Aggressione omofoba in Trentino, Arcigay: "Le parole non bastano più. La Provincia dimostri con azioni concrete il contrasto alle discriminazioni"
L'intervento dopo l'aggressione avvenuta in Val di Non: "Le parole della vicepresidente Gerosa e della Provincia di Trento, per quanto condivisibili nella forma, suonano completamente vuote senza un reale impegno nel contrasto all’omo-lesbo-bi-trans-afobia”

TRENTO. “Non possiamo accettare che le istituzioni continuino a limitarsi a dichiarazioni di indignazione senza intraprendere azioni concrete. Le parole della vicepresidente Gerosa e della Provincia di Trento, per quanto condivisibili nella forma, suonano completamente vuote senza un reale impegno nel contrasto all’omo-lesbo-bi-trans-afobia”. Questa la presa di posizione che arriva dall'Arcigay del Trentino a seguito dell'aggressione omofoba che è avvenuta nei giorni scorsi in Val di Non e che ha visto come vittime due ragazzi 25enni.
“Un atto vile” viene spiegato da Arcigay “che dimostra quanto l’odio e la discriminazione siano ancora fenomeni reali, radicati anche nella nostra società”. L'associazione esprime piena solidarietà ai due ragazzi che hanno subito questa vile aggressione: nessuna persona dovrebbe mai vivere la violenza che deriva dall’odio e dalla discriminazione.
“Per molte persone LGBTQIA+ - viene spiegato attraverso una nota - la discriminazione è una realtà che si presenta in tutte le sfumature della quotidianità: la ricerca abitativa, l’attraversare gli spazi scolastici e di lavoro, il vivere il proprio amore alla luce del sole Non possiamo accettare che le istituzioni continuino a limitarsi a dichiarazioni di indignazione senza intraprendere azioni concrete”.
Arcigay da tempo chiede che la Provincia si attivi fattivamente, adottando politiche chiare e incisive per costruire una comunità equa e rispettosa: si avviino campagne di sensibilizzazione e informazione per combattere l’odio e valorizzare le diversità, e parallelamente si lavori affinché le scuole diventino luoghi di crescita ed educazione alla lotta alle discriminazioni, con programmi che affrontino sistematicamente le tematiche delle differenze e del contrasto al bullismo omo-lesbo-bi-trans-afobico.
“Le parole non bastano più – conclude Shamar Droghetti, Presidente di Arcigay del Trentino – la lotta all’omo-lesbo-bi-trans-afobia deve diventare una priorità politica e culturale per le istituzioni trentine. Invitiamo la Giunta provinciale e la Vicepresidente Gerosa a dimostrare con specifiche politiche e normative di contrasto alle discriminazioni che la loro indignazione non è, come sempre, solo di facciata. A fronte dell'inattività delle istituzioni provinciali e nazionali, ci stiamo attivando insieme ad Arcigay nazionale per far partire nei prossimi mesi un Centro Anti Discriminazioni che diventi punto di riferimento per il territorio trentino: la comunità LGBTQIA+ ha diritto di ricevere risposte concrete senza dover temere per la propria incolumità.”