnico fitosanitario forestale regionale, tenutasi ieri, martedì 27 agosto, è uscita finalmente una decisione auspicata da più parti: saranno stanziate risorse aggiuntive, pari a un milione e centocinquantamila euro, per sostenere le attività di monitoraggio e ricerca tra 2024 e 2025

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Questa estate in Sardegna si sta assistendo ad un fortissimo e diffuso stress dei boschi locali. Disseccamenti e morie che interessano le sugherete (molto importanti anche per l'economia dell'isola) causati da attacchi di Phytophthora ed esacerbati dalla lunga siccità e dalle ondate di calore. Ma a soffrire sono anche le leccete e diverse specie della macchia mediterranea.
Dalla seduta straordinaria del Tavolo Tecnico fitosanitario forestale regionale, tenutasi ieri, martedì 27 agosto, è uscita finalmente una decisione auspicata da più parti, come abbiamo sottolineato su L’AltraMontagna attraverso due diversi articoli (qui e qui): saranno stanziate risorse aggiuntive, pari a un milione e centocinquantamila euro, per sostenere le attività di monitoraggio e ricerca tra 2024 e 2025.
La convocazione del Tavolo Tecnico Fitosanitario straordinario, coordinato dall’Assessora della Difesa dell'Ambiente Rosanna Laconi, si è resa necessaria per analizzare la situazione dei boschi locali che, nelle ultime settimane, si è aggravata in modo sensibile.
“Grazie all'attività sinergica condotta dal Corpo forestale regionale, dalle agenzie regionali Agris e Forestas, e al prezioso supporto scientifico dell'Università di Sassari”, si spiega in un comunicato della Regione, “è già stato possibile condurre un monitoraggio approfondito utilizzando tecnologie all'avanguardia come l'analisi di immagini satellitari, droni e indagini di campo. Le aree maggiormente colpite includono la Gallura, il Nuorese, l'Ogliastra, la Baronia e il Sarrabus”.
Ma nella drammatica situazione attuale è apparsa ormai improrogabile la necessità di ulteriori approfondimenti e valutazioni. Per questo l'Assessora ha esposto la necessità di anticipare alcune azioni, attraverso un’intensificazione dei lavori della task force interdisciplinare finalizzata all’estensione del Piano di monitoraggio, al potenziamento dell’indagine delle cause e dell’intensità dei disseccamenti.
“Per tali scopi si ricorrerà all’utilizzo di tutte le strumentazioni tecnologiche disponibili”, si spiega nel comunicato, “il Piano sarà propedeutico ad una serie di attività diagnostiche che permetteranno di chiarire, il più rapidamente possibile, l’eziologia dei fenomeni in atto, al fine di predisporre e definire le azioni di contrasto più idonee e tempestive”.

Bruno Scanu, ricercatore e docente di patologia forestale e micologia nel dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, ha commentato così a L’AltraMontagna la decisione della Regione Sardegna: “Lo stanziamento di risorse aggiuntive da parte dell’Assessore della Difesa dell'Ambiente è un passo importante per affrontare questa emergenza. Accolgo questa notizia dalla Nuova Zelanda, dove mi trovo per partecipare al convegno mondiale IUFRO Working Party 7.02.09: Phytophthora in Forests and Natural Ecosystems”. Un convegno internazionale dedicato proprio al patogeno che si sta diffondendo nei boschi sardi.
“È fondamentale avviare subito un piano di monitoraggio fitosanitario, che veda coinvolti in modo sinergico gli enti di ricerca competenti, le agenzie regionali e il corpo forestale”, prosegue Scanu, “ci sono da mappare le aree colpite, analizzare tutti i dati già disponibili (temperature, precipitazioni, caratteristiche del suolo ecc.) e rilevarne altri (per esempio dati fisiologici delle piante). Approfondire gli studi sulle cause e fattori coinvolti. Ma dobbiamo essere anche proattivi. Quello che osserviamo è un fenomeno complesso dovuto a molteplici fattori e questo rende difficile individuare una strategia di gestione del problema. Tuttavia, laddove si hanno delle certezze sul coinvolgimento di Phytophthora si possono adottare delle misure curative, come per esempio l’impiego di prodotti a bassissimo impatto ambientale come biofumiganti, microrganismi antagonisti e biostimolanti. Queste innovazioni sono tra l’altro già disponibili grazie al progetto Life Fagesos, che vede coinvolta anche l’Università di Sassari. Oltre ai trattamenti curativi, nel progetto sono state sperimentate con successo anche in realtà sarde delle misure preventive per evitare l’ulteriore diffusione di questi patogeni”.
“Qui in Nuova Zelanda, dove c’è una maggiore sensibilità ambientale”, conclude Scanu, “ci sono delle norme comportamentali da rispettare quando si entra in bosco proprio per evitare l’introduzione di nuove malattie. Potrebbe essere un esempio per la Sardegna, soprattutto in questo momento di grande crisi dei nostri boschi”.
Tutte le foto sono dell'Agenzia Forestas - www.sardegnaforeste.it