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L'avventura spagnola di Tommaso Comper: dal Trentino alla Llosetense, in Terzera Federacìon, sull'isola di Maiorca. E sabato ha segnato una doppietta decisiva

"Finalmente ho trovato anche la gioia personale - racconta Tommaso a Il Dolomiti - visto che, tra lungaggini burocratiche e un problema fisico, la prima parte di stagione non mi aveva regalato troppe soddisfazioni. Nel turno precedente mi ero procurato il rigore e fornito un assist, stavolta sono riuscito ad andare in rete per due volte. Gioco a calcio e perfeziono spagnolo e inglese. E' un'esperienza meravigliosa"

Di Daniele Loss - 08 dicembre 2024 - 20:59

TRENTO. Dal Trentino a Maiorca, dal Mori Santo Stefano, l'ultima squadra in cui ha militato, alla Llosetense, dalla serie D italiana alla Tercera Federaciòn, la quinta categoria del calcio spagnolo, dai campi del Triveneto a quelli delle Isole Baleari.

 

Tommaso Comper ha deciso di cambiare vita. Almeno per il momento. E allora, dopo aver militato nel Trento (con cui ha vinto il campionato di serie D nel 2021), nel Rovereto e, per l'appunto, nel Mori, l'attaccante trentino classe 2003 ha voluto "ribaltare" il proprio mondo.

 

Oggi vive a Felanitx, popolosa città di 17mila abitanti situata sull'isola di Maiorca, a circa mezz'oretta d'auto dal capoluogo - la meravigliosa Palma - e indossa la maglia della Llosetense, una società con 80 anni di storia che milita in quella che è la quinta divisione del calcio iberico e rappresenta il massimo campionato dilettantistico spagnolo.

 

Nell'ultimo turno la formazione maiorchina ha conquistato tre punti fondamentali contro la Collerense, imponendosi per 2 a 1 e Comper ha apposto la propria firma al match: doppietta, al 9' e al 18', e tre punti in saccoccia per mettere a distanza la zona retrocessione e tenere nel mirino il quarto posto, distante ora sette lunghezze, che garantisce l'accesso ai playoff promozione.

 

"Finalmente ho trovato anche la gioia personale - racconta Tommaso a Il Dolomiti - visto che, tra lungaggini burocratiche e un problema fisico, la prima parte di stagione non mi aveva regalato troppe soddisfazioni. Nel turno precedente (successo per 4 a 0 contro il Migjorn, ndr) mi ero procurato il rigore e fornito un assist, stavolta sono riuscito ad andare in rete per due volte. Adesso ci attendono altre due partite molto difficili prima del "rompete le righe" visto che affronteremo la terza della classe e un'altra squadra che ci precede".

 

E il livello del campionato come è?

"Facendo un paragone con l'Italia possiamo pensare all'Eccellenza  ma, in realtà, è in tutto e per tutto un campionato di serie D, visto che raggruppa 18 squadre di tutte le Isole Baleari e il livello è decisamente paragonabile alla Quarta Serie di casa nostra. Il torneo viene considerato dilettantistico ma è un campionato semi professionistico. Esattamente come la "D" in Italia. E' un'esperienza meravigliosa, assolutamente diversa, nata quasi per caso".

 

Ci racconta come?

"Non c'entrano procuratori o intermediari. La scorsa primavera, quasi per gioco, mi sono iscritto alla piattaforma footballjobs e ho caricato alcuni miei video. L'ho fatto così, per vedere se, effettivamente, sarebbe arrivata qualche offerta concreta. Non pensavo certamente che mi avrebbero chiamato e, invece, sono stato contattato dai dirigenti della Llosetense, che mi hanno invitato a fare un provino. Sono andato a Maiorca, mi hanno visionato per una settimana e poi mi hanno proposto di restare. All'inizio ero un po' titubante, lo ammetto, poi - grazie anche al supporto dei miei genitori - mi sono detto: "se non lo faccio adesso che ho 21 anni e ho finito la scuola, quando?" Ed eccomi qui. Da luglio non sono più rientrato in Italia: lo farò tra una decina di giorni, terminati gli impegni del 2024, in occasione delle vacanze di Natale".

 

Vive a Felanitx, vicino a Lloseta, gioca a calcio e fa altro?

"Sto perfezionando inglese e spagnolo, frequentando dei corsi. In appartamento vivo con due ragazzi francesi e un canadese e, dunque, si parla inglese dalla mattina alla sera, mentre al campo e nello spogliatoio la lingua è lo spagnolo. E' un'esperienza sia di vita che sportiva, in un contesto assolutamente particolare e professionale: il girone è formato da 18 squadre, per le trasferte fuori dall'isola, ovviamente, si prende l'aereo, visto che dobbiamo recarci anche a Minorca, Formentera e Ibiza. Ci alleniamo quattro volte la settimana al pomeriggio e poi nel fine settimana si gioca".

 

La vita in Spagna è molto diversa rispetto all'Italia.

"Senza dubbio, infatti anche i compagni di squadra che lavorano riescono a conciliare i due impegni. Anche chi fa full time, perché gli orari sono diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati. La nostra è un'ottima società: il centro sportivo è molto bello, c'è grande organizzazione e attenzione ai particolari. E poi, come ho detto, il livello del torneo è alto e il modo di giocare è tipicamente "spagnolo". Ovvero palla a terra e ricerca del fraseggio: la cultura del calcio è molto differente rispetto all'Italia. I campi sono praticamente tutti in sintetico e giochiamo in stadi importanti, alcuni anche da 5-10mila posti".

 

Dunque, rifarebbe la scelta?

"Assolutamente sì. Poi non so cosa mi riserverà il futuro. L'obiettivo del club è quello di arrivare ai playoff e lottare per la promozione nella categoria superiore, la Segunda Federacìon. Altrimenti, non lo nego, mi piacerebbe provare comunque un'esperienza in Quarta Serie spagnola, per capire se ci posso stare o meno. Ma è ancora presto per pensarci: intanto mi godo quest'esperienza, cercando d'imparare quanto più possibile sul campo e di arricchirmi a livello personale. Se dovessi tornare in Italia? Non sarebbe un dramma e lo farei con un bagaglio d'esperienza incredibile".

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