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"Il lavoro non smetterà mai. Adesso c'è la Davis". Jannik Sinner festeggia il trionfo alle Atp Finals. Ma guarda già oltre. Da giovedì sarà in campo a Malaga con gli azzurri

Nella Hall of Fame dei "miti" dello sport tricolore ci sono i vari Fausto Coppi, Pietro Mennea, Alberto Tomba, Valentina Vezzali, Federica Pellegrini, Valentino Rossi e pochissimi altri. E Jannik Sinner che, a 23 anni, è il più forte tennista del pianeta (per distacco) e nel 2024 ha vinto due torni del Grande Slam e le Atp Finals di Torino

Pubblicato il - 17 novembre 2024 - 21:22

TORINO. La standing ovation, meritata, per Taylor Fritz, acclamato all' "InAlpi Arena" quasi più che a Flushing Meadows dopo la sconfitta nella finale degli Us Open, e poi parte l'immancabile "Olè, olè, olè, olè, Sinner, Sinner".

 

Un coro che è ormai diventato un "mantra" per il pubblico italiano quando in campo c'è lui, l'alieno, il numero 1 dei numeri 1, uno di quei campioni destinati ad entrare (anzi a restarvi, perché è già dentro a piedi giunti) nella storia dello sport italiano e mondiale.

 

Nella Hall of Fame dei "miti" dello sport tricolore ci sono i vari Fausto Coppi, Pietro Mennea, Alberto Tomba, Valentina Vezzali, Federica Pellegrini, Valentino Rossi e pochissimi altri. E - ovviamente - Jannik Sinner che, a 23 anni, è il più forte tennista del pianeta (per distacco) e nel 2024 ha vinto due torni del Grande Slam e le Atp Finals di Torino.

 

Prima di lui gli unici che erano riusciti a conquistare, nello stesso anno, gli Australian Open, gli Us Open e il torneo che chiude la stagione Atp e mette a confronto i migliori 8 tennisti del mondo, sono stati Roger Federer e Novak Djokovic, i più forti di sempre assieme a Rafael Nadal.

 

Adesso c'è anche lui, il ragazzo di Sesto Pusteria che sta abbattendo record su record e non perde mai di vista il prossimo obiettivo. Sì, perché Jannik si godrà il meraviglioso successo di Torino per qualche ora, ma la sua testa è già a Malaga, in Spagna, dove da giovedì sarà protagonista in Coppa Davis con l'Italia.

 

Con un solo e unico obiettivo: vincere e bissare il successo dello scorso anno quando trascinò gli azzurri ad una storica vittoria vincendo tutti e tre i singolari e anche le sfide di doppio in cui venne impiegato dal Ct Volandri.

 

Disarmante e meravigliosamente naturale è anche come si è presentato ai (tantissimi) microfoni dopo aver battuto Taylor Fritz. Con la semplicità e la tranquillità del ragazzo della porta accanto, che sa dove vuole arrivare ma non si è mai dimenticato - nemmeno per un solo giorno - da dove è partito. Anche questo lo rende, per distacco, il numero 1 al mondo.

 

"E' speciale, è stata una settimana positiva - ha commentato a Sky Sport -. Ci tenevo tanto e sono stato in campo sempre nella maniera giusta. Mi sono preparato bene, per me era molto importante: non avevo mai vinto un torneo importante in Italia  ed è speciale averlo fatto qui. Adesso c'è la Coppa Davis, sarà molto difficile a cominciare da giovedì contro l'Argentina: il segreto in Davis è fare squadra. E sono contento che le Finals si disputeranno qui anche nei prossimi 5 anni: spero di esserci anche l'anno venturo e che possano esserci altri tennisti italiani. Il lavoro? Non smetterà mai".

 

Dopo aver ringraziato il proprio team (cambiato per metà a stagione in corso e con cui ha sviluppato un finale d'annata semplicemente "pazzesco"), al momento della premiazione Jannik aveva avuto, ovviamente, anche un pensiero per il pubblico. "Sono arrivato una settimana prima dell'inizio a Torino - ha affermato emozionato - e normalmente il tifo inizia alla prima partita, ma qui è cominciato prima. E' meraviglioso".

 

Meraviglioso come il numero 1 al mondo che sta trasformando l'Italia in un popolo di tennisti. Potere del suo "strapotere" in campo, ma anche della splendida persona che è quel ragazzo partito dall'Alto Adige con le idee chiare e un bagaglio di sogni. Che ha saputo tramutare in realtà.

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