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Wim Hof, l’uomo dei ghiacci che potrebbe rivoluzionare la moderna medicina

Il 57enne olandese grazie a particolari modalità di allenamento è riuscito in costume da bagno a correre una mezza maratona al polo, e resistere in una vasca ghiacciata per quasi due ore. Le sue tecniche sembra possano aiutare il nostro sistema immunitario
DAL BLOG
Di Livio Zerbini - 09 ottobre 2016

Fsioterapista, preparatore atletico negli sport di squadra e consulente sport individuali (sci di fondo, ciclismo, atletica) sia per amatori che atleti professionisti.

È arrivato il primo freddo, ci si inizia a vestire di più e iniziano anche i primi sintomi da raffreddamento è così per tutti tranne che per un uomo: Wim Hof, un cinquantasettenne olandese meglio conosciuto come l’uomo dei ghiacci.

Mentre ci si lamenta dell’estate ormai finita, Wim Hof sembra voler rivoluzionare la fisiologia e la moderna medicina. L’uomo dei ghiacci è riuscito, vestito solo con un costume da bagno, a svolgere le seguenti attività: resistere in una vasca piena di ghiaccio per 1h e 53’, correre al polo nord una mezza maratona (21 km) a piedi nudi, scalare il Kilimangiaro e nuotare in apnea sotto un lago ghiacciato per la distanza più lunga mai nuotata al mondo.

 

Ma come è possibile?ì L’uomo dei ghiacci sostiene che ciò sia realizzabile grazie ad un metodo di allenamento fisico e mentale da lui ideato, in effetti abbastanza semplice da un punto di vista teorico. Il metodo consiste in 3 attività principali: l’allenamento della respirazione, la meditazione, l’esposizione graduale al freddo. Queste imprese e il metodo di allenamento usato per compierle con successo hanno attirato l’attenzione di molti scienziati.

 

Uno degli studi più interessanti, pubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas (Kox et al 2014), ha analizzato gli effetti del metodo di allenamento dell’uomo dei ghiacci sulla risposta del nostro sistema immunitario ad una normale infezione batterica.

Un gruppo di 24 persone è stato diviso in due distinti gruppi: 12 persone hanno svolto, per 10 giorni, esercizi di respirazione (consistenti in un’iperventilazione con trattenuta successiva del respiro), meditazione ed esposizione al freddo (tramite immersione in acqua gelata), mentre gli altri 12 hanno continuato la loro vita normale. A tutti 24 i soggetti dello studio è stata successivamente iniettata un’endotossina da Escherichia Coli, per causare un’infezione, come spesso ci succede nei mesi invernali.

 

Il risultato è stato davvero sbalorditivo: nelle 12 persone che avevano effettuato l’allenamento secondo i principi dell’uomo dei ghiacci, si sono avuti molti meno sintomi influenzali, oltre a un’entità e una durata della risposta febbrile molto minore. Gli scienziati spiegano questo incredibile risultato attribuendo al metodo dell’uomo dei ghiacci (e soprattutto alle tecniche di respirazione) la capacità di influenzare positivamente il sistema immunitario, attraverso il rilascio di una sostanza (l’epinefrina) da parte del sistema nervoso autonomo.

 

In parole semplici, questo metodo riuscirebbe ad attenuare la risposta infiammatoria, che normalmente consegue ad infezioni batteriche o virali e che è responsabile di tutta la sintomatologia delle sindromi influenzali o para influenzali (dolori diffusi, debolezza, febbre, produzione di muco, mal di gola, tosse). Questo risultato offre scenari veramente entusiasmanti, in quanto prima d’ora si pensava che il sistema nervoso autonomo (che regola ad esempio la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna) e il sistema immunitario (che ci permette di combattere le malattie) non fossero influenzabili volontariamente.

 

Grazie a questo studio e soprattutto a Wim Hof-l’uomo dei ghiacci, si potranno studiare metodiche, anche non farmacologiche, per il trattamento di tutte quelle patologie associate ad infiammazione costante e persistente, quali ad esempio le patologie autoimmuni-reumatologiche.

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