"Tre anni fa dissi di no, adesso sono onorato di guidare uno del club più blasonati del mondo". L'intervista a Marcello Poli, neo presidente di Trentino Volley
"Il presidente porta risorse, controlla i conti, lavora sull'aspetto organizzativo e deve essere un punto di riferimento per la struttura. In Trentino Volley operano circa 50 persone, a cui se ne aggiungono altrettante contando i volontari. Non interferirò mai con l'operato degli "specialisti" dei vari settori. E, sugli investimenti: conta il "quanto", ma anche come lo si fa. Ci vuole raziocinio in tutte le decisioni, anche in quelle che - apparentemente - sembrano meno importanti o impattanti"

TRENTO. Buona, anzi ottima, la "prima".
Il week end gli ha regalato due grandi soddisfazioni e, allora, "esordio" migliore non poteva esserci per il neo presidente di Trentino Volley Marcello Poli, eletto poco più di una settimana fa la vertice del club gialloblù.
La formazione maschile di SuperLega ha espugnato per 3 a 1 il campo di Porto San Giorgio, piegando in quattro set Grottazzolina, la compagine di serie A2 femminile ha consolidato il primato nel girone B di serie A2, vincendo in trasferita ad Altino con identico punteggio.
Meglio di così non poteva andare (o forse sì, visto che il massimo dirigente trentino è un "perfezionista": certamente avrebbe gradito anche un successo della squadra che milita nel campionato di serie B maschile) per chi, nel prossimo triennio, avrà l'onore ma anche l'onere di guidare uno dei club di pallavolo più famosi, vincenti e organizzati del mondo.
Una realtà di livello mondiale che, in 24 anni di storia, ha vinto 5 Mondiali per Club (record assoluto), 4 Champions League, 5 scudetti, 3 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane e 1 Coppa Cev. Il legame con la famiglia Poli è solidissimo e dura ormai da un decennio: dal 2014, infatti, il Gruppo Poli sponsorizza in esclusiva la maglia del libero. Poi è avvenuto l'ingresso nella compagine sociale, con il fratello di Marcello, Mauro, che ha ricoperto il ruolo di vice presidente del club.
"E' una società - esordisce Poli - che, grazie al gran lavoro fatto dai professionisti che in questi anni hanno operato al vertice e all'interno del club, gode di grande stima e ha splendida reputazione. Questo lo si capisce parlando con i presidenti e i dirigenti degli altri sodalizi, ma anche con atleti e procuratori. Trentino Volley è, da sempre, considerata una società molto seria, precisa, con i conti a posto e, visti i tempi che corrono, non è assolutamente poco. Personalmente, e come azienda, sono e siamo sempre stati molto vicini alla società, anche se questo è il mio primo incarico ufficiale. E' certamente un grande privilegio ricoprire il ruolo che è stato prima di Diego Mosna e poi di Bruno Da Re ma, allo stesso tempo, un impegno. Già nel 2021 mi era stato chiesto di assumere questo ruolo ma, tre anni fa, non vi erano le condizioni perché accadesse".
E adesso cosa è cambiato, presidente?
"Già all'epoca dissi che per essere presidente di un club di tale calibro servivano capitali, competenza e tempo da dedicare. L'aspetto economico era quello che, onestamente, preoccupava meno, ma non avevo il tempo materiale da dedicarvi e poi un conto è essere semplicemente tifosi e appassionati, un altro è avere un ruolo così importante. Adesso gli impegni lavorativi si sono affievoliti, visto che mi sono "liberato" da un po' di operatività in azienda, ho osservato da vicino, mi sono interessato e compreso tante dinamiche e, dunque, quando mi è stato chiesto nuovamente sono stato ben felice di accettare. E poi c'è anche l'aspetto legato alla "logistica": gli uffici del Gruppo Poli e la sede di Trentino Volley adesso si trovano nello stesso edificio, nella nostra Cittadella e, dunque, anche le comunicazioni e i confronti sono molto più semplici e immediati".
Tre anni presidente fu eletto Bruno Da Re. Che non sarà più al vertice ma resterà all'interno di Trentino Volley e con un ruolo importante.
"Più che importante direi fondamentale. Nel 2021 noi soci ci impegnammo a ricapitalizzare e a Bruno venne chiesto di ricoprire la carica di presidente, cosa che ha fatto splendidamente. Ora è stato lui stesso a chiedere di poter essere un po' più libero e meno vincolato sugli orari e di avere qualche responsabilità a livello economico. Qualcuno mi ha chiesto se farà il Direttore Sportivo: io dico che lui sarà ben di più di un "semplice" ds, ma più un General Manager con il quale sarà un grande piacere lavorare a stretto contatto, visto che il feeling è massimo e lui è uno dei "guru" della pallavolo italiana a livello dirigenziale".
