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Aggressione omofoba, Zanella: "Solidarietà alle vittime. Gerosa? Il centrodestra ha soppresso i corsi di educazione alla relazione di genere"

Il consigliere provinciale del Pd interviene per esprimere la propria vicinanza ai due ragazzi vittime di un'aggressione omofoba in Val di Non e risponde anche alla vicepresidente Gerosa: "La prima azione per contrastare le discriminazioni, a partire da quelle violente, è nominarle per quello che sono. Altrimenti si nega la realtà e l'approccio culturale ed educativo che ne conseguirà continuerà a riproporre la generica prospettiva del 'rispetto', quando invece ci sarebbe bisogno di reale inclusione, affrontando in modo mirato anche i temi che riguardano la comunità LGBT+ e le discriminazioni che subisce”

Di Giuseppe Fin - 04 gennaio 2025 - 13:01

TRENTO. “Non basta dirsi scossi e preoccupati e continuare nella narrazione della necessità astratta della cultura del rispetto, senza mai nemmeno nominare quanto accaduto per quello che è: omofobia”. Queste le parole che arrivano dal consigliere provinciale, Paolo Zanella, in risposta all'intervento della vicepresidente Francesca Gerosa (QUI L'ARTICOLO) sull'aggressione omofoba avvenuta in Val di Non poco prima di Capodanno a danno di due ragazzi definiti da altri 4 giovani “Gay di merda” e poi seguiti fino quasi a casa con l'auto (QUI L'ARTICOLO).

 

“Quanto è avvenuto in val di Non, infatti – spiega Zanella - non è genericamente odio, ma è la matrice omofobica a caratterizzarlo, una matrice radicata nella nostra cultura patriarcale e che va decostruita lavorando nelle scuole, delle quali è responsabile proprio la vicepresidente Gerosa, colei che per prima evita di parlare di omofobia. La prima azione per contrastare le discriminazioni, a partire da quelle violente, è nominarle per quello che sono. Altrimenti si nega la realtà e l'approccio culturale ed educativo che ne conseguirà continuerà a riproporre la generica prospettiva del 'rispetto', quando invece ci sarebbe bisogno di reale inclusione, affrontando in modo mirato anche i temi che riguardano la comunità LGBT+ e le discriminazioni che subisce”.

 

Fondamentale in tutto questo rimane l'intervento di educazione a partire dalle scuole, dai più giovani. “Quando diciamo che serve un lavoro culturale a partire dalle scuole per decostruire gli stereotipi di genere e affettivo/relazionali e per favore l'inclusione di ogni alterità, a partire da quelle legate alle identità sessuali di minoranza, evidentemente un po' di ragione ce l'abbiamo” spiega il consigliere del Partito Democratico.

 

“Questa vicenda ne è la triste testimonianza. Anche nel nostro Trentino, purtroppo, permane una cultura patriarcale e machista che trova nelle donne e nella comunità LGBTQI+ il capro espiatorio ideale. Misoginia e omolesbotransfobia – spiega - sono atteggiamenti di cui è intrisa la nostra società, atteggiamenti che non si risolveranno certo da soli, ma solo investendo in educazione e in cultura”.

 

L'affondo poi sull'attuale maggioranza di destra che governa la Provincia di Trento. “Peccato che questa maggioranza abbia soppresso i corsi di educazione alla relazione di genere e abbia affossato nelle scorse legislature sia la proposta di legge sul contrasto all'omotransfobia che metteva al centro la prevenzione, sia quella sull'istituzione di un osservatorio sui crimini e il linguaggio d'odio. Serve cambiare rotta e investire per garantire l'inclusione delle persone LGBTQI+ e ancora prima per prevenire la discriminazione e la violenza nei loro confronti. Solidarietà ai ragazzi che hanno subito questa aggressione omofoba e che hanno prontamente denunciato l'accaduto e fiducia nelle forze dell'ordine che individuino al più presto i responsabili”.

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