Biathlon, Wierer è tornata, Giacomel brilla di luce propria: 5 spunti dalle staffette "sperimentali" di Kontiolahti tra alti e bassi, sorprese e conferme
Per l'Italia femminile ottimi segnali di squadra, complessivamente, in attesa del ritorno di Vittozzi: al maschile ormai Giacomel è una certezza, mentre si infiamma la sfida tra Francia e Norvegia all'insegna del trash talking

KONTIOLAHTI. Premessa doverosa: in Finlandia le prime due giornate di Coppa del mondo di biathlon sono sembrate più simili a grandi allenamenti sperimentali, tra turnover più o meno obbligato, scelte particolari negli ordini delle frazioni, sensazione che in molti non abbiano inserito le marce alte in vista dell'inizio (quello vero) delle gare che danno punti per le classifiche individuali.
Detto questo, la bella nevicata di sabato pomeriggio e una serie di gare risolte nel finale con battaglie in pista e adrenalina al poligono ci hanno regalato complessivamente un bel primo weekend di Coppa del mondo, con qualche spunto interessante in vista di una nuova stagione tutta da scoprire e da vivere.
1. Tommy show
Beh, partiamo dalle note liete della spedizione azzurra in Finlandia: dal primo weekend della stagione si esce con la sensazione che Tommaso Giacomel sia già pronto a battagliare con i migliori del circuito. Il primierotto classe 2000 dopo un sabato "tranquillo" della staffetta doppia mista ha fatto vedere ottime cose la domenica, nella staffetta tutta maschile: la sua seconda frazione è stata il punto più alto di una gara complessivamente di sofferenza per gli azzurri. Tommy è stato il migliore in assoluto nella sua frazione (battendo gente come Fillon-Maillet, Tarjei Bø e pure un indemoniato Nelin) e dato spettacolo in particolare nella sessione di tiro in piedi dove ha trovato lo zero con uno shooting time di poco meno di 18 secondi (17.9) aprendo a 9.4. In un biathlon maschile in cui ogni decimo pesa maledettamente, tanta roba.

2. Doro is back
Dorothea Wierer sarà tutt'altro che una comparsa nel suo personalissimo percorso di avvicinamento alle Olimpiadi 2026 sulle nevi di casa. Su Doro gli aggettivi sono finiti anni fa; ma era tutt'altro che scontato che il suo "ritorno" alle competizioni, dopo un inverno 2023-24 particolarmente tormentato, fosse così brillante. Sugli sci il passo non sarà quello di quando vinceva la Sfera di cristallo, ma la precisione al poligono sì (in due gare non ha commesso ancora un solo errore al tiro) e tutto sommato pure l'atteggiamento in pista è stato battagliero e confortante. Aspettando Vittozzi, out per tutta la prima tappa, l'Italia al femminile ha convinto: non solo per merito di Dorothea, ma anche per la buona impressione data da Hannah Auchentaller e Michela Carrara. Due ragazze che, parole di Jonne Kähkönen, possono e per certi versi devono essere protagoniste quest'anno.
3. La Svezia femminile NON ha un problema.
Dalle crisi nascono opportunità, dicono i saggi: la Svezia femminile si presentava all'avvio di questa stagione con l'annuncio che Stina Nilsson (peraltro mai un fattore) ha cambiato sport e che Linn Persson (pardon, Linn Gestblom dopo il matrimonio) si sarebbe presa un'intera stagione di pausa per recuperare dai tanti problemi fisici patiti ultimamente. Ma evidentemente la scuola scandinava invece di lamentarsi, continua a sfornare talenti: altro che crisi, le svedesi hanno piazzato un gran colpo vincendo la staffetta femminile e pure la single mixed con Samuelsson e la semi-esordiente Ella Halvarsson. Le sorelle Öberg come ogni inizio stagione impressionano per stato di forma, ma la sfida è la continuità: Elvira ha regalato sprazzi di dominio assoluto. Sarà la sua stagione?
4. La Francia (proprio la Francia) esulta à la Steph Curry
La Francia maschile ha sfiorato la gara perfetta in una staffetta maschile in cui ha letteralmente travolto la favorita Norvegia, centrando i primi 37 bersagli prima di incappare in un paio di errori di Jacquelin nella sessione di tiro in piedi: poco male, si sono presi senza grossi patemi una vittoria pesante che punta anche a mettere qualche granellino di sabbia negli ingranaggi della macchina perfetta scandinava. L'esultanza in stile Steph Curry di Emilien al traguardo conferma, se ce ne fosse bisogno, che i transalpini fanno sul serio, e che il pazzesco sorpasso di Sørum del giorno prima è già in archivio. E pensare che Curry quell'esultanza la rese "universale" proprio in finale alle Olimpiadi contro la Francia padrona di casa... Per restare in ambito pallacanestro statunitense, al maschile si prospetta una stagione di biathlon più che mai all'insegna del trash talking. Francia contro Norvegia. Ci sarà da divertirsi.
Visualizza questo post su Instagram
5. Occasione mancata: ma il biathlon non voleva essere più televisivo?
Le lunghe polemiche per il cambio di assegnazione dei pettorali per le gare individuali e sprint sono state innescate, a quanto pare, dalla volontà dell'Ibu di rendere più spettacolari e "televisive" le gare di biathlon. Obiettivo nobile, per carità, ma il primo fine settimana di Coppa del mondo è stato del tutto sacrificato, se si parla di interesse mediatico dell'evento. Cominciare con due giornate di staffette, piazzate a poche ore dalle prime gare "vere" che assegnano i punti per le classifiche individuali, ha avuto il prevedibile effetto di creare contesti di gara in cui i favoriti si sono "nascosti" e in cui chi ha potuto ha fatto ampio ricorso al turnover. La distribuzione del palinsesto televisivo "creativo" per i prossimi giorni, con gare in "notturna" e ad orari particolari potrebbe aiutare a ravvivare un po' l'interesse per una stagione cominciata un po' in sordina. Staremo a vedere.