Le Finals di Davis a Bolzano? Non si può fare, mancano le strutture adeguate. Intanto è "effetto Sinner" in Alto Adige: in un anno i soci dei circoli passano da 4.500 ad 8.000
Le questioni sono di carattere logistico e assolutamente non di poco conto: serve un impianto da almeno 10mila posti (il "PalaOnda" ne può ospitare al massimo 7mila) e almeno 8 campi della medesima superficie, il "cemento", da destinare alle nazionali partecipanti. "FantaTennis", viene da dire. Intanto è boom d'iscritti. "E tantissimi bambini si sono avvicinati al tennis - spiega il presidente della Fitp altoatesina Weissensteiner - anche se in inverno mancano le strutture per allenarsi"

BOLZANO. Le Finals di Coppa Davis a Bolzano? Impossibile, logisticamente impossibile. Il motivo? Mancano le strutture adeguate ad ospitare un evento di tale portata.
L'Italia ospiterà le Finals della più importante manifestazioni tennistica per nazionali (un vero e proprio Mondiale) per i prossimi tre anni (QUI ARTICOLO), dal 2025 al 2027: l'annuncio ufficiale è stato dato dalla Federazione Internazionale Tennis (Itf) una decina di giorni fa, in occasione dei sorteggi del primo turno.
L'edizione 2025 si disputerà certamente all'Unipol Arena di Bologna, mentre per il 2026 e il 2027 Milano e Torino si sono già fatte avanti. Il presidente della Fitp Angelo Binaghi ha anche lanciato l'idea di portare le Finals a Bolzano, la provincia dalla quale proviene il numero 1 al mondo e trascinatore degli azzurri Jannik Sinner, ma appare oggettivamente impossibile, ad oggi, che il capoluogo altoatesino possa ospitare un evento di tale portata.
Le questioni sono di carattere logistico e assolutamente non di poco conto: serve un impianto da almeno 10mila posti e almeno 8 campi della medesima superficie, il "cemento", da destinare alle nazionali partecipanti. In poche parole: otto circoli per permettere ad ogni finalista di potersi allenare in totale autonomia. "FantaTennis", viene da dire. E se il problema dei campi d'allenamento potrebbe in qualche modo essere superato, ciò che manca è l'arena di gioco, visto che il "PalaOnda", l'unica struttura di grandissime dimensioni presente sul territorio comunali, può ospitare al massimo 7mila spettatori.
"Si è trattata di una battuta del presidente federale Binaghi - spiega Richard Weissensteiner, presidente della Federazione Tennis e Padel dell'Alto Adige - e sarebbe certamente bellissimo ma, al momento, non ci sono le condizioni. Se poi dovesse costruire una struttura idonea ad ospitare l'evento saremmo tutti molto felici, ma lo ritengo molto difficile. E poi Milano e Torino si sono già mosse in maniera decisa per ospitare le Finals 2026 e 2027, visto che l'anno prossimo la Final Eight andrà in scena a Bologna. Ci sarebbe poi anche la questione legata ai campi d'allenamento. Qualche circolo molto importante c'è nei pressi di Bolzano, ma la superficie deve essere la medesima di quella dell'impianto principale e, anche per questo aspetto, le difficoltà non mancherebbero".
Bolzano ha già ospitato la Coppa Davis in passato, precisamente nel 1992 (dal 31 gennaio al 2 febbraio), quando l'Italia schiantò la Spagna con un eloquente 4 a 1 davanti ai 3mila del "PalaResia", il cui fondo era stato reso "veloce" per favorire gli azzurri (che, in quanto ospitanti, avevano diritto di scegliere la superficie) contro gli specialisti della "terra" iberici.
Altri tempi e altre regole: la capienza di 3mila posti era sufficiente per essere approvata quale sede del primo turno e il pubblico bolzanino rispose alla grande, trascinando la Nazionale, guidata all'epoca da Adriano Panatta, ad una vittoria di assoluto prestigio. Camporese superò Bruguera, Caratti cedette - non senza lottare - a Emilio Sanchez al quinto set, poi il doppio Camporese - Nargiso, in una delle sue migliori performance, piegò la coppia Casal - Sanchez, prima del punto esclamativo messo da Camporese, che annichilì Sanchez in tre set con un 6-0, 6-2, 6-4 che non ammise repliche. Caratti completò l'opera battendo Bruguera in un match ormai utile solamente per le statistiche.
Magari la Davis non tornerà più nella "patria" di Sinner, ma intanto in Alto Adige l' "effetto Jannik" si fa sentire. Eccome se si fa sentire, ovviamente - in proporzione - molto più rispetto ad altre zone d'Italia.
"In un anno - conclude Weissensteiner - i soci iscritti ai circoli sono passati da 4.500 ad oltre 8.000. L'effetto è clamoroso ed è estremamente positivo per il movimento. A livello giovanile i bambini che si sono avvicinati al tennis sono tantissimi: i numeri sono pazzeschi, purtroppo in inverno sono poche le strutture dove poter allenarsi. In estate, invece, abbiamo dei riscontri incredibili. E' un' "onda" che va certamente cavalcata e non possiamo che essere super contenti".