C'è un giocatore della storia di Trentino Volley a cui lei è particolarmente legato?
"Sarebbe troppo facile dire Matey Kaziyski. Il bello della pallavolo, rispetto ad altri sport, è che ogni anno hai modo di affezionarti a qualcuno, che poi ti resta nel cuore. Devo dire che, parlo almeno per Trentino Volley, tutti i giocatori transitati qui si sono rivelati bravissimi ragazzi, per nulla "montati", molto seri e rispettosi. Ad esempio: uno dei primi messaggi che ho ricevuto dopo l'elezione a presidente è arrivato dal "Potke" (l'ex capitano Marko Podrascanin, passato in estate alla Lube dopo quattro anni all'ombra del Bondone, ndr). Ebbene sì, ci conoscevamo, abbiamo parlato qualche volta, ma io non avevo il suo numero e lui non aveva il mio. Se l'è procurato per mandarmi un whatsapp di congratulazioni: è una cosa che mi sinceramente colpito. E poi il volley racconta storie meravigliose, penso a quella di Uros Kovacevic, che abbiamo ammirato al "PalaTrento" per tre anni. Lui, magari, è sempre stato visto come un ragazzo introverso e "duro", ma fuori dal campo è una persona simpatica, assolutamente alla mano, che ha fatto tantissimo per arrivare ai livelli di oggi, visto che ha lasciato casa giovanissimo per inseguire il suo sogno e poi ha "girato" un sacco, giocando anche in Arabia e in Cina".
In concreto, oltre a mettere i soldi e reperire le risorse, cosa fa il presidente?
"Beh, avete detto poco. Scherzi a parte, il presidente controlla i conti, lavora sull'aspetto organizzativo e deve essere un punto di riferimento per la struttura. In Trentino Volley operano, in maniera continuativa, circa 50 persone, a cui se ne aggiungono altrettante contando i volontari. A me piace informarmi sempre e partecipare, ma sono assolutamente convinto che ognuno debba avere il proprio ruolo. Per cui non interferirò mai con l'operato degli "specialisti" dei vari settori. Qualche consiglio sarò ben felice di darlo, ma chiarezza e rispetto dei compiti sono la base per far funzionare le cose. Altrimenti si crea confusione, che non porta mai a nulla di positivo. E, sugli investimenti, ci tengo a dire una cosa: ovviamente conta il "quanto", ma anche come lo si fa. Ci vuole raziocinio in tutte le decisioni, anche in quelle che - apparentemente - sembrano meno importanti o impattanti".
Si può dire che si è aperta un'altra fase della storia di Trentino Volley?
"Sì, ma non da oggi, perché il nuovo ciclo è stato aperto tre anni fa. Dopo la sconfitta nella finale di Champions League 2020 - 2021, si è deciso di ripartire puntano sui giovani e lasciando andare atleti importantissimi. Penso a Abdel-Aziz, Giannelli e Lucarelli, sostituiti da Lavia, Sbertoli e Pinali, con la promozione definitiva a titolare di Michieletto. Ci siamo ridimensionati, abbiamo vinto subito la Supercoppa e, successivamente, siamo tornati ai massimi livelli con la conquista dello scudetto nel 2023 e della Champions pochi mesi or sono. E fa molto piacere vedere che altre squadre hanno seguito questo "esempio", penso a Modena e alla Lube: vuol dire che Trentino Volley rappresenta ormai un "modello" da seguire anche per altri top club".
Perché la pallavolo e non, magari, il calcio?
"Mi sono appassionato di questo sport e lo ritengo anche una disciplina fortemente educativa. Faccio un esempio: il fatto che non si possa esultare in faccia all'avversario dopo aver messo a segno un punto o aver vinto una partita, per me, è un plus incredibile. Ma potrei portare tanti altre situazioni che mi fanno preferire il volley ad altri sport. E poi è la pallavolo è adrenalinica, spettacolare, ricca di emozioni ad ogni azione. Sinceramente il calcio mi annoia".
Ha tutta l'intenzione di voler essere un presidente molto presente.
"Ah, altrimenti non avrei accettato l'incarico. E poi è vero: mi piace ritagliarmi del tempo per andare a vedere qualche allenamento e non voglio mancare alle partite della squadra femminile che rappresenta una parte molto importante del nostro progetto. Così come la seconda formazione maschile, che milita in serie B, creata nell'ambito del progetto UniTn, che permette agli atleti di affiancare anche un percorso di studio perché, se uno su mille ce la fa, bisogna pensare anche agli altri e a creare una mentalità che vada oltre il sogno di diventare atleti di primissimo piano. Abbiamo tante idee ma in Trentino Volley siamo abituati prima a fare e poi a parlare".