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Una ragazza d'oro, Letizia Paternoster

L'enfant prodige di Revò e speranza del ciclismo trentino, vincitrice di 5 medaglie d'oro fra Europei e Mondiali di categoria, si prepara a infoltire la bacheca nella prossima rassegna in Bretagna. Paternoster: "Fondriest un esempio, le rinunce non mi pesano"

Letizia Paternoster (seconda da sinistra) con le compagne di medaglia nell'inseguimento a squadre
Pubblicato il - 14 settembre 2016 - 10:08

TRENTO. Nella camera della sua casa di Revò, oltre ai poster degli idoli sportivi e a tutti gli oggetti propri di una 17enne, Letizia Paternoster custodisce gelosamente anche 5 medaglie d’oro e due maglie bianche con i colori dell’iride.

 

Il 17enne “medio”, durante il mese di luglio, si dedica alle vacanze con famiglia o amici e i più volenterosi si dedicano ad un’attività lavorativa stagionale. La Paternoster, invece, ha optato per un’estate “alternativa”. Prima ha conquistato tre, dicasi tre, medaglie d’oro, in quattro giorni ai Campionato Europei Juniores disputati a Montichiari e, la settimana successiva, per due volte ha occupato il gradino più alto del podio alla rassegna iridata di Aigle.

 

Con ordine: in terra bresciana la 17enne nonesa ha vinto nella corsa a punti, lo scratch e l’inseguimento a squadre (con le compagne Balsamo, Consonni e Stefani ha stabilito anche il record del mondo), mentre al Mondiale tenutosi in terra svizzera ha centrato una strepitosa “doppietta”, conquistando l’oro nella corsa a punti e nell'inseguimento a squadre.

E non è finita, perché oggi la portacolori della Vecchia Fontana partirà alla volta di Plumelec in Bretagna dove parteciperà ai Campionato Europei Juniores su strada.

Intanto, però, bisogna celebrare quello che è stato.

“Sono contenta, anzi stracontenta - queste le prime parole di Paternoster a Il Dolomiti.it - perché tutte queste vittorie, in rapida successione, mi hanno ripagata egregiamente dei tanti sforzi profusi nei mesi scorsi. Non lo nego: tutte le medaglie d’oro conquistate sono bellissime, ma le due al Mondiale resteranno indimenticabili”.

 

Domanda da un milione di dollari: la più sudata quale è stata?

“Eh tutte, perché non ci sono gare semplici. Devo dire che la maglia iridata conquistata nella corsa punti al Mondiale è quella che mi ha lasciato più soddisfazione. E voglio dedicarla ai miei genitori e a tutte quelle che persone che mi aiutano e mi hanno sempre supportata”.

 

Perché il ciclismo e non, magari, la pallavolo o un altro sport?

“Mio papà e mio fratello sono sempre stati grandi appassionati di ciclismo e io, sin da piccola, non mi perdevo una gara che fosse una in televisione. La bicicletta era mia “compagna” in ogni uscita: a sei anni mia mamma ha provato ad indirizzarmi verso la danza, ma io non ho mai avuto dubbi. Ciclismo e basta!”.

 

Hai un idolo sportivo?

Maurizio Fondriest, sicuramente, noneso come me, è il mio punto di riferimento ciclistico. Se devo guardare all'attualità dico Peter Sagan, un corridore eccezionale”.

 

E’ dura conciliare l’attività sportiva di alto livello con lo studio?

“Non è sempre semplice, ma si tratta solamente di organizzarsi. Qualche piccola rinuncia, ovviamente, bisogna farla: il sabato sera spesso si resta a casa, ma se poi le soddisfazioni sono queste…va benissimo!”.

 

Quanto si allena Letizia Paternoster a regine "normale"?

"Tre - quattro volte la settimana con una media di tre ore a seduta. Insomma, quasi tutti i giorni".

 

Cinque medaglie d'oro in bacheca e la stagione non è ancora finita.

“No, certo che no. Domani (oggi, ndr) partirò alla volta di Plumelec, in Bretagna, per gli Europei su strada e poi ad ottobre ci saranno i Mondiali. Obiettivi? Beh, la condizione è buona e spero di regalarmi qualche altra soddisfazione, ma non sarà semplice perché la concorrenza è numerosa e agguerrita”.

 

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